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29/11/07

Rassegna stampa!!!

Il "sistema" continua a stringere la sua rete!!!
Le istituzioni fanno finta di niente...
La magistratura lavora da sola....
E senza speranze....

I pm: «La camorra si è ripresa Pazzigno»
Scritto da Gianluca Abate da il Corriere del Mezzogiorno, 29-11-2007 07:06

Il 26 agosto di dieci anni fa, all'alba di un martedì, 1.500 agenti di polizia, vigili del fuoco, agenti di polizia municipale e tecnici del Comune fanno irruzione nel rione Pazzigno a San Giovanni a Teduccio. Obiettivo, demolire i bunker della camorra e cacciare i boss che occupano, abusivamente, gli alloggi popolari. Il 3 aprile del 1998, sempre coordinati dalla sergente del Comune Maria Rosaria Guidi, tecnici e forze dell'ordine sono di nuovo lì, a smantellare cancelli con la fiamma ossidrica e abbattere muri buoni a difendere gli affari dei boss.
E ancora, il 24 novembre del 2004, ecco la polizia a stanare gli uomini del clan che erano tornati. «Abbiamo cacciato i camorristi casa per casa», annuncia il presidente della Regione Antonio Bassolino. Il caso diventa nazionale, tutti pubblicano le foto del primo blitz, seguono commenti di sindaco, presidente della Provincia, politici, cittadini. Tutto inutile. Perché, rivela l'ultima inchiesta della Procura antimafia, «le case lasciate libere dagli uomini del clan di Patrizio Reale sono state rioccupate dal clan capeggiato da Roberto Mazzarella ». Come? Lo raccontano le 159 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Luigi Giordano contro boss e gregari di San Giovanni a Teduccio. Il Corriere del Mezzogiorno le ha lette. Ecco cosa raccontano.Cambio della guardia Dieci anni dopo, Pazzigno è ancora un «fortino della camorra». Non che quel rione sia stato tirato su per i clan, beninteso. No, quegli alloggi popolari dovevano servire a chi i soldi per assicurarsi un tetto non ce l'ha. Peccato però servissero anche alla camorra. E, in particolare, al clan capeggiato da Patrizio Reale. Perchè? Beh, perché «il complesso edilizio ha una conformazione architettonica idonea a essere considerata una roccaforte», scrive il giudice Luigi Giordano. E, tanto per mettere in chiaro cosa sia un bunker di camorra, nella sua richiesta di misura cautelare il pm antimafia Barbara Sargenti spiega che il fortino «è diviso in sei scale, ciascuna di sette piani, e comprende 144 appartamenti. I clan hanno isolato le aree abitative (...) mediante la creazione di ostacoli all'accesso veicolare e pedonale, la dislocazione di posti di controllo e vigilanza, l'installazione di telecamere e la blindatura degli appartamenti». Insomma, il migliore dei mondi (criminali) possibili. Ed è per questo che gli uomini di Patrizio Reale arrivano a buttar fuori di casa i legittimi assegnatari degli alloggi popolari per occuparli con le proprie famiglie. Un'indecenza. Troppo anche per Napoli. E infatti, quel 26 agosto 1997, arriva la reazione. Il problema, però, è che a conferenze stampa archiviate, di Pazzigno non s'è ricordato più nessuno, se non a parole. E così, dieci anni dopo, l'inchiesta della Procura che ha portato all'emissione di 17 ordini d'arresto nei confronti del clan di Roberto Mazzarella rivela che «il sodalizio ha occupato il rione Pazzigno con i propri affiliati, approfittando dell'assenza dei membri del clan Reale», quasi tutti arrestati dopo il blitz di dieci anni fa.La denuncia Il 9 marzo 2006, seduta davanti al funzionario della squadra mobile della Questura, c'è la signora Concetta, una vedova che ha due figli a casa e altrettanti in carcere. Racconta, la donna, che lei è la «legittima assegnataria dell'alloggio di edilizia popolare sito al rione Pazzigno, isolato 1, scala B, interno numero 1». Legittima sulla carta, ché la casa è costretta a dividerla con Giuseppe Corrao, latitante da due giorni, uno che la camorra conosce come Peppe il pellettiere e che le donne del clan chiamano «quello che fa i morti». È lui, racconta Concetta, che «s'è presentato sul ballatoio antistante la mia abitazione con altre persone», ha «aperto la porta con le chiavi» (chissà chi gliele ha date) e «s'è stabilito in casa con altre persone». È uno preciso, questo Peppe. Uno che «poco tempo dopo ha fatto dei lavori di ristrutturazione ». E che è stato anche «inserito nel mio stato di famiglia come convivente, così che risultasse formalmente legittimato a occupare l'appartamento». Inutile dirlo, Peppe e Concetta non hanno «mai» convissuto. «No, al massimo mi ordina di spazzare il terrazzo. E, nonostante occupi più della metà dell'appartamento, non paga neppure la pigione al Comune, 647 euro al mese». Lei, Concetta, vorrebbe andar via. Magari «in una clinica dove sono già stata». O magari «in un altro appartamento del Comune. Fa niente che sia più piccolo, quel che conta è poter vivere in pace». Lontana dai boss. E dalle illusioni.

Emigrare, come lo struzzo che nasconde la testa!!!

Io non credo che emigrare risolva tutti i problemi... E' solo il modo di fare di chi non ha più il coraggio di lottare, di andare avanti, di collaborare con le tante persone che vogliono migliorare le cose...

Il problema è che i collusi e criminali ormai sono al potere, sono nella politica, nelle dirigenze, nelle istituzioni, comandano la magistratura dall'alto, sono delle caste diaboliche fatte di poche persone che si sono blindate grazie a leggi fatte da loro stessi, la morte della democrazia...

Non c'è più la democrazia, c'è una oligarchia criminale che mi fa tornare alla mente la disposizione di potere preferita dalle mafie...

Sarà una coincidenza...

Ecco la mafia moderna, quel "sistema" che fu chiamato ai tempi "piovra" dai giornali, che non ha nulla a che fare con i boss pecorai con i loro codici d'onore...

Non ci sono più....

Oggi sono imprenditori, politici, dirigenti, anche giudici, spietati...

E' un sistema articolato di affiliazione, collusione e corruzione della parti che crea questa rete enorme che ci schiavizza ai poteri spietati di mafie moderne...

Sono d'ovunque, nei lavori pubblici, nel privato, alle regioni come governatori, alle province, ai comuni, nelle dirigenze della magistratura, della sanità....

Ecco come si spiegano gli sprechi, lo sperperio di soldi che nessuno sa dove vanno e che noi cittadini dobbiamo rimpinguare con le tasse ingiuste dei nostri governi collusi...

Ma noi siamo il popolo sovrano...

Dobbiamo riappropiarci della nostra costituzione, delle leggi...

Del nostro stato...

Dobbiamo lottare e mandare via questa oligarchia criminale...

Non dobbiamo farci schiacciare dal potere, dalla normalità, dal "così vanno le cose", dall'omertà...

Non dobbiamo farci sviare dall'informazione gestita dal potere, cerchiamo le notizie vere...

Sforziamoci e andiamo sui posti a vedere le cose reali e le cose che ci propina quell'immondezzaio che chiamiamo televisione...

Benvenuti alla "Penisola dei collusi"...

Vi lascio la testimonianza di chi ha lottato contro la camorra, forse meno conosciuto degli altri, ma per questo non meno importante, come tanti altri sconosciuti lottatori...



Un prete ucciso dalla camorra, il suo nome era don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe nel casertano, patria dei casalesi, famiglia camorrista potente, diceva "Per amore del mio popolo non tacerò"... Disse e spiattellò in faccia a tutti cose che tutti sapevano ma che non dovevano essere dette apertamente, guardò in faccia i camorristi e li sfidò... Fu ucciso il 19 marzo, giorno del suo onomastico, nel sagrato della sua chiesa da due sicari... Oggi le sue parole risuonano più forti di prima.

27/11/07

Parchi e monnezza!!!

Non mi fraintendete, io credo che il provvedimento in se sia giusto....
Vietare il fumo nei parchi cittadini, bel verde strozzato dallo smog circostante, potrebbe essere giusto.....
Potrebbe essere sensato in una città che cura il suo verde, che lo protegge dal traffico, dall'immondizia, dai balordi....
Una città che, risolti tutti i suoi problemi può anche consentirsi il lusso di prendere un provvedimento così avanti....
Una città dove la civiltà la fa da padrona, dove non ci dovrebbe essere il bisogno di impegnare dei vigili a controllare che nessuno fumi nei parchi....
Una città dove la popolazione sia stata sensibilizzata sul problema del fumo passivo...
Non credo che imporre da un giorno all'altro una ordinanza che vieta di fumare nei parchi in presenza di donne e bambini sia l'indice di civiltà di una città, Napoli, che ha tanti problemi, l'ultimo dei quali è il fumo nei parchi....
La civiltà si fa con la sensibilizzazione e la civilizzazione del cittadino, con l'esempio delle istituzioni e infine con leggi che regolamentino la vita cittadina, punendo i trasgressori...
La legge, da sola non serve.....
Io amo la mia città, Napoli, ma credo che siamo molto lontani dalla civiltà che serve per portare avanti campagne del genere...

In una città dove non ci si ferma ai semafori, dove i vigili spesso non fermano i motorini con tre o più persone senza casco, dove l'immondizia spesso e volentieri ti invade le strade, dove i cassonetti pieni bruciano, dove quartieri in pieno centro come Forcella e i quartieri spagnoli sono zone franche delle famiglie cammorriste, dove i motorini camminano sui marciappiedi, dove esiste un porto che è la porta per tutta la merce illegale per l'Europa, dove Scampia è il regno della droga, dove la mozzarella di bufala di Aversa è fatta da lavoratori stranieri a nero sfruttati, dove il cemento e le discariche sono in mano alla camorra, dove le proprietà confiscate alla camorra sono di nuovo in mano ai camorristi......
E ce n'è ancora da dire....
Vi sembra che il problema del fumo nei parchi sia così importante?...


P.S. Io non fumo ed essendo medico sono totalmente contro il fumo, ma credo che dire di smettere di fumare a persone alle quali verrà messo un inceneritore di proporzioni mastodontiche ed una discarica sotto casa, che ogni giorno passa ore nel traffico saturando i suoi polmoni con lo smog, che respira i fumi dei cassonetti bruciati in città, che ha livelli di diossina in corpo altissimi, è un pò difficile... Andebbero risolti prima i problemi maggiori e poi i piccoli....


Fumo vietato, Nasti «agente» nei parchi
Scritto da Stefano Piedimonte da il Corriere del Mezzogiorno, 25-11-2007 09:14

L'assessore comunale all'Ambiente, Gennaro Nasti, gira «in incognito » nei parchi cittadini. Così, dice, può verificare gli effetti della sua ordinanza, che vieta di fumare nelle aree verdi in prossimità di bambini e donne incinte. Ieri è stato in Villa Comunale e nel vomerese Parco Mascagna, per incontrare «nessun trasgressore». Questo, secondo l'assessore, vuol dire che «i napoletani sono molto più civili di quanto si possa pensare».
Almeno nei due parchi visitati da Nasti, che sono «solitamente frequentati. Nelle aree dove sono stato nessuno fumava. Ho solo visto alcuni studenti che fumavano nella Villa Comunale, ma lo facevano nel viale principale, lontano dai bimbi». Nessuna segnalazione relativamente alle multe effettuate è stata ancora inviata in assessorato. La polizia locale, evidentemente non ne ha fatta nessuna. Bisognerebbe capire, però, quante ne venivano fatte prima dell'ordinanza per divieto di fumo in generale. I cattdini, dice Nasti, hanno ben accolto la novità. Sono tutti contenti. «Non mi sono arrivate lettere di protesta, tutt'altro — riferisce l'assessore — Anche oggi (ieri, ndr), qualche napoletano che mi ha riconosciuto si è mostrato soddisfatto per il provvedimento preso ». Ancora, racconta l'assessore, qualche turista si è divertito a «scattare fotografie ai cartelli anti-fumo», esportando l'immagine di una Napoli impegnata a vietare per iscritto comportamenti che già il buon senso dovrebbe proibire. In fondo, Nasti sa bene che in una città civile non è necessaria un'ordinanza per salvare bambini e donne incinte, nei parchi pubblici, dalla nube malevola della «stecchetta di veleno». «Tutto questo — commenta — dimostra che in fondo è una semplice norma di buon senso e di educazione. Il vero banco di prova sarà domenica prossima, per la "Domenica nei parchi". Spero che i napoletani anche allora rispettino le regole ». Cioè, non fumare in faccia a bambini e donne incinte.

15/11/07

Immondizia e cemento!!!!

Potrà sembrare una coincidenza ma leggendo questo articolo mi sono reso conto che il nuovo piano per lo smaltimento delle ecoballe, miscelarle con la calce viva e trasformarle in blocchi di cemento, non fa altro che dare forza a quelle che sono le principali fonti di guadagno della camorra: Rifiuti, cemento, appalti pubblici (clicca e leggi l'articolo in merito)....
Non voglio essere cattivo nè malpensante.....
Però cacchio!!!! E' incredibile come ogni progetto che nasce in campania sia sempre una fonte di guadagno per la criminalità organizzata!!!!
Sarà una coincidenza?
Sarà sfortuna?
Sarà che le amministrazioni a tutti i livelli in campania sono colluse con queste associazioni?
Sarà che il ministro della sua giustizia Mastella è molto addentro a questo ambiente?
Sarà che gli "imprenditori di sistema" moderni camorristi sono molto "amici" dei politici?
Sarà che molti di questi imprenditori sono politici?
Chissà!!!!
Ai posteri l'ardua sentenza (speriamo che sia una sentenza giudiziaria!!!)

Sui camion tonnellate di sacchetti senza meta
Scritto da Felice Naddeo da il Corriere del Mezzogiorno, 15-11-2007 06:54
In attesa della cementificazione delle ecoballe è ancora caos in Campania per l'individuazione dei siti dove dovrebbero trovare temporanea dimora i maxi-imballaggi di rifiuti. Le nove aree indicate dal prefetto Alessandro Pansa sono indisponibili o al centro di contestazione da parte delle comunità locali. L'unica certezza resta Poggioreale, sito sul quale c'è il placet del comune di Napoli e il gradimento del commissariato.
In provincia di Salerno, invece, è oramai tramontata l'ipotesi Buccino. Su parte dei terreni scelti per realizzare una discarica è, di fatto, attivo un Contratto di Programma per svariati milioni di euro che dovrebbe portare a nuovi insediamenti industriali. Quindi addio sito di stoccaggio. Ed allora, ieri mattina alla Prefettura di Salerno, da una riunione plenaria è scaturita la scelta dei nuovi possibili terreni che sarebbero stati individuati dai tecnici del commissariato. Probabili discariche insomma, ma nessuna certezza. I comuni "nominati" sono Atena Lucana e Padula. Il primo ha tutti requisiti tecnici per poter ospitare le ecoballe. Ma comunque sono necessari studi geologici e ulteriori approfondimenti. Il secondo terreno appare, invece, alquanto improbabile. Perché per raggiungere l'eventuale discarica a Padula, tutti i compattatori dovrebbero passare, causa unica strada disponibile, davanti all'ingresso della famosa e celebrata Certosa. Per Morcone, in provincia di Benevento, la protesta divampata negli ultimi giorni non è solo locale ma interregionale.Ieri, dopo la contestazione del consiglio regionale del Molise che ha detto no allo stoccaggio di ecoballe nel paese confinante, è stata la Provincia di Campobasso a chiedere un incontro urgente con Pansa per scongiurare l'ipotesi discarica. Ed ancora ad Avellino, la Provincia ha proposto quattro macro-aree alternative a Petruro Irpino che era stato scelto dal commissariato. I terreni proposti si trovano nella fascia nord-orientale del territorio provinciale tra l'Alta Irpinia e Alta Valle Sele (comprensorio di Conza della Campania, Lacedonia, Aquilonia, Monteverde, Lioni, Teora) e la Valle dell'Ufita-Valle del Calaggio (Greci, Montaguto, Melito, Grottaminarda). Ma ad appena poche ore dalla decisione del consiglio provinciale, le comunità locali interessate dal provvedimento sono già in rivolta. La protesta è scoppiata, sempre ieri, anche al confine tra Pozzuoli e Napoli, quartiere Pisciarelli, per la presenza di cumuli di immondizia nelle strade. Proprio come a Quarto dove, nel parcheggio antistante la chiesa principale del paese, i cittadini hanno deciso provocatoriamente di lasciare i sacchetti di spazzatura creando ingombranti cumuli di rifiuti causando disagi ai fedeli della parrocchia di San Castrese. A Napoli città, invece, sono ancora 350 le tonnellate di immondizia in strada. Ma il problema più impellente riguarda gli impianti di Cdr di Caivano e Giugliano che operano ancora rilento. Il deficit operativo ha causato, a catena, un ingolfamento dei siti di stoccaggio provvisorio e la saturazione dei compattatori. Tant'è che nelle aree di trasferimento e sui camion della provincia di Napoli sarebbero stipate tra le ottomila e le diecimila tonnellate di spazzatura. Nel frattempo, però, si pensa già al futuro. La soluzione all'emergenza ecoballe in Campania, annunciata dal commissario di governo Alessandro Pansa durante l'audizione in Senato e già inserita nel piano regionale, è il cemento. Anzi la calce viva: che miscelata ai rifiuti dovrebbe renderli inerti ed ambientalmente riutibilizzabili. Soprattutto per la rinaturalizzazione delle cave e la ricomposizione morfologica di parti di colline e montagne. Il procedimento, già sperimentato con criteri simili per i residui nucleari e di amianto, è al momento in fase di verifica all'Enea. Il processo, tecnicamente definito "inertizzazione", prevede la miscelazione di 600 grammi di calce per ogni chilo di rifiuto. In sostanza, grazie ad un apposito nastro trasportatore, l'ecoballa, dal peso medio di una tonnellata, viene trasferita ad un macchinario che tritura il maxi-imballaggio di rifiuti per poi unirlo a 600 chili di calce viva. Da qui il prodotto ottenuto è fatto passare in un miscelatore, con ulteriore aggiunta di acqua e additivi se necessario, che rende omogeneo il materiale amalgamandolo grazie ad una "impastatrice" ad alta velocità. Infine il materiale è prima compresso e poi essiccato diventando blocchi di cemento di forma rettangolare di peso variabile tra 1,5 e 2 tonnellate.

14/11/07

Il nostro futuro negli inceneritori!!!

Il mostro....
L'inceneritore più grande d'europa, nella zona più inquinata del mondo....
Nel triangolo della morte, tra Nola, Acerra e Marigliano dove l'incidenza e la mortalità per tumori e tra le più alte d'Italia.....
L'inceneritore con un raggio di emissione di circa 30 Km...
Livelli di diossina elevatissimi...
Un secondo inceneritore della stessa portata di quello di Acerra a Pignataro maggiore, 10 Km da Acerra.....
Creazione di una zona tra i due inceneritori dove si sovrappongono i due raggi di emissione....
In pratica stiamo creando una bomba inquinante che farà più danni di Hiroshima e Nagasaki...
E nessuno dice nulla....
In televisione si parla di quattro deficienti su un isola a pescare....
Ma andate tutti a fanc...

Vi ripropongo l'interessantissimo intervento del Dottor Antonio Marfella, oncologo del Pascale sulla questione degli inceneritori in campania!!!!


«Il mostro di Acerra sarà sempre il nostro nemico»
Scritto da Angelo Agrippa da il Corriere del Mezzogiorno, 14-11-2007 08:49

Qui lo chiamano «il mostro». È il monumentale camino a tre canne che come un organo barocco svetta ad oltre centodieci metri dal suolo su immensi panettoni di rifiuti stoccati poco più in là, sull'ex stabilimento della Montefibre (altra temutissima presenza inquinante del recente passato) e su quel che resta della campagna circostante, coltivata a broccoli e lattuga, ma soprattutto nutrita dall'olezzo che vaga per l'aria, spessa come torrone, e ossessivamente aggredita da mosche.
È l'impianto di termovalorizzazione che, dopo vari rinvii (e un appalto di oltre 200 milioni di euro) avrebbe dovuto entrare in funzione in questi giorni e che probabilmente non brucerà rifiuti (in verità dovrebbe bruciare cdr compatibile, un prodotto diverso dalle attuali ecoballe) neanche da qui ad un anno, benché fiero delle sue tre linee di forno-caldaia che dovranno, per utilità economica, operare contestualmente e in parallelo, delle quali ognuna in grado di bruciare 27 tonnellate di Cdr all'ora.... (clicca quì per l'articolo intero)