Ascolta la tua radio preferita!!!

19/12/07

Il costo della memoria!!!!!

La memoria ha un costo ed è la vita di tanti innocenti morti per combattere contro un sistema mafioso che rischia di stringerci sempre di più nelle sue maglie!!!
Bisogna rifiutare questo sistema....
Bisogna denunciare....
Bisogna creare una collaborazione forte tra cittadini e stato perchè, tutti assieme, possiamo combattere la malavita....
Ma, ahime!, finchè la malavita si siederà sulle poltrone del parlamento e del senato, speranza non ce ne è!!!
L'unica speranza è lottare....
Rovesciare questo sistema....
Rovesciare questo stato....
Non votiamoli....
Cacciamoli.....
Non facciamo vincere il clientelismo, terreno fertile per la malavita politica.....
Riprendiamoci i nostri diritti, ma iniziamo anche a rispettare i nostri doveri....
Solo con l'onestà ed il rifiuto totale della criminalità in ogni sua forma (dal non fare il biglietto sul bus al non rubare denaro) possiamo sconfiggere la malavita!!!!
La mafia è una montagna di merda!!!!!

La memoria ha un costo
17/12/2007 10.24.20

Logo Libera

Un documentario su La7A partire da mercoledì 19 fino al 23 dicembre su LA7 e MTV Italia andranno in onda documentari, talk show dedicati e speciali realizzati anche grazie alla collaborazione di molti ragazzi coinvolti in prima persona in vicende di mafia.La memoria ha un costoLa prima messa in onda dedicata alle Mafie sarà su LA7 che trasmetterà, mercoledì 19 alle ore 22.30, in anteprima esclusiva, il documentario “La memoria ha un costo”, prodotto da H24 e realizzato dagli autori Mauro Parissone e Roberto Burchielli, vincitori quest’anno del premio Ilaria Alpi. Il film avrà una programmazione capillare su entrambe le reti per dare più possibilità di visione agli spettatori. Oltre dunque alla messa in onda di mercoledì 19 dicembre “La Memoria ha un Costo” andrà in onda sempre su LA7 sabato 22 dicembre alle ore 20.30 e, su Mtv Italia, venerdì 21 dicembre alle 23.00 e domenica 23 dicembre alle ore 17.00.A 15 anni dalle stragi di Capaci e Via D'Amelio a che punto è la lotta alle mafie? Chi continua a restare tutti i giorni in prima linea? Roberto Burchielli e Mauro Parissone, i due autori e registi di H24 già vincitori del Premio Ilaria Alpi, tornano su LA7 con un docufilm in presa diretta sui luoghi che furono teatro della tragedia. Gli stessi luoghi dove oggi c'è però ancora chi riesce ad avere speranza: l'associazione "Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie" di don Ciotti, ma anche i parenti che hanno perso i propri cari sotto i colpi di una vera e propria guerra che va avanti da troppi anni. Un film che testimonia la rinnovata vitalità dell'antimafia sociale e che, anche attraverso immagini inedite delle stragi del '92 e di quella di Via Carini in cui perse la vita il generale Dalla Chiesa, compie un viaggio a ritroso alla ricerca di una memoria che sappia fars collettiva.

18/12/07

Rassegna stampa!!!!

Se, come tutti ormai, avete difficoltà con i regali di natale a causa degli stipendi troppo bassi, venite a napoli e a gratis vi offriremo sacchetti neri da regalare a tutti i vostri amici e parenti!!!!
Ormai la situazione è questa.... Questo Natale sotto l'albero metteremo la spazzatura....
Per i regali non c'è posto!!!! (nè i soldi!!!)



Rifiuti, verso il blocco totale da smaltire 100 mila tonnellate
Scritto da Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli, 18-12-2007

La sensazione è un po´ quella del carciofo. Il nucleo della città, dalle zone più inurbate a quelle di maggior pregio turistico, appare protetto. Chi passeggia lungo i Decumani deve fare i conti col viavai di San Gregorio Armeno, la fila di astanti fuori dalla famosa pizzeria di Clinton e l´immancabile fuoriserie finita contromano a far da tappo a San Domenico Maggiore. Tutto sommato situazione discreta anche alla Sanità. Ma appena si esce dal cuore, dove la foglia si fa più larga e la via più capiente, la spazzatura comincia a mangiarsi la città.
Basta affacciarsi su via Santa Teresa per trovare cassonetti sepolti di spazzatura. «É una settimana che stiamo così», lamenta la signora Luisa, custode di uno stabile di 130 famiglie a fianco della Chiesa di Santa Maria del Soccorso. La sua guardiola è in realtà ormai una garitta dalla quale lei monta la vedetta: «Ancora un paio di giorni e la spazzatura entra dentro al parco». Pochi metri più in là una edicola contende palmo a palmo il marciapiede a una filiera di spazzatura che poi s´inoltra ben dentro una traversa. Il gestore trova la forza di sfoggiare saggezza popolare: «Almeno piove e fa freddo, altrimenti... Io sto sotto vento, immaginate in che condizioni starei». Anche alla fermata dell´autobus, sotto la pensilina, i passeggeri in attesa guardano sospettosi oltre il plexigas aspettando che quel blob di spazzatura invada la piazzola di sosta. Ormai si convive coi rifiuti. Nelle periferie più lontane, dal Rione Alto a Pianura, tornano gli incubi dei giorni peggiori, ma già fra il Vomero e l´Arenella un nodo prende alla gola. Simbolica la scena in via Simone Martini: fra le tante montagne di rifiuti ovunque, una assedia la farmacia Cancemi. «Sono due anni che è così - lamentano all´interno - Abbiamo scritto più volte in circoscrizione, non è mai successo niente». Entra un anziano cliente e sorride amaro: «Dottore, eccoci nel giardino d´Europa». Poi inneggia alla rivolta: «I napoletani dovrebbero fare come me: io la tassa sulla spazzatura non l´ho pagata». Dal Vomero a Fuorigrotta: in via Marino i sacchetti impediscono alle auto di entrare nei parchi.Di spazzatura si è parlato ieri anche alla scuola elementare Russo, dove la terza municipalità ha tenuto ieri una seduta di Consiglio con il prefetto Alessandro Pansa. Legalità a tutto tondo nel confronto anche con gli alunni, dalla guida col casco alla raccolta differenziata. E, alle domande specifiche sul perché della crisi, Pansa ha spiegato la situazione, aggravata soprattutto dal fatto che nessuno vuole ospitare i siti. Situazione in effetti prossima al blocco totale, perché poi a Giugliano entrano meno mezzi del previsto e questo ingolfa i Cdr che non accolgono il materiale raccolto nelle città: quello di Caivano è stato chiuso quasi tutta la giornata di ieri. Ci si aggiunge il maltempo: l´impianto di Casalduni è praticamente irraggiungibile, Pianodardine si ferma a ripetizione, a Serre si scaricano 2000 tonnellate al giorno in luogo delle 3500 previste. Così, mentre a Napoli non ci si schioda dalle 3000 tonnellate su strada, altrove la paralisi sta portando verso le 100 mila tonnellate giacenti a terra o nei siti di trasferenza in tutta la Regione. Sicché ieri sera negli uffici di Pansa saliti il sindaco Rosa Russo Iervolino, il presidente della Provincia Dino Di Palma e quello della Regione Antonio Bassolino: «Occorrono incontri urgenti - ha spiegato quest´ultimo - per ottenere il massimo di sinergia e la corresponsabilità da parte di tutti, attorno al prefetto Pansa, senza perdere neppure un´ora».Sembra un appello disperato a governo ed enti locali. C´è anche un sindaco, Vincenzo Cuomo di Portici, che per nome dell´Anci ribadisce a Pansa «collaborazione per qualunque soluzione al problema che preveda certezza nei tempi di attuazione, nelle modalità di intervento del commissariato e nella copertura dei costi necessari». Però intanto il collega di Casalduni, Raimondo Mazzarelli, benché minacciato di rimozione dal prefetto di Benevento, tiene chiuso il sito di San Fortunato e attende l´ennesimo pronunciamento del Tar sul suo ricorso contro le decisioni di Pansa. E giovedì a Giugliano tutti si attendono la chiusura di Taverna del Re.

13/12/07

Mafia e politica!!!!

Impronte di mafia!!!!
Peter Gomez - Lirio Abate

Napule è...!!!



Napule è mille colori, mille paure, è la voce dei bambini che non ti fanno sentire solo...

Napoli è una carta sporca e nessuno se ne importa, ed ognuno aspetta la fortuna...

Napoli come un sogno, la conosce tutto il mondo, ma nessuno sa la verità!!!

Agguati al centro... Napule è!!!!

Ancora sangue bagna questa terra...
Ancora spari e grida....
Ancora una volta i sogni di gloria di un giovane camorrista (ragazzo di sistema) vengono stroncati da un colpo di pistola...
Ancora una volta una vittima innocente di colpi non destinati a lei...
Napule è.....
E nessuno che si chiede perchè un giovane di 20 anni è nel sistema...
Nessuno si chiede perchè rischia la sua vita pur sapendo che un camorrista a due destini scritti:
O con i piedi alla porta....
O dietro alle sbarre....
Possibile che per questi ragazzi non ci sia una alternativa...
Che preferiscano la morte certa ad una vita da vivere fino in fondo!!!
Napule è....

(Qui) Articolo di Repubblica Napoli

2007-12-12 21:07
UCCISO IN AGGUATO A NAPOLI, FERITA PASSANTE

NAPOLI - Un uomo è stato ucciso ed una passante di 26 anni è rimasta gravemente ferita - secondo le prime notizie dei carabinieri - in un agguato questa sera in via Sanità a Napoli, di fronte alla chiesa di San Vincenzo.
Ferita, di striscio, la moglie della vittima, Pasquale Conte, di 20 anni, già noto alle forze dell'ordine. Pasquale Conte è morto nell'ospedale San Gennaro dove era stato ricoverato insieme con la moglie e la passante. Momenti di forte tensione nel presidio sanitario con i parenti delle vittime che si sono riversati in massa nell'ospedale.

E' INCINTA DONNA FERITA GRAVEMENTE A NAPOLI - E' incinta la passante di 26 anni ferita gravemente in un agguato questa sera a Napoli nel quale é stato ucciso un uomo di 20 anni, Pasquale Conte che, secondo i carabinieri, risulta affiliato al clan Misso. La donna è stata colpita ad un fianco. I medici dell'ospedale San Gennaro dove è stata ricoverata non si sono ancora pronunciati sugli effetti per la gravidanza. La moglie di Conte è stata invece ferita leggermente ad una mano. Molto probabilmente, ma i carabinieri stanno ancora lavorando per ricostruire la dinamica dell'agguato, Conte e la moglie si trovavano a bordo di un motorino quando sono stati avvicinati dai sicari. (ANSA)

10/12/07

Stairway to heaven!!!!



"I think this is a song of hopes!!!!"

Le leggende del rock!!!!

Il rock vero.... Fatto di fantasia, intuizione, pazzia ed un pò di irriverenza.... Lasciatevi portare su questa scala per il paradiso dalle note meravigliose della chitarra di Jimmy Page.... Chiudete gli occhi e salite....

Stasera a Londra 18000 fortunati (e ricchi a giudicare da quanto hanno pagato alcuni il biglietto) assisteranno all'evento musicale dell'anno... La loro reunion all'O2 di londra!!!! Due ore che riporteranno l'orologio indietro di più di vent'anni!!!

Cacchio vorrei esserci pure io.....

05/12/07

Ecomafia ed ecoindifferenza!!!

Nessuno ne parla...
Nessuno...
Non un giornale, non un Tg, non una radio...
Le persone muoiono e la politica chiude gli occhi!!!
La camorra dilaga e tutti siamo coinvolti.... Nord, sud, tutti!!!!

L'ecomafia sullo schermo

Al pubblico e alla critica del Torino film festival è piaciuto. Ora gli autori sperano di portare "Biutiful cauntri" in tutte le sale «per tramutare la partecipazione emotiva di tanti in azione concreta». Intervista con Peppe Ruggiero/Scarica il promo

di MARIA GIOVANNA BOLOGNINI

È partito bene il documentario “Biutiful Cauntri”, sul dramma del traffico illegale di rifiuti in Campania. In concorso nella sezione Italiana Doc del Torino Film Festival, la pellicola ha riscosso i commenti positivi di pubblico e critica.In Campania è in atto un massacro ambientale che gli autori Esmeralda Calabria,
La terra dei fuochiAndrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero hanno scelto di raccontare senza filtri attraverso i volti e le voci dei protagonisti-vittime, che osservano impotenti per le strade di Acerra, Giuliano, Qualiano e Villaricca la devastazione di un territorio decisa a tavolino da mafia, istituzioni e imprenditoria del Nord. Una collusione criminale, che è entrata nell'immaginario collettivo con “Gomorra” di Roberto Saviano ma che esiste da un decennio, e che ora Calabria, D'Ambrosio e Ruggiero hanno deciso di narrare e denunciare anche attraverso l'uso della macchina da presa, in maniera più ampia e completa rispetto al quadro della situazione fornito dall'informazione televisiva. «Esmeralda e Andrea pensavano da tempo a un documentario che approfondisse il tema delle ecomafie in Campania – racconta Peppe Ruggiero – I telegiornali si sono occupati della vicenda solo in occasione dell'emergenza rifiuti a Napoli: ma quelle informazioni-spot non trattavano della questione complessiva, che invece abbraccia molto di più la provincia. Eppure Giuliano fa centomila abitanti, ed è a soli 25 chilometri dal capoluogo».[...]
(Tratto da http://www.lanuovaecologia.it/)


Ecco il promo...

Rassegna stampa!!!!

Mentre altri sono ancora a discutere sul fascismo e sulla questione di punire 10 immigrati per educare gli altri, ci sono sindaci e comuni che affrontano problemi "seri" e non stupidaggini da bambini!!!
Che i leghisti fossero razzisti per nascita si sapeva, ma pensavo che un pò di intelligenza, qualcuno di loro, doveva pure averla.... è la legge dei grandi numeri... c'era la possibilità!!!
A quanto vedo invece...
Queste stesse persone ora penseranno che i problemi dell'immondizia sono problemi dovuti alle nostre amministrazioni e al nostro essere terroni incivili....
Ma io vi rispondo di NO!!!
Perchè il 60% dei rifiuti che vengono sversati illegalmente in campania (costituiscono una buona parte dei rifiuti nelle nostre discariche, circa il 30%) provengono dalle fabbriche del nord...
Questo non è un discorso mio, ma è tutto provato da indagini in corso della polizia (vedi documento)
I vostri cari imprenditori per bene, quelli del nord, i migliori, sono collusi con le associazioni mafiose in questo "commercio" di rifiuti pericolosi!!!!
Ma la mafia non era solo al sud???
Non era un problema dei terroni???
Io direi di no visti i risvolti degli ultimi anni!!!

Minaccia di Serre per Natale "Sacchi neri sotto l´albero"
Scritto da Angelo Carotenuto da la Repubblica Napoli, 05-12-2007 09:19

Il medico Palmiro Cornetta è passato ieri sera da un suo amico avvocato. È sindaco a Serre, il paese che ingoia ogni giorno duemila tonnellate di fos e sovvalli, talvolta anche di immondizia così com´è, appena prelevata dalle strade della regione. Cornetta voleva che leggesse la lettera scritta a Giorgio Napolitano, prima di spedirla al Quirinale. Spiega perché domani non si presenterà a Napoli, in prefettura, per discutere sull´ampliamento dei volumi nella discarica.
«Non possiamo sopportare il peso dell´emergenza rifiuti di una intera regione». Il no di Serre coincide con un´altra giornata di crisi. Oggi si fermano di nuovi i Cdr, dove sono state stoccate le ecoballe, neanche una è stata finora portata a Giugliano, dopo l´ordinanza del giudice civile Alessandro Pepe, tribunale di Napoli. Si diffonde un incubo: Natale con i rifiuti.Lo teme l´Asìa, la società che finora ha tenuto Napoli pulita, al contrario della provincia con oltre ventimila tonnellate da rimuovere. «C´è da essere molto preoccupati per i prossimi giorni», confida l´amministratore delegato Ciro Turiello. Timori che il sindaco di Serre può solo confermare. Cornetta lancia una minaccia dopo l´altra: «Mi dispiace, ma i sacchi di immondizia saranno sotto l´albero di Natale a Napoli. Non è giusto chiedere a Serre altri sacrifici. Passeremo anche noi brutti giorni di festa a presidiare le strade. Ho scritto al Quirinale per anticipare che i cittadini sono stanchi, prevedo la loro composta ma legittima ribellione. Anzi, posso già annunciarla».È stato convocato per domani a Napoli. «Non posso presentarmi, perché è tutto scritto nella legge e nel protocollo d´intesa. È deplorevole quanto accade. Ho scritto ai carabinieri dei Noe, all´Arpac, a tutti. Chiedo che sia messa in sicurezza la zona, non chiedo altro, chiedo sicurezza». Cornetta una idea ce l´ha, ecco perché non vuol presentarsi: «Non vorrei che la chiusura di Giugliano facesse diventare Serre anche sito di stoccaggio delle ecoballe». Serre minimizza invece i disagi di Macchia Soprana, dove i camion arrivano rimorchiati da trattori. Per la pioggia la strada in salita è viscida. Macchia Soprana è discarica regionale. Secondo il sindaco, rischia di diventare anche provinciale, per accogliere anche i rifiuti di Salerno. A Gugliano è ancora chiusa Taverna del Re. Cento ettari che diventano terreno di conquista elettorale del centrodestra. Prima Francesco Storace, poi Giorgia Meloni vice presidente della Camera dei deputati per An sono venuti a vedere le montagne di ecoballe in parte ricoperte di teloni. Il cattivo odore, che spesso è quello acido del disinfettante misto a percolato, si respira ancora nella zona. Dall´impianto escono solo le betoniere, che rimuovono fango maleodorante, tra cani randagi e gabbiani. Il movimento studentesco collegato ad An e ad Azione Giovani ha seguito con fervore lo sciopero di alcuni istituti per una soluzione della crisi e la chiusura di Giugliano.Non ancora requisiti i nuovi centri di stoccaggio per ecoballe. Il governo con Pecoraro Scanio ha raccomandato un´occupazione morbida, oggi i deputati Raffaele Aurisicchio e Arturo Scotto di Sinistra Democratica attendono una risposta dal ministero per i rapporti con il Parlamento nel question time delle ore 15. Hanno evidenziato le proteste dei centri irpini Petruro Irpino e Chianche, «dove si produce il Greco di Tufo uno dei vini più pregiati e richieste nel mondo», ma anche di Morcone nel Sannio, «a ridosso della diga di Campolattaro, il più importante invaso idrico del Mezzogiorno». Ritengono «non compatibile una gestione dei conflitti democratica con una maggioranza di centrosinistra se si ricorre alla forza pubblica per imporre decisioni di una struttura monocratica quale il Commissariato». Proteste anche a Pignataro Maggiore, che dovrebbe concedere una discarica in un´area sequestrata ai clan. Interviene il Comitato anticamorra. Ha inviato un dossier al presidente della Commissione Antimafia, Forgione. «No può accogliere rifiuti la proprietà confiscata alla cosca mafiosa Lubrano-Nuvoletta, depositaria di orribili ricordi e misfatti».

04/12/07

Rassegna stampa!!!

Napoli è come sempre in fermento e le notizie si susseguono, gli agguati continuano....
Ormai ci stiamo abituando....
Quì vince la camorra....
Lo stato colluso deve essere spazzato via...
C'è bisogno di una politica vera, onesta, forte e coraggiosa...
C'è bisogno di cittadini in grado di alzarsi, di scorciarsi le maniche ed iniziare a lavorare per il futuro loro e dei propri figli...
Un futuro migliore è possibile, bisogna crederci ed alzarsi per andarselo a prendere, non possiamo aspettare per sempre che qualcuno, qualche altro Masaniello da mandare a morte, possa da solo risolvere la situazione...
Dobbiamo cambiare tutti, risvegliare le coscienze, dare un'alternativa a chi vive nei territori di camorra e ne vuole fuggire...
Solo insieme possiamo!!!

In via Diocleziano agguato scambiato per incidente stradale
Scritto da Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno, 02-12-2007 17:47

Tre omicidi nel giro di sole 24 ore. Due nella sola giornata di ieri. Il primo a Napoli, il secondo a San Giorgio a Cremano. Ieri pomeriggio in via Diocleziano hanno sparato tra la folla che passeggiava e faceva acquisti di sabato sera, ma nessuno ha avvertito la polizia.
Quando gli agenti, dopo essersi fatti largo tra le auto che procedevano a passo d'uomo, sono finalmente arrivati, erano convinti che quell'uomo a terra accanto a una moto fosse rimasto vittima di un incidente stradale. Invece Salvatore Zito, 38 anni, legato al clan D'Ausilio, era stato assassinato con sette colpi di pistola alla testa. L'omicidio, che potrebbe essere collegato con quello avvenuto venerdì sera in via Orazio Coclite, al Rione Traiano, è avvenuto intorno alle 19. Via Diocleziano, la strada che collega piazzale Tecchio con Bagnoli, era particolarmente affollata per lo shopping di Natale; decine di persone sui marciapiedi, ma anche tanti motorini e tante auto. Zito era appunto in motorino, all'altezza di una grande agenzia di scommesse, e dev'essere stato affiancato da uno scooter o più scooter con gli assassini. Hanno sparato almeno sette volte, uccidendolo all'istante. L'uomo è caduto dalla motocicletta ed è rimasto sul selciato, in una pozza di sangue. Nessuno ha visto i killer in azione, nessuno ha udito le sette detonazioni. L'unica segnalazione arrivata alla polizia è stata quella di un incidente stradale. Gli agenti della «volante» hanno dovuto allontanare una piccola folla di curiosi. Un'altra folla, più minacciosa e preoccupante, si è radunata poco dopo, quando nel quartiere si è sparsa la voce che Zito era stato ucciso: parenti e amici sono accorsi a vedere e si sono abbandonati a scene di disperazione e rabbia. Il traffico si è bloccato. Sull'omicidio indagano gli agenti della squadra mobile e quelli del commissariato San Paolo, coadiuvati dai colleghi della Scientifica. La zona intorno al motorino è stata isolata e sono stati fatti i rilievi. Fino a tardi, però, curiosi e amici dell'ucciso sono rimasti a osservare il lavoro degli investigatori.E in serata, killer di nuovo in azione a San Giorgio a Cremano. A cadere sotto il fuoco del commando omicida un uomo che viaggiava in sella a una moto, colpito da diversi proiettili in via delle Carceri Vecchie, al confine con Napoli.Secondo una prima rcostruzione fatta dagli agenti della polizia la vittima ha tentato di sfuggire ai sicari nascondendosi tra due auto, ma è stato raggiunto comunque dai proiettili esplosi contro di lui. È il secondo agguato, oggi, tra Napoli e provincia. Il terzo in 24 ore. Venerdì sera l'ultimo omicidio nella zona occidentale, dopo una pausa durata poco più di un mese.


E ora tocca a Bagnoli e Scampia. Dopo Chiaia e Vomero, la protesta si allarga alla periferia
Scritto da Angelo Carotenuto da la Repubblica Napoli, 03-12-2007 06:59

La marcia di Chiaia, i fischi del Vomero, e oggi Bagnoli con Scampia. Area nord e zona occidentale, altre due voci che si alzano. Bagnoli si spinge in mattinata fin dentro l´aula multimediale del palazzo del Consiglio comunale, coi ragazzi dell´Assise cittadine che chiedono chiarezza su bonifica, colmata, idrocarburi e concessioni ai lidi. L´altro allarme riguarda il campo di calcio di Secondigliano, il Barassi, inaugurato con l´etichetta di luogo simbolo per il contrasto al baby arruolamento della camorra ma poi subito chiuso, e adesso - raccontano a Scampia - a rischio di esproprio per i lavori della metropolitana.
È la periferia che si salda alla catena di protesta aperta dai "salotti" borghesi. La rete dell´insofferenza. Quella che crede con «una profonda e corretta sinergia civica di risollevare Napoli dallo stato di abbandono e degrado morale in cui è piombata». Così dicono le 24 sigle riunite stasera a Scampia, coordinate da "Minerva Donne" di Stefania Martuscelli e da don Aniello Manganelli dell´Opera don Guanella. Tra i movimenti che sottoscrivono, il comitato "Città antica" di Tiziana Iorio (i lenzuoli bianchi ai Decumani) e la Consulta di Chiaia, che va a portare solidarietà. Hanno invitato a una tavola rotonda il capo della direzione distrettuale antimafia Franco Roberti, il sociologo Luigi Caramiello, il criminologo Silvio Lugnano, e chiedono un incontro al sindaco per delle proposte. Un incontro col sindaco, il vice Santangelo e gli assessori Nasti Ponticelli e Madaro, l´hanno chiesto i residenti di Bagnoli. Stamattina. In via Verdi. Mariano Malvano, che guida la commissione di vigilanza sulla bonifica, fa coincidere con l´appuntamento una delle sue riunioni. Spiega Marco Pirro, dell´Assise: «L´accordo sulla colmata non è stato discusso in aula, come invece è successo a Piombino. È la bonifica del non fare. A che serve cominciare dai lidi se i fondali sono inquinati? È uno spreco di danaro». Ci sono due ricorsi al Tar. «Chiediamo che non siano rinnovate le concessioni ai lidi». Su questo punto c´è un processo che parte a gennaio. Anche a Bagnoli fioriscono associazioni spontanee, alcune non hanno ancora un nome. Si interessano all´avanzamento della bonifica, che secondo Bagnolifutura è al 27 per cento (entro il 2008 completati i lavori a Porta del parco, Parco dello sport e Acquario tematico; e via ai cantieri degli Studios e del Parco urbano), ma non solo. Vogliono farsi sentire su caos da traffico e da discoteche estive, per gli allagamenti continui dovuti al cantiere del collettore, 10 anni di lavori mai finiti. La Rete, eccola. Chiaia si dice pronta a tornare in piazza se la Ztl dovesse naufragare, e col suo presidente municipale Chiosi denuncia l´allagamento dovuto alla pioggia di alcuni negozi in Galleria Umberto, «causato dalla mancata chiusura di alcuni spazi sulla copertura del monumento da parte dell´impresa che effettua i lavori». Al Vomero il consigliere municipale Norberto Gallo (lista Decidiamo Insieme) scopre che i 9 punti della Iervolino non sono nuovi impegni: «Si tratta delle vecchie promesse evidentemente non mantenute». E il comitato Valori collinari ribadisce la protesta del 15 dicembre nell´isola pedonale di via Scarlatti.


Le tangenti? «Regalie dell'imprenditore per reciproca simpatia»
Scritto da Gianluca Abate da il Corriere del Mezzogiorno, 04-12-2007 07:30

Accade, negli uffici della Regione Campania, che alcuni funzionari decidano di accelerare la pratica di un imprenditore «a titolo di consulenza». Accade, negli stessi uffici, che quest'ultimo elargisca una «regalìa» per «sdebitarsi ». E accade anche che la somma versata (e sequestrata) venga percepita «non a titolo di tangente », ma in virtù di una «reciproca simpatia». Eccola qui la versione dei quattro arrestati (due funzionari e due dipendenti della Regione) con l'accusa di aver chiesto mazzette a un imprenditore per favorirne una pratica.
Il gip Paola Valeria Scandone li ha scarcerati venerdì scorso. Il motivo? «Affievolite esigenze cautelari». E solo quelle per il momento, ché «nei loro confronti sussistono gravi indizi di colpevolezza». Le undici pagine con cui il giudice sostituisce la detenzione in carcere con la misura degli arresti domiciliari, riportano le versioni di accusa e difesa. E il provvedimento con cui la Procura chiedeva di tenerli in carcere, allegato al documento del gip, rivela che «c'è almeno un altro complice ». Il Corriere del Mezzogiorno li ha letti entrambi. Ecco la storia che raccontano. E che, per la prima volta dall'inizio di quest'inchiesta, viene messa nero su bianco in un provvedimento giudiziario.È il 7 novembre quando l'imprenditore denuncia «la richiesta di somme di denaro da parte di alcuni funzionari per far andare a buon fine una pratica di richiesta di finanziamenti». Scattano denuncia, inchiesta, pagamento- esca di 1.000 euro da parte dell'imprenditore ( microfonato dalla Digos) e blitz della polizia con tanto di arresto in flagranza. C'è anche altro, nell'inchiesta. Ci sono le intercettazioni ambientali negli uffici della Regione (e da lì «si evince la richiesta di altri soldi da consegnare entro Natale»), e c'è la conversazione registrata di un indagato che al telefono con la moglie «ammette d'aver preso quei soldi». È con queste prove in mano che il giudice interroga funzionari e dipendenti. E loro rispondono. Uno, Costanzo Barile (lo difende l'avvocato Carlo Maione), dice che quella somma che gli hanno trovato in tasca «è un compenso ricevuto, con leggerezza, per una consulenza» che hanno fatto i suoi colleghi d'ufficio. Un altro, Antonio Riccardo (assistito da Gennaro Malinconico), sostiene che si tratta di «attività di consulenza svolta spontaneamente nell'interesse dell'imprenditore». Un altro ancora, Camillo D'Ambra (assistito da Giancarlo Biancardi) dice che c'era «la necessità di accelerare una pratica», e che l'imprenditore avrebbe «assunto l'iniziativa di sdebitarsi facendo una regalìa » in denaro («piacere», chiosa il gip, «che l'indagato ha provveduto a sollecitare per non far far brutta figura all'imprenditore)». L'ultimo degli indagati, Andrea Fogliamanzillo (lo difende Gabriele Di Maio), dice che sì, che accettando quei soldi ha commesso «una leggerezza». Ma, aggiunge, la vicenda «è avvenuta in un clima di reciproca simpatia, in un contesto di rapporti amicali del tutto avulsi da un'attività di pressione, minaccia o intimidazione».È uno dei temi centrali, quello sulla qualificazione del reato come concussione (uno degli indagati ha spiegato che in quell'ufficio basta chiedere che la pratica sia affidata a un altro funzionario per evitare le asserite pressioni). Ma il giudice, pur rinviando su quest'aspetto a «ulteriori approfondimenti », ritiene che allo stato «sussistano comunque i «gravi indizi » e le (seppur affievolite) «esigenze cautelari», perché «c'è il concreto pericolo che, se liberi, gli indagati possano commettere delitti della stessa specie».La Procura, per la verità, chiedeva di più. E nelle sue tre pagine depositate per chiedere la convalida dell'arresto e la custodia in carcere, il pm Francesco Curcio spiegava che «gli indagati, con un semplice telefono cellulare non intestato a loro, potrebbero inquinare le prove, anche con la complicità di correi presenti nei loro uffici». Insomma, l'inchiesta è tutt'altro che chiusa. Forse anche perché, accusa ancora il magistrato, «gli arrestati, agendo con un meccanismo corale e ben oliato che induce la vittima in uno stato di soggezione, hanno perfettamente messo a punto con capacità e professionalità un sistema di esazione delle tangenti che non appare isolato ». E che non sia isolato lo proverebbero anche le indagini immediatamente successive all'arresto. «C'è, agli atti, la prova certa dell'esistenza di un altro complice. E le modalità professionali con le quali si è consumato il delitto fanno ritenere che lo stesso si inserisca in un quadro criminoso ben più ampio (...). Gli stessi indagati hanno spiegato che dovevano remunerare altri funzionari coinvolti nella vicenda».Questa storia l'ha raccontata lui, l'imprenditore. Un accusatore «la cui testimonianza ha i caratteri della serena attendibilità» (parole del gip). E che, soprattutto, «è immune da intenti di calunnia».

29/11/07

Rassegna stampa!!!

Il "sistema" continua a stringere la sua rete!!!
Le istituzioni fanno finta di niente...
La magistratura lavora da sola....
E senza speranze....

I pm: «La camorra si è ripresa Pazzigno»
Scritto da Gianluca Abate da il Corriere del Mezzogiorno, 29-11-2007 07:06

Il 26 agosto di dieci anni fa, all'alba di un martedì, 1.500 agenti di polizia, vigili del fuoco, agenti di polizia municipale e tecnici del Comune fanno irruzione nel rione Pazzigno a San Giovanni a Teduccio. Obiettivo, demolire i bunker della camorra e cacciare i boss che occupano, abusivamente, gli alloggi popolari. Il 3 aprile del 1998, sempre coordinati dalla sergente del Comune Maria Rosaria Guidi, tecnici e forze dell'ordine sono di nuovo lì, a smantellare cancelli con la fiamma ossidrica e abbattere muri buoni a difendere gli affari dei boss.
E ancora, il 24 novembre del 2004, ecco la polizia a stanare gli uomini del clan che erano tornati. «Abbiamo cacciato i camorristi casa per casa», annuncia il presidente della Regione Antonio Bassolino. Il caso diventa nazionale, tutti pubblicano le foto del primo blitz, seguono commenti di sindaco, presidente della Provincia, politici, cittadini. Tutto inutile. Perché, rivela l'ultima inchiesta della Procura antimafia, «le case lasciate libere dagli uomini del clan di Patrizio Reale sono state rioccupate dal clan capeggiato da Roberto Mazzarella ». Come? Lo raccontano le 159 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Luigi Giordano contro boss e gregari di San Giovanni a Teduccio. Il Corriere del Mezzogiorno le ha lette. Ecco cosa raccontano.Cambio della guardia Dieci anni dopo, Pazzigno è ancora un «fortino della camorra». Non che quel rione sia stato tirato su per i clan, beninteso. No, quegli alloggi popolari dovevano servire a chi i soldi per assicurarsi un tetto non ce l'ha. Peccato però servissero anche alla camorra. E, in particolare, al clan capeggiato da Patrizio Reale. Perchè? Beh, perché «il complesso edilizio ha una conformazione architettonica idonea a essere considerata una roccaforte», scrive il giudice Luigi Giordano. E, tanto per mettere in chiaro cosa sia un bunker di camorra, nella sua richiesta di misura cautelare il pm antimafia Barbara Sargenti spiega che il fortino «è diviso in sei scale, ciascuna di sette piani, e comprende 144 appartamenti. I clan hanno isolato le aree abitative (...) mediante la creazione di ostacoli all'accesso veicolare e pedonale, la dislocazione di posti di controllo e vigilanza, l'installazione di telecamere e la blindatura degli appartamenti». Insomma, il migliore dei mondi (criminali) possibili. Ed è per questo che gli uomini di Patrizio Reale arrivano a buttar fuori di casa i legittimi assegnatari degli alloggi popolari per occuparli con le proprie famiglie. Un'indecenza. Troppo anche per Napoli. E infatti, quel 26 agosto 1997, arriva la reazione. Il problema, però, è che a conferenze stampa archiviate, di Pazzigno non s'è ricordato più nessuno, se non a parole. E così, dieci anni dopo, l'inchiesta della Procura che ha portato all'emissione di 17 ordini d'arresto nei confronti del clan di Roberto Mazzarella rivela che «il sodalizio ha occupato il rione Pazzigno con i propri affiliati, approfittando dell'assenza dei membri del clan Reale», quasi tutti arrestati dopo il blitz di dieci anni fa.La denuncia Il 9 marzo 2006, seduta davanti al funzionario della squadra mobile della Questura, c'è la signora Concetta, una vedova che ha due figli a casa e altrettanti in carcere. Racconta, la donna, che lei è la «legittima assegnataria dell'alloggio di edilizia popolare sito al rione Pazzigno, isolato 1, scala B, interno numero 1». Legittima sulla carta, ché la casa è costretta a dividerla con Giuseppe Corrao, latitante da due giorni, uno che la camorra conosce come Peppe il pellettiere e che le donne del clan chiamano «quello che fa i morti». È lui, racconta Concetta, che «s'è presentato sul ballatoio antistante la mia abitazione con altre persone», ha «aperto la porta con le chiavi» (chissà chi gliele ha date) e «s'è stabilito in casa con altre persone». È uno preciso, questo Peppe. Uno che «poco tempo dopo ha fatto dei lavori di ristrutturazione ». E che è stato anche «inserito nel mio stato di famiglia come convivente, così che risultasse formalmente legittimato a occupare l'appartamento». Inutile dirlo, Peppe e Concetta non hanno «mai» convissuto. «No, al massimo mi ordina di spazzare il terrazzo. E, nonostante occupi più della metà dell'appartamento, non paga neppure la pigione al Comune, 647 euro al mese». Lei, Concetta, vorrebbe andar via. Magari «in una clinica dove sono già stata». O magari «in un altro appartamento del Comune. Fa niente che sia più piccolo, quel che conta è poter vivere in pace». Lontana dai boss. E dalle illusioni.

Emigrare, come lo struzzo che nasconde la testa!!!

Io non credo che emigrare risolva tutti i problemi... E' solo il modo di fare di chi non ha più il coraggio di lottare, di andare avanti, di collaborare con le tante persone che vogliono migliorare le cose...

Il problema è che i collusi e criminali ormai sono al potere, sono nella politica, nelle dirigenze, nelle istituzioni, comandano la magistratura dall'alto, sono delle caste diaboliche fatte di poche persone che si sono blindate grazie a leggi fatte da loro stessi, la morte della democrazia...

Non c'è più la democrazia, c'è una oligarchia criminale che mi fa tornare alla mente la disposizione di potere preferita dalle mafie...

Sarà una coincidenza...

Ecco la mafia moderna, quel "sistema" che fu chiamato ai tempi "piovra" dai giornali, che non ha nulla a che fare con i boss pecorai con i loro codici d'onore...

Non ci sono più....

Oggi sono imprenditori, politici, dirigenti, anche giudici, spietati...

E' un sistema articolato di affiliazione, collusione e corruzione della parti che crea questa rete enorme che ci schiavizza ai poteri spietati di mafie moderne...

Sono d'ovunque, nei lavori pubblici, nel privato, alle regioni come governatori, alle province, ai comuni, nelle dirigenze della magistratura, della sanità....

Ecco come si spiegano gli sprechi, lo sperperio di soldi che nessuno sa dove vanno e che noi cittadini dobbiamo rimpinguare con le tasse ingiuste dei nostri governi collusi...

Ma noi siamo il popolo sovrano...

Dobbiamo riappropiarci della nostra costituzione, delle leggi...

Del nostro stato...

Dobbiamo lottare e mandare via questa oligarchia criminale...

Non dobbiamo farci schiacciare dal potere, dalla normalità, dal "così vanno le cose", dall'omertà...

Non dobbiamo farci sviare dall'informazione gestita dal potere, cerchiamo le notizie vere...

Sforziamoci e andiamo sui posti a vedere le cose reali e le cose che ci propina quell'immondezzaio che chiamiamo televisione...

Benvenuti alla "Penisola dei collusi"...

Vi lascio la testimonianza di chi ha lottato contro la camorra, forse meno conosciuto degli altri, ma per questo non meno importante, come tanti altri sconosciuti lottatori...



Un prete ucciso dalla camorra, il suo nome era don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe nel casertano, patria dei casalesi, famiglia camorrista potente, diceva "Per amore del mio popolo non tacerò"... Disse e spiattellò in faccia a tutti cose che tutti sapevano ma che non dovevano essere dette apertamente, guardò in faccia i camorristi e li sfidò... Fu ucciso il 19 marzo, giorno del suo onomastico, nel sagrato della sua chiesa da due sicari... Oggi le sue parole risuonano più forti di prima.

27/11/07

Parchi e monnezza!!!

Non mi fraintendete, io credo che il provvedimento in se sia giusto....
Vietare il fumo nei parchi cittadini, bel verde strozzato dallo smog circostante, potrebbe essere giusto.....
Potrebbe essere sensato in una città che cura il suo verde, che lo protegge dal traffico, dall'immondizia, dai balordi....
Una città che, risolti tutti i suoi problemi può anche consentirsi il lusso di prendere un provvedimento così avanti....
Una città dove la civiltà la fa da padrona, dove non ci dovrebbe essere il bisogno di impegnare dei vigili a controllare che nessuno fumi nei parchi....
Una città dove la popolazione sia stata sensibilizzata sul problema del fumo passivo...
Non credo che imporre da un giorno all'altro una ordinanza che vieta di fumare nei parchi in presenza di donne e bambini sia l'indice di civiltà di una città, Napoli, che ha tanti problemi, l'ultimo dei quali è il fumo nei parchi....
La civiltà si fa con la sensibilizzazione e la civilizzazione del cittadino, con l'esempio delle istituzioni e infine con leggi che regolamentino la vita cittadina, punendo i trasgressori...
La legge, da sola non serve.....
Io amo la mia città, Napoli, ma credo che siamo molto lontani dalla civiltà che serve per portare avanti campagne del genere...

In una città dove non ci si ferma ai semafori, dove i vigili spesso non fermano i motorini con tre o più persone senza casco, dove l'immondizia spesso e volentieri ti invade le strade, dove i cassonetti pieni bruciano, dove quartieri in pieno centro come Forcella e i quartieri spagnoli sono zone franche delle famiglie cammorriste, dove i motorini camminano sui marciappiedi, dove esiste un porto che è la porta per tutta la merce illegale per l'Europa, dove Scampia è il regno della droga, dove la mozzarella di bufala di Aversa è fatta da lavoratori stranieri a nero sfruttati, dove il cemento e le discariche sono in mano alla camorra, dove le proprietà confiscate alla camorra sono di nuovo in mano ai camorristi......
E ce n'è ancora da dire....
Vi sembra che il problema del fumo nei parchi sia così importante?...


P.S. Io non fumo ed essendo medico sono totalmente contro il fumo, ma credo che dire di smettere di fumare a persone alle quali verrà messo un inceneritore di proporzioni mastodontiche ed una discarica sotto casa, che ogni giorno passa ore nel traffico saturando i suoi polmoni con lo smog, che respira i fumi dei cassonetti bruciati in città, che ha livelli di diossina in corpo altissimi, è un pò difficile... Andebbero risolti prima i problemi maggiori e poi i piccoli....


Fumo vietato, Nasti «agente» nei parchi
Scritto da Stefano Piedimonte da il Corriere del Mezzogiorno, 25-11-2007 09:14

L'assessore comunale all'Ambiente, Gennaro Nasti, gira «in incognito » nei parchi cittadini. Così, dice, può verificare gli effetti della sua ordinanza, che vieta di fumare nelle aree verdi in prossimità di bambini e donne incinte. Ieri è stato in Villa Comunale e nel vomerese Parco Mascagna, per incontrare «nessun trasgressore». Questo, secondo l'assessore, vuol dire che «i napoletani sono molto più civili di quanto si possa pensare».
Almeno nei due parchi visitati da Nasti, che sono «solitamente frequentati. Nelle aree dove sono stato nessuno fumava. Ho solo visto alcuni studenti che fumavano nella Villa Comunale, ma lo facevano nel viale principale, lontano dai bimbi». Nessuna segnalazione relativamente alle multe effettuate è stata ancora inviata in assessorato. La polizia locale, evidentemente non ne ha fatta nessuna. Bisognerebbe capire, però, quante ne venivano fatte prima dell'ordinanza per divieto di fumo in generale. I cattdini, dice Nasti, hanno ben accolto la novità. Sono tutti contenti. «Non mi sono arrivate lettere di protesta, tutt'altro — riferisce l'assessore — Anche oggi (ieri, ndr), qualche napoletano che mi ha riconosciuto si è mostrato soddisfatto per il provvedimento preso ». Ancora, racconta l'assessore, qualche turista si è divertito a «scattare fotografie ai cartelli anti-fumo», esportando l'immagine di una Napoli impegnata a vietare per iscritto comportamenti che già il buon senso dovrebbe proibire. In fondo, Nasti sa bene che in una città civile non è necessaria un'ordinanza per salvare bambini e donne incinte, nei parchi pubblici, dalla nube malevola della «stecchetta di veleno». «Tutto questo — commenta — dimostra che in fondo è una semplice norma di buon senso e di educazione. Il vero banco di prova sarà domenica prossima, per la "Domenica nei parchi". Spero che i napoletani anche allora rispettino le regole ». Cioè, non fumare in faccia a bambini e donne incinte.

15/11/07

Immondizia e cemento!!!!

Potrà sembrare una coincidenza ma leggendo questo articolo mi sono reso conto che il nuovo piano per lo smaltimento delle ecoballe, miscelarle con la calce viva e trasformarle in blocchi di cemento, non fa altro che dare forza a quelle che sono le principali fonti di guadagno della camorra: Rifiuti, cemento, appalti pubblici (clicca e leggi l'articolo in merito)....
Non voglio essere cattivo nè malpensante.....
Però cacchio!!!! E' incredibile come ogni progetto che nasce in campania sia sempre una fonte di guadagno per la criminalità organizzata!!!!
Sarà una coincidenza?
Sarà sfortuna?
Sarà che le amministrazioni a tutti i livelli in campania sono colluse con queste associazioni?
Sarà che il ministro della sua giustizia Mastella è molto addentro a questo ambiente?
Sarà che gli "imprenditori di sistema" moderni camorristi sono molto "amici" dei politici?
Sarà che molti di questi imprenditori sono politici?
Chissà!!!!
Ai posteri l'ardua sentenza (speriamo che sia una sentenza giudiziaria!!!)

Sui camion tonnellate di sacchetti senza meta
Scritto da Felice Naddeo da il Corriere del Mezzogiorno, 15-11-2007 06:54
In attesa della cementificazione delle ecoballe è ancora caos in Campania per l'individuazione dei siti dove dovrebbero trovare temporanea dimora i maxi-imballaggi di rifiuti. Le nove aree indicate dal prefetto Alessandro Pansa sono indisponibili o al centro di contestazione da parte delle comunità locali. L'unica certezza resta Poggioreale, sito sul quale c'è il placet del comune di Napoli e il gradimento del commissariato.
In provincia di Salerno, invece, è oramai tramontata l'ipotesi Buccino. Su parte dei terreni scelti per realizzare una discarica è, di fatto, attivo un Contratto di Programma per svariati milioni di euro che dovrebbe portare a nuovi insediamenti industriali. Quindi addio sito di stoccaggio. Ed allora, ieri mattina alla Prefettura di Salerno, da una riunione plenaria è scaturita la scelta dei nuovi possibili terreni che sarebbero stati individuati dai tecnici del commissariato. Probabili discariche insomma, ma nessuna certezza. I comuni "nominati" sono Atena Lucana e Padula. Il primo ha tutti requisiti tecnici per poter ospitare le ecoballe. Ma comunque sono necessari studi geologici e ulteriori approfondimenti. Il secondo terreno appare, invece, alquanto improbabile. Perché per raggiungere l'eventuale discarica a Padula, tutti i compattatori dovrebbero passare, causa unica strada disponibile, davanti all'ingresso della famosa e celebrata Certosa. Per Morcone, in provincia di Benevento, la protesta divampata negli ultimi giorni non è solo locale ma interregionale.Ieri, dopo la contestazione del consiglio regionale del Molise che ha detto no allo stoccaggio di ecoballe nel paese confinante, è stata la Provincia di Campobasso a chiedere un incontro urgente con Pansa per scongiurare l'ipotesi discarica. Ed ancora ad Avellino, la Provincia ha proposto quattro macro-aree alternative a Petruro Irpino che era stato scelto dal commissariato. I terreni proposti si trovano nella fascia nord-orientale del territorio provinciale tra l'Alta Irpinia e Alta Valle Sele (comprensorio di Conza della Campania, Lacedonia, Aquilonia, Monteverde, Lioni, Teora) e la Valle dell'Ufita-Valle del Calaggio (Greci, Montaguto, Melito, Grottaminarda). Ma ad appena poche ore dalla decisione del consiglio provinciale, le comunità locali interessate dal provvedimento sono già in rivolta. La protesta è scoppiata, sempre ieri, anche al confine tra Pozzuoli e Napoli, quartiere Pisciarelli, per la presenza di cumuli di immondizia nelle strade. Proprio come a Quarto dove, nel parcheggio antistante la chiesa principale del paese, i cittadini hanno deciso provocatoriamente di lasciare i sacchetti di spazzatura creando ingombranti cumuli di rifiuti causando disagi ai fedeli della parrocchia di San Castrese. A Napoli città, invece, sono ancora 350 le tonnellate di immondizia in strada. Ma il problema più impellente riguarda gli impianti di Cdr di Caivano e Giugliano che operano ancora rilento. Il deficit operativo ha causato, a catena, un ingolfamento dei siti di stoccaggio provvisorio e la saturazione dei compattatori. Tant'è che nelle aree di trasferimento e sui camion della provincia di Napoli sarebbero stipate tra le ottomila e le diecimila tonnellate di spazzatura. Nel frattempo, però, si pensa già al futuro. La soluzione all'emergenza ecoballe in Campania, annunciata dal commissario di governo Alessandro Pansa durante l'audizione in Senato e già inserita nel piano regionale, è il cemento. Anzi la calce viva: che miscelata ai rifiuti dovrebbe renderli inerti ed ambientalmente riutibilizzabili. Soprattutto per la rinaturalizzazione delle cave e la ricomposizione morfologica di parti di colline e montagne. Il procedimento, già sperimentato con criteri simili per i residui nucleari e di amianto, è al momento in fase di verifica all'Enea. Il processo, tecnicamente definito "inertizzazione", prevede la miscelazione di 600 grammi di calce per ogni chilo di rifiuto. In sostanza, grazie ad un apposito nastro trasportatore, l'ecoballa, dal peso medio di una tonnellata, viene trasferita ad un macchinario che tritura il maxi-imballaggio di rifiuti per poi unirlo a 600 chili di calce viva. Da qui il prodotto ottenuto è fatto passare in un miscelatore, con ulteriore aggiunta di acqua e additivi se necessario, che rende omogeneo il materiale amalgamandolo grazie ad una "impastatrice" ad alta velocità. Infine il materiale è prima compresso e poi essiccato diventando blocchi di cemento di forma rettangolare di peso variabile tra 1,5 e 2 tonnellate.

14/11/07

Il nostro futuro negli inceneritori!!!

Il mostro....
L'inceneritore più grande d'europa, nella zona più inquinata del mondo....
Nel triangolo della morte, tra Nola, Acerra e Marigliano dove l'incidenza e la mortalità per tumori e tra le più alte d'Italia.....
L'inceneritore con un raggio di emissione di circa 30 Km...
Livelli di diossina elevatissimi...
Un secondo inceneritore della stessa portata di quello di Acerra a Pignataro maggiore, 10 Km da Acerra.....
Creazione di una zona tra i due inceneritori dove si sovrappongono i due raggi di emissione....
In pratica stiamo creando una bomba inquinante che farà più danni di Hiroshima e Nagasaki...
E nessuno dice nulla....
In televisione si parla di quattro deficienti su un isola a pescare....
Ma andate tutti a fanc...

Vi ripropongo l'interessantissimo intervento del Dottor Antonio Marfella, oncologo del Pascale sulla questione degli inceneritori in campania!!!!


«Il mostro di Acerra sarà sempre il nostro nemico»
Scritto da Angelo Agrippa da il Corriere del Mezzogiorno, 14-11-2007 08:49

Qui lo chiamano «il mostro». È il monumentale camino a tre canne che come un organo barocco svetta ad oltre centodieci metri dal suolo su immensi panettoni di rifiuti stoccati poco più in là, sull'ex stabilimento della Montefibre (altra temutissima presenza inquinante del recente passato) e su quel che resta della campagna circostante, coltivata a broccoli e lattuga, ma soprattutto nutrita dall'olezzo che vaga per l'aria, spessa come torrone, e ossessivamente aggredita da mosche.
È l'impianto di termovalorizzazione che, dopo vari rinvii (e un appalto di oltre 200 milioni di euro) avrebbe dovuto entrare in funzione in questi giorni e che probabilmente non brucerà rifiuti (in verità dovrebbe bruciare cdr compatibile, un prodotto diverso dalle attuali ecoballe) neanche da qui ad un anno, benché fiero delle sue tre linee di forno-caldaia che dovranno, per utilità economica, operare contestualmente e in parallelo, delle quali ognuna in grado di bruciare 27 tonnellate di Cdr all'ora.... (clicca quì per l'articolo intero)

25/10/07

One!!!!!



A volte una canzone ed un video possono raccontare e trasmettere meglio di ogni altra cosa l'orrore della guerra, dei suoi effetti, della solitudine (one) in cui cadono le vittime di tutte le guerre!!!! Oltre ad i morti ci sono milioni di mutilati ed invalidi di guerra che hanno in più la condanna di vivere ogni giorno il dolore causato dalla voglia di potere dell'uomo!!!

La storia che nessuno conosce!!!



Tiziano Terzani a Mantova

"Prendiamo coscienza di come stanno le cose, non ci facciamo ingannare" T. Terzani

Parole stupende che vengono dal cuore di un uomo che ha vissuto il mondo, nel mondo, andando a vedere con gli occhi ciò che i libri non ti possono dire!!!
Grande Tiziano!!!

24/10/07

"Emergenza rifiuti in Campania..." Tavola rotonda!!!

Questo video (tratto da www.napolionline.org) è stato ripreso durante una interessantissima tavola rotonda, tenutasi a Napoli, sulla questione rifiuti in campania!!!! In questo video Antonio Marfella (oncologo al "Pascale" di Napoli) fa il punto della situazione sugli inceneritori in costruzione in campania!!!! Molto interessante!!!! Per vedere gli altri video della tavola rotonda clicca quì!!!
TAVOLA ROTONDA

“L’emergenza rifiuti in Campania: un capitolo ancora aperto”



Antonio Marfella (Medico Istituto Nazionale Tumori “G.Pascale” di Napoli)
“Ciclo dei rifiuti e tutela della salute pubblica”

23/10/07

Il golpe bianco

Stupendo post di Marco Travaglio tratto da www.voglioscendere.ilcannocchiale.it
Bellissima cronaca della situazione odierna del rapporto politica-magistratura in Italia!!!!
Grande Travaglio!!! L'unico vero giornalista in Italia!!!!
Diffondete!!!! Devono sapere tutti!!!!!

22 ottobre 2007,

Il golpe bianco

Costituzione della Repubblica Italiana, art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”. Art. 25:“Nessuno può esser distolto dal giudice naturale precostituito per legge”. Art. 101: “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge”. Art. 104: “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”. Art. 107: “I magistrati sono inamovibili”.

E’ ancora in vigore, la Costituzione della Repubblica Italiana che sta per compiere 60 anni? Sì, formalmente lo è ancora. Di fatto, non più. Quel che sta accadendo tra Roma e Catanzaro è una sorta di golpe bianco che, diversamente dai golpe-golpe, mantiene la parvenza della legittimità.

Il ministro della Giustizia ha la facoltà di ispezionare un magistrato, di proporlo al Csm per una sanzione disciplinare o per un trasferimento immediato. Il procuratore capo ha la facoltà di revocargli la delega su un’indagine e il procuratore generale di avocargli un fascicolo. Nessuno ha violato la legge, nella guerra scatenata da pezzi del potere politico e giudiziario contro il pm Luigi De Magistris. Tutte le carte sono a posto, anche se il risultato finale di queste azioni legittime è clamorosamente incostituzionale.

Anche lo smantellamento del pool antimafia di Falcone e Borsellino, vent’anni fa, fu affidato a quelli che Alfredo Morvillo, magistrato e cognato di Falcone, definì “i professionisti della carte a posto”. Anche allora pezzi di potere politico, giudiziario e malavitoso chiusero violentemente la stagione delle indagini che stavano alzando il tiro ai piani superiori, ma senza mai mettere il piede in fallo: tutto formalmente ineccepibile. Paolo Borsellino denunciò tutto in una drammatica intervista all’Unità e a Repubblica, e fu trascinato a discolparsene dinanzi al Csm. Il deviato era lui che aveva parlato, non i professionisti delle carte a posto che stavano uccidendo la lotta alla mafia. Oggi i deviati sono De Magistris e Clementina Forleo, per aver denunciato in tv l’isolamento dei giudici che s’imbattono nei reati dei potenti.

Archiviata frettolosamente la breve parentesi del pool Mani Pulite e del pool antimafia di Caselli, dalla metà degli anni '90 i professionisti delle carte a posto son tornati a colpire: prima con la Bicamerale e le leggi ad personas dell’Ulivo (1996-2001), poi con quelle ad personam di Berlusconi (2001-2006), tentando di riscrivere la Costituzione, l’ordinamento giudiziario, il codice penale e di procedura cosicchè la legge non fosse più uguale per tutti. Ma sono riusciti soltanto a sfasciare la giustizia per tutti. Non ad abrogare l’articolo 3, contro il quale – grazie al rigore della Corte costituzionale e alla schiena dritta di pochi magistrati – si sono infrante decine di leggi-vergogna. Così, da un anno e mezzo, si è tornati all’antico. Alle vecchie veline e vaseline democristiane, che non toccavano né la Costituzione né i codici, anzi formalmente li rispettavano e li ossequiavano. Come ai tempi del fascismo, che non toccò la giustizia ordinaria ma si limitò ad affiancarle il Tribunale speciale per i delitti politici. Tanto si sapeva che una magistratura culturalmente e socialmente omologata alle classi dirigenti, perlopiù asservita o intimidita dagli altri poteri, avrebbe saputo isolare le eventuali “teste calde”. Poi, quando a fine anni 60 spuntarono i primi magistrati di nuova generazione e si misero in testa di far rispettare la legge anche dai politici, dagl’imprenditori e dagli apparati dello Stato, furono bollati come “pretori d’assalto” e “toghe rosse” per isolarli come “deviati” dalla corporazione togata: quella “buona”, che non vede-non sente-non parla. La casta degli ermellini fece il resto: i procuratori capi levavano le inchieste ai pm troppo indipendenti, i procuratori generali le avocavano, la Cassazione le trasferiva nei porti delle nebbie e delle sabbie perchè riposassero in pace. Fu così per le schedature alla Fiat, per piazza Fontana, per la loggia P2, per i fondi neri dell’Iri e così via. Poi, grazie al ricambio cultural-generazionale e a un ordinamento giudiziario che affidava non più ai capi,ma a tutti i pm il “potere diffuso” dell’azione penale, la magistratura divenne qualcosa di simile a quanto previsto dai costituenti. E la legge, almeno ogni tanto, sembrò davvero uguale per tutti.

Ora si torna all’antico. Mastella, che viene da lontano e ha tra i suoi consiglieri Giulio Andreotti, l’ha capito. Si è subito garantito la non belligeranza delle correnti dell’Anm, imbottendo il ministero di loro rappresentanti. Infatti, dopo un anno e mezzo di disastri e di malcontento dei magistrati di base, il sindacato delle toghe non ha scioperato nemmeno un minuto. Nemmeno quando, tradendo le promesse, il governo ha mandato in vigore l’ordinamento giudiziario Berlusconi-Castelli con qualche ritocco che non sfiorava i punti che più ledono l’indipendenza della magistratura: pieni poteri ai procuratori capi e generali, che tornano padroni assoluti dell’azione penale, con facoltà di revoca e di avocazione dei fascicoli; ampi poteri al ministro, compreso quello di chiedere al Csm il trasferimento urgente dei magistrati. L’ordinamento Berlusconi-Castelli-Mastella passa a fine luglio 2007. De Magistris è la prima cavia che ne sperimenta sulla sua pelle entrambe le deliziose novità. Scopre un comitato d’affari che si spartisce miliardi europei per depuratori mai fatti (inchiesta “Poseidone”) e ruota attorno a politici di destra e sinistra. Tra questi, l’onorevole forzista Giancarlo Pittelli, socio del figlio della convivente del procuratore Mariano Lombardi. Per mesi il pm è bersaglio d’interrogazioni parlamentari. Una sua perquisizione va a vuoto perché gl’indagati hanno avuto una soffiata: una fuga di notizie che De Magistris attribuisce proprio dal procuratore Lombardi. Che, appena viene indagato l’amico Pittelli, toglie il fascicolo “Poseidone” a De Magistris.

Questo, intanto, porta avanti un’altra indagine (“Why not”) su altri fiumi di denaro drenati da un altro comitato d’affari: politici, massoni, faccendieri e ufficiali, alcuni legati (anche telefonicamente) a Prodi e a Mastella. Qualcuno dalla Procura passa a “Panorama”, settimanale berlusconiano, la notizia che Prodi è indagato e Mastella è stato indirettamente intercettato con due indagati eccellenti: il numero due della Compagnia delle Opere Antonio Saladino e l’ex piduista Luigi Bisignani. Mastella sguinzaglia gl’ispettori contro De Magistris, che è vittima delle fughe di notizie ma ne viene incolpato lui stesso. Poi chiede al Csm il suo trasferimento cautelare urgente. Dice che è “un atto dovuto”, imposto dalla legge. Ma la legge l’ha fatta lui e non gli impone un bel nulla: gli dà semplicemente facoltà. Il Csm non ravvisa alcuna urgenza e rinvia tutto al 17 dicembre. Il pm si rimette all’opera e si avvia a chiudere l’indagine con l’ultimo atto imposto dalla legge: l’iscrizione di Mastella per truffa, abuso e finanziamento illecito. Ma anche questo atto segreto finisce sui giornali, anzi su uno: “Libero”, dove si occupa della faccenda Renato Farina, il giornalista-spione che prendeva soldi dal Sismi ed è molto legato alla Compagnia delle Opere. Senza quella fuga di notizie illecita, nessuno – tranne i vertici della Procura – saprebbe che Mastella è indagato. Grazie alla fuga di notizie, un soggetto non titolato a sapere, il procuratore generale Dolcino Favi, viene informato e avoca il fascicolo “Why not”. Motivo: il pm è “incompatibile” in quanto “personalmente interessato” all’inchiesta. In pratica ce l’avrebbe con Mastella che ha chiesto il suo trasferimento. Così le cause si confondono con gli effetti: il ministro persecutore diventa perseguitato e il pm perseguitato diventa persecutore. Ma, formalmente, le carte sono a posto. Il Pg ha preso una decisione che poteva prendere, anche se non ne aveva motivo. E, anche se ha sbagliato, cosa fatta capo ha. L’inchiesta “Why not” dovrà ripartire da capo nelle mani di un sostituto Pg che impiegherà mesi per studiarsi gli atti e già sa cosa gli capiterà se sposerà la linea De Magistris: verrà a sua volta attaccato, ispezionato, deferito al Csm, proposto per il trasferimento. Dunque, se non è masochista, gli conviene lasciar perdere, voltarsi dall’altra, archiviare. Il golpe bianco è compiuto. La Costituzione è ribaltata, senza neppure sfiorarla.

Ora De Magistris si appella al presidente del Csm, cioè al capo dello Stato. Un altro presidente della Repubblica e del Csm diceva: “Oggi la nuova Resistenza consiste nel difendere le posizioni che abbiamo conquistato, nel difendere la Repubblica e la democrazia. Oggi ci vogliono due qualità: l’onestà e il coraggio. Quindi l’appello che faccio ai giovani è questo: cercate di essere onesti prima di tutto. La politica dev’essere fatta con le mani pulite! Se c’è qualche scandalo, se c’è qualcuno che dà scandalo, se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato”.
Si chiamava Sandro Pertini.

21/10/07

Mastella ministro della sua giustizia!!!!!

E' disarmante!!!
Il suo sguardo intelligente (come la mucca che vede passare il treno!!!)...
Le sue parole (il suo italiano perfettamente sbagliato!!!!)
La sua arroganza...... La sua somiglianza per certi versi allo psiconano.....
Il suo non voler essere da meno... La SUA giustizia!!!!
Si perchè l'autonomia della magistratura va a farsi friggere!!!! ...And justice for mastella!!!!!
"Tutti gli animali sono uguali di fronte alla legge, ma qualcuno è più uguale" (G. Orwell "animal farm)
Per non dimenticarcene mai, dalla costituzione italiana:
"Art. 104.
La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere."
In Italia esiste la giustizia ad personam di politici corrotti e mafiosi... Vedi: Mastella, Berlusconi, Cuffaro, Andreotti ed altri!!!!
Che schifo!!!!

Leggete il bellissimo post di Marco Travaglio sull'argomento tratto da: www.voglioscendere.ilcannocchiale.it





POLITICA

Il ministro della Giustizia sul caso De Magistris: "Tonino un analfabeta del diritto"
La replica: "Siamo di fronte a un bivio che rischia di travolgerci tutti"



Mastella, scontro con Di Pietro
L'ex pm: "Intervenga Prodi"



Il Guardasigilli minaccia il voto: "Se manca la maggioranza niente governi tecnici"
E al magistrato che lo ha indagato: "Voleva diventare un eroe"


NAPOLI - Scontro tra Antonio Di Pietro e Clemente Mastella. Il ministro della Giustizia rilancia sulla crisi di governo e torna a difendersi sul caso De Magistris all'indomani della avocazione da parte della Procura generale delle indagini "Why Not" condotte finora dal pm per il quale lo stesso ministro (che risulta indagato) ha chiesto il trasferimento al Csm. Poi Mastella tira in ballo Di Pietro definendolo un "analfabeta del diritto" e suscita la reazione dell'ex pm che scrive a Prodi chiedendogli una "assunzione di responsabilità". "Ci troviamo - scrive Di Pietro in una lunga nota - di fronte ad un bivio che, se non affrontato subito e con determinazione, ci travolgerà tutti". Insomma, una richiesta esplicita di allontanamento dall'esecutivo di Mastella.

L'inchiesta. "Sono io a volere che l'inchiesta vada avanti con celerità, non ho alcuna difficoltà, voglio che vada avanti e mi tolga di dosso gli schizzi di fango che mi sono arrivati - ha detto il ministro della Giustizia - non invocherò cavilli. Potrei invocare il fatto che, essendo parlamentare, appena visto che c'era il mio nome nel tabulato dovevano interrompere e chiedere l'autorizzazione. Ma non mi appellerò a questo".

L'attacco a Di Pietro. Duro l'attacco contro il collega di governo Antonio Di Pietro, che non "capisce di diritto, è un analfabeta della materia e se leggesse qualche libro eviterebbe le gaffe". Mastella, a margine della Messa celebrata dal Papa in piazza del Plebiscito a Napoli, ricorda al ministro delle Infrastrutture che "avocazione non significa interruzione dell'inchiesta". "Di sicuro non debbo rispondere di 100 milioni, né della Mercedes", conclude riferendosi a una vecchia inchiesta giudiziaria che aveva coinvolto l'ex pm di Mani pulite poco prima della sua discesa in campo.

La replica. Passano poche ore e Di Pietro risponde. Il leader dell'Idv scrive: "Non è scaricando contumelie ed insulti su di me che il ministro della Giustizia può pensare di riuscire a sfuggire alla responsabilità politica di aver provocato un corto circuito politico giudiziario che ha provocato una caduta di credibilità delle istituzioni e che rischia di travolgere l'intero governo". Poi la conclusione: "Ci troviamo di fronte ad un bivio che, se non affrontato subito e con determinazione, ci travolgerà tutti, giacché, così facendo, stiamo rischiando di mettere in pericolo lo Stato di diritto, come giustamente hanno fatto e fanno osservare oramai molti autorevoli osservatori e la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica".

De Magistris. Ma Mastella non si è limitato ad attaccare Di Pietro. ha rispostao anche a de Magistris che, dopo aver perduto l'inchiesta, ha detto di temere per la sua sicurezza. "Quanto ai toni esasperati, il tritolo eccetera, quasi che qualcuno di noi o qualcuno legato a bande possa mandar tritolo, stesse tranquillo", ha detto Mastella. E ancora: "Mi ha iscritto scientemente perché sapeva che iscrivendomi gli veniva tolta l'inchiesta e diventava un eroe nazionale. Probabilmente voleva dare l'idea che è molto più facile esaltarsi nel dire 'mi hanno tolto la cosa'".

Al voto. Poi il ministro torna a minacciare la crisi: "Laddove non si possa tenere in piedi la maggioranza, io non sono per governi tecnici di larghe o strette intese: si vada al voto". "Non ho detto che la maggioranza non c'è - precisa - la regola aurea nel bipolarismo dice che laddove la maggioranza non è in piedi e il capo dello Stato consulti le parti, bisogna andare al voto. Io non sono per governi tecnici, né per governi di piccole, grandi e medie intese. Io sono per andare al voto.
Tutto qui".
(21 ottobre 2007) (da http://www.repubblica.it/)

Ragazzi di camorra!!!!

Ecco i ragazzi di camorra!!!! Ragazzi abituati a vivere nella camorra, a vivere con quell'ideale del camorrista intoccabile, che non ha scrupoli a sparare se qualcuno gli manca di rispetto!!! Questi sono i ragazzi di camorra, la nuova linfa del "sistema", le nuove leve!!!! Sono ragazzi ed hanno il grilletto facile!!! Col tempo impareranno che i camorristi crescendo preferiscono fare gli imprenditori, le sparatorie sono cose da ragazzi, quello che conta, da grandi, è investire e guadagnare con i traffici illeciti (droga, cemento, rifiuti, appalti statali, ecc.)!!!! Quello che conta, da grandi, è avere una forte influenza sulla politica, inserendo in questa i loro rampolli, per essere sempre più liberi di agire!!!! I ragazzi di camorra sanno che la vita di un camorrista è breve... O si viene arrestati....O si viene uccisi..... e non ostante tutto continuano a voler vivere quella vita da eroi.... come loro definiscono i camorristi!!!!





Deridono nipote di Nuvoletta, lui spara e ferisce un ragazzo
Scritto da Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno, 21-10-2007

Loro sì, un po' l'hanno provocato: passavano e ripassavano in macchina davanti a lui, sgommando e ridacchiando.
Non immaginavano, ovviamente, che quel giovane dall'aspetto pacioccone che portava a spasso per Marano un grosso cane bianco fosse il rampollo di una delle più potenti famiglie di camorra, la famiglia Nuvoletta. Soprattutto, non immaginavano che avesse con sè una pistola: così, quando è scoppiata la lite, sono stati colti tutti e quattro alla sprovvista. Filippo Nuvoletta, 26 anni, fermato ieri dai carabinieri, prima ha preso a pugni in faccia uno dei quattro; poi, quando i rivali sono risaliti in macchina per fuggire, ha tirato fuori l'arma e ha fatto fuoco cinque volte. Una pallottola ha perforato il lunotto posteriore della vettura e ha raggiunto alla testa il conducente, un ventenne di Napoli, lo stesso che poco prima si era beccato i pugni. L'auto, una Clio, è andata a sbattere contro una fioriera ed è poi stata sequestrata dai carabinieri. I ragazzi sono andati in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale di Giugliano, dove però i medici non si sono accorti del proiettile ritenuto. Solo a Pozzuoli una Tac l'ha evidenziato; il ragazzo è tuttora ricoverato, con quel pezzo di piombo nell'encefalo; si sta valutando se sia meglio estrarlo o lasciarlo dov'è.L'aggressione è avvenuta alle due e mezzo di notte del 10 ottobre scorso in corso Umberto, nel centro di Marano. Filippo Nuvoletta è stato identificato grazie ai filmati di alcune telecamere, sia comunali sia di un istituto di credito. Nei suoi confronti, la Procura ha emesso un ordine di fermo per tentativo di omicidio, che è stato eseguito ieri dai carabinieri della compagnia di Giugliano e della tenenza di Marano, coordinati dal capitano Alessandro Andrei. Il giovane è stato rintracciato vicino a casa sua, a Poggio Vallesana. È figlio di Angelo Nuvoletta, morto alcuni anni fa, che era cugino di Lorenzo, il potentissimo boss referente di Cosa nostra in Campania scomparso nell'aprile del 1994. La pistola l'ha nascosta chissà dove: nella perquisizione non è saltata fuori. Un altro giovane Nuvoletta, Lorenzo, di 24 anni, figlio del boss Angelo e nipote del defunto capoclan, era stato arrestato dai carabinieri il 4 maggio scorso pure per tentativo di omicidio: davanti al Comune di Marano aveva ferito con colpi d'arma da fuoco un imprenditore trentenne, «colpevole » di aver mantenuto i rapporti con la sua ex fidanzata che poi è diventata la convivente di Nuvoletta.

20/10/07

Settimana dell’Impegno della Memoria

Per ricordare don Peppe Diana, prete assassinato dalla camorra per il suo nonvoler tacere i soprusi e le concussioni della camorra!!! Ebbe il coraggio di denunciare, facendo i nomi, tutto il sistema camorristico dei Casalesi a Casal di principe. La denuncia fu fatta con un documento "Per amore del mio popolo non tacerò"!!! Fu assassinato.... Era il 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, quando mani ignote con quattro colpi di pistola sul sagrato della Chiesa, cercarono di chiudergli la bocca... Ma come sempre accade alla morte degli eroi, i veri eroi di tutti i giorni, le sue parole hanno preso forza e continuano a riecheggiare nelle orecchie di chi crede nella lotta alla camorra!!!!

Comitato Don Peppe Diana – LIBERA Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie
Associazione Culturale Scaramouche, Associazione Culturale Accademia Italiana Domenico Cimarosa, Associazione Fotografica Fotosciò,
Settimana dell’Impegno della Memoria
20-26 ottobre 2007
AVERSA, Auditorium ex Macello - Cinema Vittoria - Teatro Cimarosa

Programma definitivo della Manifestazione ed.0 del 12.10.2007
I SETTIMANA DELL’IMPEGNO DELLA MEMORIA 20-26 ottobre 2007
Sabato 20 Ottobre, ore 18.00 – Auditorium ex Macello di Aversa

Presentazione delle attività della manifestazione e inaugurazione dei Percorsi d’Arte.
Al termine, il calore del folklore popolare del gruppo musicale Via del Popolo.

I PERCORSI D’ARTE
Un viaggio nella memoria tra pittura, fotografia, suoni, immagini.
Installazione artistica a cura di Stefano Cicala e Sergio Cirillo: una contaminazione tra arte, immagini, suoni e movimenti.
Mostra fotografica a cura dell’associazione Fotosciò.
Mostra di pittura di artisti vari.
Corti…di Memoria: proiezione a ciclo continuo di cortometraggi riguardanti le vittime delle mafie e di minispot realizzati da studenti della Regione Campania inerenti l’impegno culturale e civile nell’ambito del IV Premio Letterario Don Peppe Diana.

Alcuni cortometraggi:
Ø Joe Marrazzo – La passione della verità
Ø Con le idee ed il coraggio di Peppino Impastato
Ø O’ SistemaPer Amore del mio popolo
Ø La primavera della giustizia

È possibile visitare i Percorsi d’Arte dal 20 al 26 ottobre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 18.00 alle 20.00. Gruppi e scolaresche possono prenotare itinerari guidati ai Percorsi d’Arte anche in orari diversi da quelli indicati. Prenotazioni al 3343735235 (Angela Di Foggia).

Per l’intera durata della manifestazione visita degli stands allestiti a cura di:
Accademia Italiana Domenico Cimarosa — Associazione Libera — Comitato don Peppe Diana — Associazione Fotosciò – Libreria Quarto Stato –– Associazione Scaramouche – WWF – UNICEF Campania.

Altri eventi della SETTIMANA:

Lunedì 22 Ottobre, ore 20.00 – Aversa, Teatro Metropolitan

Spettacolo teatrale: “ASS’ e MARZ”
Testo e regia di Gina Oliva e Giovanni Granatina. Opera Teatrale per Don Giuseppe Diana – Prima Nazionale. A cura del Teatro Scaramouche. Con Carmen Pommella, Andrea Monferrotti, Salvatore Benitozzi, Gina Oliva, Mario Di Fonzo, Nico D’Agostino, Salvatore Labbate, Antonio Pagliuca. Con la partecipazione dei ragazzi della Scuola Media «G. Parente» di Aversa e dei Gruppi Scout di Aversa.
Un’opera provocatoria e a tratti irriverente che presenta il giovane prete ucciso dalla camorra per quel che veramente fu per il suo popolo: né un eroe né un prete anticamorra ma un sacerdote ispirato e soprattutto un uomo normale.
Ingresso 5 euro
Sarà presente alla serata Don Luigi Ciotti – Presidente Nazionale LIBERA

Martedì 23 Ottobre, ore 20.00 – Aversa, Cinema Vittoria.

Proiezione del film “ROSSO MALPELO” di Pasquale Scimeca.
Un film prodotto per finanziare l’omonimo progetto finalizzato a liberare i bambini del mondo dalla schiavitù del lavoro. Un lavoro dal forte impatto emotivo e che induce ad una profonda riflessione sulla piaga ormai planetaria (218 milioni di bambini sfruttati – dati unicef) dello sfruttamento dei minori.
Info e prevendita: Teatro Scaramouche, viale Kennedy – Aversa; Cinema Vittoria, via Diaz-Aversa.
Ingresso 5 euro

Mercoledì 24 Ottobre, ore 17.00 – Aversa, Aula Magna Liceo Scientifico “E Fermi”.

Presentazione del libro “Gli anni difficili. Lorenzo Milani, Tommaso Fiore e le esperienze pastorali” di Sergio Tanzarella.
Un recente volume dedicato ad un momento storico eccezionale di riflessione e impegno civile. Importanti le figure che vi compaiono: gli anni difficili di Lorenzo Milani e le esperienze pastorali di Tommaso Fiore. - Modera Ernesto Rascato con la presenza dell’Autore.

Ore 21.00 – Aversa, Teatro Scaramouche.
Terra di lavoro. “Reading e performance teatrali” a cura dell’associazione Scaramouche e dell’associazione Officinae Efesti.

Giovedì 25 Ottobre, ore 21.00 – Aversa, Teatro Scaramouche.

Virus Teatrali presenta il monologo “L’INFAME” –
Testo e regia di Giovanni Meola con Luigi Credendino.
La storia di un pentito di camorra che tradisce i compagni di malavita e paga con una tremenda vendetta trasversale le sue dichiarazioni.

Venerdì 26 Ottobre, ore 17.30 – Aversa, Sala del Consiglio Comunale

Seminario: SIMBOLI E RISORSE DI COMUNITÀ LIBERE DALLA CAMORRA
Progettare l’uso sociale dei beni recuperati alla criminalità organizzata
Interviene:
dott. Antonio Maruccia – Commissario Straordinario dei beni confiscati alle mafie

Al termine in Piazzetta Don Peppe Diana:
Il gusto della giustizia – i sapori delle terre liberate dalle mafie.
Degustazione di prodotti gastronomici dell’associazione Libera.
Ufficio Stampa e Info Rita Castello (Fresco di Stampa) 347-5174008 castarita@tiscali.it
per le ADESIONI via mail a donpeppediana@libero.it - via fax al n.0818167001
blog: http://memoriaeimpegno.splinder.com

19/10/07

Rifiuti sulla nostra salute!!!!

"Lo Uttaro, discarica di veleni" Caserta pronta a chiedere i danni
Scritto da Antonio Corbo da la Repubblica Napoli, 17-10-2007

Sedici ottobre, ieri. Caserta è frastornata da un paradosso. Nello stesso giorno riceve due notizie. Una bella l´altra brutta, sembra un gioco. Non lo è. La città prima in Campania per qualità della vita secondo "Ecosistema 2008", 42esima in Italia, un balzo di trenta posti in un anno.
Ma la decima sezione del tribunale civile di Napoli riceve la perizia sulla discarica dello scandalo. Certifica che Lo Uttaro è un disastro ambientale, che «la salute dei cittadini è ad alto rischio», che la cavità da 300 mila tonnellate poggia su una base di veleni, con vecchi e putridi rifiuti; che anche la falda acquifera è inquinata da anni. Non è finita: si parla di ampliare o raddoppiare la discarica, in un compromesso tra emergenza ed affarismo. Qual è la verità? «Posso rispondere io», promette Nicodemo Petteruti, professione ingegnere. Di quale Caserta, è davvero il sindaco: la città vivibile o quella periferia da incubo ai confini di San Nicola la Strada, tra i miasmi di immondizia mai smaltita e il dominio del clan Belforte?Petteruti prega la segreteria di tirar fuori un documento. «La mia risposta è qui». Alla quarta pagina di una lettera inviata il 24 settembre al Commissariato rifiuti, Petteruti scrive: «Si pone con forza la questione del futuro di Lo Uttaro, affermando ultimativamente, senza se e senza ma, che non sarà tollerato alcun ampliamento dell´attuale sito di discarica né l´apertura di un altro sito nel Comune di Caserta». È il documento che blocca tutti i sospetti, le voci di possibili cedimenti a ordini dall´alto. La discarica fu subita dal Comune. Guido Bertolaso, allora commissario, descrisse l´accordo come «un esempio di disponibilità istituzionale» della Provincia e della Regione. Lo stesso presidente Sandro De Franciscis ha ora la responsabilità della discarica, affidata alla società Acsa e al consorzio Caserta 3 e diretta da un ingegnere, Antonio Limatola. La perizia del professor Salvatore De Rosa, chiesta dal tribunale civile di Napoli, conferma le accuse degli ambientalisti. In Consiglio comunale furono persino oscurate da quelle di Paolino Maddaloni, candidato sindaco e capo dell´opposizione di centrodestra, di professione prefetto a Siracusa. "Il viceprefetto di passaggio", come fu bollato dalla coalizione di centrosinistra che si riconosceva in Petteruti, ma soprattutto in Sandro De Franciscis. Maddaloni è stato a Caserta anche capo della Mobile, poi commissario prefettizio in vari Comuni. È il suo giorno. «Lo dissi e sono molto preoccupato. Emergono elementi incontestabili. È agli atti del Consiglio: indicai anche una falda inquinata dal percolato. Noi consiglieri non siamo stati mai coinvolti nelle procedure per il protocollo sulla disponibilità della discarica».Lo Uttaro va da un allarme all´altro, ma è in piena attività. Ingioia rifiuti da maggio, è quasi colmo. Ha retto anche l´anatema del vescovo Raffaele Nogaro. «Non è proprietà privata un cimitero», e tentò una incursione il 10 maggio, ma fu respinto dalle guardie giurate. Decide ora il tribunale di Napoli: prossima udienza il 7 novembre. Il lungo iter giudiziario comincia il 10 luglio quando l´avvocato Luigi Adinolfi presenta un ricorso a nome dei cittadini del villaggio Saint Gobain. Il giudice Fausta Como il 2 agosto ordina al Commissariato di «astenersi dalla gestione e dall´esercizio» della discarica, sostenendo che era stata aperta «per fermare l´emergenza senza alcun rispetto della salute pubblica». Il giudice della X sezione osserva che le discariche sono due, con sei punti di criticità. Il "reclamo al collegio" presentato dagli avvocati dello Stato sventa però la chiusura, in attesa della perizia del professor Salvatore De Rosa. E intanto? Riprende il sindaco Petteruti, fermo stavolta sul no. «Ma sia chiaro, non è una virata la mia. Io accettati ma non subii la discarica. Il Commissariato l´aveva scelta, potevo guidare una protesta senza alcun esito. Preferii assecondare al solo scopo di scongiurare l´emergenza, la crisi dell´estate 2006 era stata gravissima, nessuno lo dimentichi. Ho imposto delle condizioni ai limiti delle prerogative del sindaco. Io e il presidente della Provincia abbiamo tutelato la città imponendo condizioni di massima sicurezza. Con bonifica totale per i preesistenti siti. Fu chiuso un buon contratto l´11 novembre scorso. Noi abbiamo onorato gli impegni. Il Commissariato no. Rinnovo la richiesta a Pansa, che non mi ha ancora risposto. Sui miasmi preciso che è in atto la bonifica per quanto è stato fatto prima che arrivassi io: altra discarica, centro di trasferenza. Per non parlare del macello non completato che ci comporta solo debiti e non promette né lavoro né reddito». Niente ampliamento, né raddoppio, quindi. Petteruti va oltre: «Lo Uttaro chiude appena possibile. La mia posizione è chiara: né modifiche, né ampliamento, tanto meno uso di spazi confinanti». Sarà d´accordo il suo principale antagonista, Paolino Maddaloni che vigila da mesi. «Non abbiamo avuto alcun vantaggio. L´emergenza non è stata risolta. La tassa per i cittadini non è diminuita. Delle quote di ristoro non si è incassato un soldo. Quindi: massimo disagio e nessun vantaggio». La perizia scuote il Consiglio comunale, Maddaloni definisce l´intesa con i partiti di riferimento, An e Forza Italia. Ha già parlato con Nicola Cosentino, coordinatore regionale, casertano. Ma il sindaco, virata o no, ha scelto una posizione netta. Intuisce le onde d´urto e le previene. «Lo Uttaro tornerà ad essere suolo agricolo, con erba, spazi vegetali, alberi». Sindaco, è l´ottimismo da tempo di primarie?Reagisce. E gli sfugge una minaccia. «Sto valutando serie azioni legali per i danni che Caserta subisce».