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04/03/07

Soccorso pericoloso

Non tutte le associazioni, di aiuto umanitario, sono pronte a mettere a rischio la vita dei propri volontari.... Msf di fronte ai bisogni vitali della popolazione del Ciad ha deciso di rimanerci, ma ora ha bisogno di aiuto..... Nella vita bisogna avere il coraggio di rischiare la propria vita per quella degli altri....

Ciad: il pericolo non può essere un alibi per l’inazione. Appello di Medici Senza Frontiere alle altre organizzazioni di soccorso. (2/3/2007)

(Una donna sfollata si costruisce un riparo a Goz Beida. Si ringrazia Thomas Dworzak/Magnum Photos per la gentile concessione della foto.)



Roma, 2 marzo 2007- L’organizzazione medico umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere continua a fornire assistenza medica, acqua potabile e beni di supporto a oltre 60mila sfollati nel Sud-Est del Ciad, ma chiede con urgenza alle altre organizzazioni di soccorso di non tirarsi indietro.

Molte agenzie di soccorso affermano che la mancanza di sicurezza di questa area impedisce loro di portare avanti attività umanitarie. “La sicurezza per gli operatori umanitari in Ciad è davvero precaria – dice Martin Braaksma, capo-missione di Medici Senza Frontiere – ma messi di fronte all’enormità dei bisogni umanitari non abbiamo altra scelta che continuare a lavorare qui. Sentiamo che possiamo e dobbiamo farlo”.

Migliaia di sfollati sono privi di cibo, acqua e cure sanitarie nella regione sud-orientale del Chad chiamata Dar Sila, un’area duramente colpita dalle recenti esplosioni di violenza. Alcune organizzazioni di soccorso sono presenti nella capitale della Regione, Goz Beida, ma in molte aree di confine e rurali MSF è l’unica organizzazione presente e non può riuscire a far fronte ai bisogni di migliaia di persone.[...]

MSF ha iniziato a fornire soccorso medico agli sfollati del Ciad orientale nel dicembre 2005 e, visto il continuo aumentare del numero di persone costrette ad abbandonare le loro case a causa delle violenze, da allora ha costantemente aumentato gli sforzi per erogare assistenza. Oggi MSF continua ad assistere circa 80mila rifugiati provenienti dal vicino Darfur: una regione del Sudan martoriata da 4 anni da una guerra sena fine e lavora negli ospedali di Adré, Iriba, Tinè e Guéréda. MSF lavora in Ciad dal 1981.
(Tratto dal comunicato stampa di MSF a cui si rimanda)

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