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23/04/07

Pioggia di piombo a Torre Annunziata!!!

Continua la guerra di camorra e noi continuamo a vivere come se nulla fosse, come se tutto fosse un film... Addirittura ci indignamo per quello che è successo in Virginia al college!!! Ma se guardiamo quello che ci succede sotto casa, ci accorgiamo che la guerra è quì!!! Solo che non la vogliamo vedere, non ci vogliamo credere!!!

Torre, strage continua due morti e due feriti

Scritto da la Repubblica Napoli
lunedì 23 aprile 2007


È stato un duello tra killer, cento colpi esplosi sotto il sole a picco della domenica pomeriggio. Due batterie di sicari in sella agli scooter si sparano addosso con almeno tre pistole e un mitragliatore kalashnikov. È una pioggia di fuoco quella che investe alle quattro del pomeriggio via Mazzini, pochi metri dal corso principale della Torre Annunziata dei boss, la cittadina vesuviana devastata dalla guerra per il controllo di almeno dieci piazze della vendita di cocaina. Un altro fuoco che si accende per il predominio del business sulla droga.
A terra restano due morti e due feriti. È un´azione eclatante, il segno di una sfida lanciata ogni giorno più avanti: arrivano sul luogo del delitto il procuratore aggiunto antimafia, Franco Roberti, il comandante provinciale dei carabinieri Gaetano Maruccia, entrambi in costante contatto con il prefetto Alessandro Pansa. E non si esclude che nelle prossime ore lo Stato faccia sentire il suo fiato sul collo ai due schieramenti in guerra.Restano uccisi Antonio De Angelis e Francesco Genovesi, ritenuti dagli investigatori gregari del clan Cavalieri-Gallo, lo schieramento dei giovani e vincenti che si oppone da mesi allo storico gruppo dei Gionta. I due feriti gravi, ritenuti i loro aggressori, sono invece Giovanni Iapicca e Francesco Zavota, entrambi ricoverati e piantonati all´ospedale Cardarelli. Ma poiché stavolta chi voleva uccidere non ne è uscito indenne, come registrano le prime ricostruzioni degli 007 antimafia, restano sull´asfalto tra le scie di sangue di morti e feriti anche le armi impiegate per l´esecuzione: tutte recuperate dagli inquirenti.E diventeranno, con ogni probabilità, schiaccianti prove processuali. Intanto la faida di camorra di Torre Annunziata - uno dei territori segnati in rosso da mesi sulla mappa della sicurezza del prefetto di Napoli e sulla scrivania del ministro dell´Interno Giuliano Amato - segna il terzo raid in tre giorni, con un bilancio complessivo di quattro morti e due feriti.Terza missione di sangue dopo l´omicidio di Vincenzo Amoretti, un gregario dei Gallo, ucciso venerdì scorso nel suo letto con una pallottola alla nuca dai killer che si sono finti poliziotti; e dopo la risposta di sabato, avvenuta con l´assassinio di Massimo Gallo, in servizio come "palo" sulla piazza di spaccio dei Gionta.La spedizione di ieri pomeriggio, sostengono gli investigatori, aveva un solo obiettivo: vendicare l´ultimo morto del clan Gionta. Doveva essere una strage. Un´azione eclatante messa a segno a soli 300 metri dal luogo di un´altra strage di camorra passata alla storia criminale che oppose Nuova famiglia ai cutoliani, quella del circolo dei pescatori di Torre Annunziata, 26 agosto 1984, 23 anni fa.

20/04/07

Discariche o termovalorizzatori???

A prima vista qualcuno potrebbe dire che questi sono problemi di Torino e basta!!! Ma se guardate bene, questo video riflette a pieno quelli che sono i programmi nazionali di smaltimento dei rifiuti!!! Al posto di Chiamparino ci possiamo mettere Bertolaso, con le giuste differenze (Bertolaso è un commissario, e crede di risolvere l'emergenza nascondendo la polvere sotto al tappeto)!!!
Questo è un bellissimo video degli amici di Beppe Grillo Torino!!!

17/04/07

Rapporto ecomafia legambiente!!!

Ecco i numeri di Ecomafia 2007 l’annuale rapporto di Legambiente. Per saperne di più su quello che succede in Campania visitate il sito Legambiente campania

Legambiente: smaltimento, camorra all’assalto

Scritto da il Mattino
martedì 17 aprile 2007


Autocompattatori incendiati, camion danneggiati, discariche date alle fiamme: Legambiente Campania parla di «veri e propri assalti armati ai mezzi che trasportano i rifiuti» e parla, soprattutto, di «camorra all’assalto». Sono ben 12, dicono gli ambientalisti, gli agguati solo negli ultimi mesi in Campania con cui la camorra «ha fatto capire con estrema violenza quale sia il suo ruolo nella vicenda dell'emergenza».

Uno spaccato anticipato da Legambiente e contenuto nel «Rapporto annuale sulle ecomafie 2007 - il Caso Campania», che sarà presentato oggi a Napoli. Marano, Boscoreale, Portici, Cancello Arnone, Nola, Mugnano, Villa Literno sono, secondo Legambiente, i set degli agguati. Tutti episodi sui quali indagano sia la Procura di Santa Maria Capua Vetere che la Direzione distrettuale antimafia. «La camorra - denuncia Legambiente - è già pronta a gestire lo smaltimento legale dei rifiuti, si muove e lo fa a modo suo. Ovviamente deve battere la concorrenza, ma ha già creato società pulite per occuparsi, in modo imprenditoriale, le normali attività di eliminazione e riciclaggio dei rifiuti». Un quadro drammaticamente non nuovo, ma che è richiede di essere sempre supportato da documentazione precisa ed autorevole. Anche perchè non è inusuale sentire affermare che non è poi la camorra il principale dei problemi. In quest’ottica il rapporto di Legambiente è fondamentale per non perdere la presa su un’emergenza che ha cause nascoste in un groviglio di interessi tanto ramificato da richiedere anni di intervento e di contrasto. Non a caso si mette l’accento sulla «pulizia» di alcune ditte ed imprese coinvolte nel traffico. Perchè la rete di connivenza saldata dalla camorra attorno alla possibilità di smaltire a poco prezzo, ha finito per invischiare tutto il meccanismo. E ne ha prodotto, alla fine, uno autonomo. Non meraviglia, quindi, che si tema il salto definitivo dei clan, verso la gestione diretta del ciclo legale di smaltimento. I soldi non hanno odore, ed i clan ne hanno tanti da investire dopo anni di gestione eco-mafiosa che hanno trasformato la Campania nello sversatoio del nord. A presentare il rapporto, stamane all’Istituto per gli studi Filosofici di via Monte di Dio, ci saranno, con Buonomo, Peppe Ruggiero, curatore del rapporto, Marta De Gennaro, commissario vicario all’emergenza rifiuti in Campania, il generale Roberto Jucci, i magistrati Maria Cristina Ribeira, Raffaele Cantone e Federico Bisceglie.

Beppe all'assemblea Telecom!!!

Grande Beppe!!! Questa è la democrazia!!! La possibilità per tutti di essere rappresentati!!! L'associazione a delinquere che stà gestendo telecom italia deve essere mandata a casa!!! Dobbiamo far ritornare la telecom ad essere un servizio pubblico, che fa l'interesse ed il bene dei contribuenti!!! Ricordo, per chi dimenticasse, che la telecom, se privatizzata, sarebbe l'unica compagnia telefonica privata con il monopolio della rete!!! La regola dell'ultimo metro di filo ancora di proprietà telecom è un limite a quella libertà di mercato che tutti i politici sono pronti a declamare!!! Riprendiamoci la nostra democrazia, i nostri servizi, i nostri diritti!!!

15/04/07

Il triangolo della morte!!!

Ci stanno avvelenando e non ce ne accorgiamo!!! Tutto ciò che respiriamo, mangiamo, beviamo, a cui siamo esposti, ha dei potenti effetti cancerogeni!!! Qualcuno asserisce che ci stiamo cancerizzando!!! I tumori sono sempre più numerosi!!!! Molti registri tumori sottostimano, secondo una politica precisa, l'incidenza dei tumori nel mondo... Eppure se ci guardiamo attorno sono tantissimi i casi di cancro che vediamo, quasi più delle malattie cardiovascolari!!! Stiamo attenti!!!




NOLA/Dove la diossina arriva dappertutto

Scritto da Carlo Franco da il Corriere del Mezzogiorno
domenica 15 aprile 2007


Quando «Lancet Oncology», l'autorevole rivista scientifica inglese, lanciò, tre anni fa, l'allarme per il «triangolo della morte» ambientale che ha come vertici Nola, Acerra e Marigliano pubblicando un reportage firmato da un giovane medico, Alfredo Mazza, scoppiò la rivoluzione. All'autore i nolani che contano rimproverarono di schizzare fango sulla città e i politici insinuarono che 'o guaglione sgomitava per farsi strada nella politica e scalare il Comune. Il sindaco Felice Napolitano, che è medico anche lui, fece di più, fece attaccare decine di manifesti per urlare che tutto andava bene e che non bisognava dare credito agli allarmismi pretestuosi.
Oggi, tre anni dopo, la responsabilità della diossina nell'aumento dei tumori è stata accertata (+ 12% nelle donne, + 9% negli uomini) e finalmente l'opinione pubblica comincia a ragionare con la sua testa lasciandosi alle spalle il timore reverenziale, o il rispetto che è parola più usata a questa latitudine, nei confronti dei potenti. Che siano colletti bianchi o camorristi.Siamo, però, ancora all'anno zero. La cattiva coscienza è stata lavata con il percolato delle mille discariche abusive e il sindaco, che è lo stesso, ha cambiato registro. Oggi è d'accordo con chi lotta ma lo fa alla alla buona, badando soprattutto a non restare imbrigliato nelle denunce di Report e de la Vita in diretta. Che ormai si rincorrono mentre se ne annunciano altre, perché Alfredo Mazza non ha smesso di lavorare a dossier esplosivi e, insieme ad un altro medico, questa volta uno psichiatra che lavora all'Asl, Gennaro Esposito, è riuscito a mettere in piedi un fronte serio di opposizione riunendo trenta associazioni ambientaliste e fondando un giornale, «Tablò», che fa opinione. E organizza proteste che fanno male al potere. L'ultima è un appello ai cittadini perchè si sottopongano ad analisi del sangue, dell'urina e del latte materno per verificare l'incidenza della diossima che è ormai cento volte superiore ai valori normali. Perchè il latte materno? «La diossina è liposolubile — risponde Gennaro Esposito — e si concentra nei grassi; il latte materno, quindi, è la spia più attendibile. Dobbiamo andare in fondo a questo scandalo e punire». Il tono è esasperato, ma come dare torto a chi denuncia? «Qui non c'è dialettica politica tra maggioranza e opposizione — ripete Alfredo Mazza — siamo di fronte ad una associazione che attraversa tutti gli schieramenti».Tutti i discorsi su Nola passano dalla questione ambientale. Dal triangolo della morte siamo passati ad una figura geometrica sterminata, che si protende fino al a mare: mezzo milione di abitanti, 35 comuni, 496 kmq devastati dal traffico di rifiuti tossici gestito dalla camorra. E' una storia che parte da lontano. E si è stabilizzata dopo il terremoto.Il simbolo massimo del degrado è la famigerata Cisternina, un complesso residenziale interamente abusivo che venne evacuato ad horas in seguito a una epidemia di salmonellosi e di tifo. Ora è terra di nessuno ma dovrebbe ospitare un Centro di ricerca per l'ambiente. Campa cavallo....Vittorio Avella, ex consigliere del Pci, racconta due storielle che aiutano a capire. La prima risale a La Marca, discendente di una famiglia che appartiene al Gotha della camorrra, il quale riuscì a ottenere il monopolio della raccolta dei rifiuti prima per due anni e poi per nove. Senza passare per il Consiglio comunale. Negli anni Settanta e più ancora in quelli seguenti il traffico di sostanze tossiche imperversò riversando sul territorio fiumi di veleni micidiali e di soldi sporchi. I pozzi degli orti un tempo fertili diventarono bombe ecologiche con il consenso dei contadini che ormai avevano abbandonato la terra. E qui viene la seconda storiella che coinvolge due proprietari terrieri. Uno chiede all'altro: «Ma che cosa è successo nella tua terra? Stanotte ho sentito un grande traffico di camion...». E l'altro con candore degno di miglior causa risponde: «Fatti i fatti tuoi, hanno sversato certi liquidi nel pozzo, non so cosa ci hanno buttato ma mi hanno dato dieci milioni». «Oggi è la stessa cosa — dicono Alfredo Mazza e Gennaro Esposito — in questi giorni abbiamo ricevuto telefonate da ingegneri del Nord e la nuova parolina magica è la pirolisi, cioè il procedimento chimico che consente di bruciare tutto e produrre energia. Li abbiamo mandati a quel paese, ma non demorderanno».

Porto di Napoli!!!

Le parole di Saviano, forse più di altre, possono aiutarci a capire i meccanismi di potere, che sono sotto alla calma apparente del porto di Napoli!!!

Gomorra
Incipit
"Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell'aria, lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma a terra le teste si spaccavano come fossero crani veri. Ed erano crani. Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l'uno sull'altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l'uno con l'altro. Ecco dove erano finiti. I corpi che le fantasie più spinte immaginavano cucinati nei ristoranti, sotterrati negli orti d'intorno alle fabbriche, gettati nella bocca del Vesuvio. Erano lì. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo. Avevano tutti messo da parte i soldi per farsi seppellire nelle loro città in Cina. Si facevano trattenere una percentuale sul salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno, una volta morti. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese. Quando il gruista del porto mi raccontò la cosa, si mise le mani in faccia e continuava a guardarmi attraverso lo spazio tra le dita."

Così tre clan controllano il Porto di Napoli

Scritto da Gianluca Abate da il Corriere del Mezzogiorno
giovedì 12 aprile 2007


L'ultima dichiarazione nota in ordine di tempo è quella del pentito di camorra Francesco Capuozzo, che il 25 novembre 2005 ai pm antimafia spiegava questo: «Il quartiere delle Case Nuove ha una posizione strategica rispetto a futuri affari, perché dovranno essere effettuati lavori di importo molto rilevante di ristrutturazione del porto di Napoli e alla famiglia spetterà una quota importante perché il quartiere è prospiciente ad una vasta area del porto».
Il «quartiere della Case Nuove», come lo chiama il collaboratore di giustizia, è uno dei feudi del clan Mazzarella. E proprio la famiglia Mazzarella, insieme con la cupola dell'Alleanza di Secondigliano e il clan dei Casalesi, controlla il porto di Napoli. La circostanza emerge da un altro filone dell'inchiesta della Procura che ieri ha portato all'emissione di trenta ordini d'arresto nei confronti di spedizionieri e funzionari della Dogana. Loro, gli indagati, con questa storia non c'entrano nulla, e nessun reato di tipo mafioso gli viene contestato. Quel che c'entra con l'altro troncone dell'inchiesta coordinata dal capo del pool anticamorra Franco Roberti e delegata al pm Raffaele Marino, invece, è l'accordo fra tre clan per spartirsi i proventi degli affari illeciti. Due, l'Alleanza di Secondigliano e la famiglia dei Mazzarella, hanno stretto una sorta di specifico patto di non belligeranza nonostante per strada si combattano a colpi di omicidi. Il terzo, il clan dei Casalesi, gestisce invece direttamente diverse spedizioni, con rapporti all'interno del porto che la magistratura definisce «accertati».C'è un mediatore, a collegare (per ora ignoti) spedizionieri e boss della camorra. È un banchiere di malavita, uno che ricicla i soldi della camorra. E che, attraverso gli stessi canali, ricicla anche i soldi delle importazioni illecite. Come gestire le operazioni, invece, quella è strategia che spetta ai boss. I Mazzarella, ad esempio, hanno una propria ditta di trasporti e gente che va in Cina ad acquistare all'ingrosso cd da falsificare in Italia. I Casalesi, al contrario, infiltrano soggetti «riconducibili al clan» in imprese che operano all'interno del porto. L'Alleanza di Secondigliano, infine, ha uomini fidati che si occupano delle importazioni dalla Cina (uno fu arrestato perché commercializzava per conto del clan trapani falsi).Tutti, invece, impongono una tangente ai trasportatori. Qualcuno non paga. E non entra più al porto.

40 anni dalla morte del principe della risata!!!

Ci hai lasciato tanto, poesie, canzoni, film... Ci hai fatto ridere in tutti i modi... Hai rappresentato Napoli, soprattutto la Napoli povera del dopoguerra, costretta ad arrangiarsi, a fare i conti con la fame, poi con la ripresa economica e le prime ricchezze, ma anche il maggior divario tra i ricchi ed i poveri!!!
Grazie Totò, per noi sei ancora vivo!!!



Totò ed Aldo Fabrizi, una coppia stupenda che farà ridere sicuramente anche il paradiso!!!

Rifiuti d'oro!!!

La gestione dei rifiuti è solo uno dei tanti affari illeciti della camorra, dispiace appurare che istituzioni pubbliche, ed esponenti di essa, possano essere invischiati in questi affari!!! Forse questo può far capire le mani legate di Bertolaso!!!


Sodano: «L'ecomafia assalta lo Stato»
Il presidente della commissione ambiente del Senato commenta l'arresto, avvenuto il 5 aprile, del sub-commissario per l'emergenza rifiuti in Campania: «La gestione commissariale ha fallito, ripristiniamo l'ordinarietà»

Silvana Santo, lanuovaecologia.it
6 aprile 2007

«Fermo restando che per i giudizi definitivi bisogna aspettare la conclusione del lavoro della magistratura, di sicuro questa vicenda getta ombre pesanti sulla gestione commissariale dei rifiuti in Campania. Mi chiedo come sia possibile che dopo 13 anni di commissariamento, nonostante la presenza di una personalità di indubbia caratura morale come Bertolaso, sia potuto accadere un fatto simile». È il commento di Tommaso Sodano, presidente della commissione ambiente del Senato, all'arresto di Claudio De Biasio, il sub-commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, fermato nei giorni scorsi con l'accusa di truffa aggravata. Nella giornata di ieri, il senatore aveva chiesto e ottenuto che De Biasio venisse allontanato dall'incarico che ricopriva dallo scorso 15 marzo.
Che peso può avere questa vicenda nel futuro della gestione dei rifiuti in Campania?Gli arresti dei giorni scorsi confermano una volta di più l'esigenza di ritornare quanto prima ad uno stato di ordinarietà. Si tratta dell'ennesima prova che la gestione commissariale non solo non ha risolto l'emergenza rifiuti, ma non è nemmeno riuscita ad escludere la presenza della criminalità organizzata. Credo che a questo punto sia necessario un momento di profonda riflessione su quanto è stato fatto finora, anche alla luce della nuova normativa regionale, che ha complicato ulteriormente la situazione.
L'inchiesta della Dda che ha portato agli arresti di martedì fornisce elementi nuovi sul ruolo della criminalità organizzata?Il coinvolgimento della camorra non è una novità. La criminalità organizzata gestisce da tempo pezzi ordinari del ciclo dei rifiuti, dall'individuazione delle aree per le discariche alla loro gestione. Ma se adesso le indagini confermassero che la camorra è riuscita ad interferire nella nomina di un sub-commissario, ci troveremmo davanti a un vero e proprio attacco agli organi dello stato.
In che senso?Il commissariato straordinario è una struttura governativa. Se venisse confermato che la camorra è riuscita ad inserirvi un uomo di propria fiducia, ci troveremmo di fronte a un fatto davvero clamoroso.

10/04/07

Ecomafie ed ecoreati!!!

Quando la camorra e le amministrazioni locali hanno un affare comune, qualcosa non va!!!
Ecco due articoli tratti da La nuova ecologia, che fotografano il periodo difficile della vera emergenza rifiuti in campania... L'ecomafia!!!

ECOMAFIE
Sequestrate due cave

Contenevano almeno 2.000 tonnellate di rifiuti speciali in Campania a Quarto (Na) e nel Lazio a Bagnoreggio (Vt). Dieci persone indagate. Ultimo capitolo dell'indagine "Re Mida" che smascherò una banda ecocriminale operante in 4 regioni

Due cave utilizzate per lo smaltimento illecito di almeno 2.000 tonnellate rifiuti speciali, in Campania e nel Lazio, e 10 persone indagate. È il nuovo capitolo dell'indagine “Re Mida” avviata alla fine del 2003 e che consentì di smascherare una presunta organizzazione eco-criminale radicata in diverse regioni tra cui Lombardia, Toscana, Lazio e Campania. Questa mattina i militari del comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente hanno messo in atto il sequestro preventivo di due cave, l'una in Campania, a Quarto, in provincia di Napoli, l'altra nel Lazio, a Bagnoregio, in provincia di Viterbo.

Secondo il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Camillo Trapuzzano, le due cave sarebbero il terminale di un considerevole traffico illecito di rifiuti. Tra i rifiuti speciali smaltiti ci sono quelli provenienti dalla separazione meccanica dei rifiuti solidi urbani, ceneri di combustione e fanghi industriali. Gli indagati, secondo l'accusa, svolgevano l'attività illecita in modo 'imprenditoriale': le dieci persone coinvolte erano gestori di cave, intermediari, trasportatori chimici e direttori di impianti. I rifiuti - sostiene la Procura - non solo erano smaltiti illecitamente ma erano anche accompagnati da falsi documenti di trasporto e da false consulenze circa la natura e la provenienza dei rifiuti. Il giro d'affari del presunto traffico illecito è stato quantificato in circa 100 mila euro.

15 marzo 2007

ECOREATI
Grasso:«Business rifiuti attira le ecomafie»

Il procuratore nazionale Antimafia sulle attività economiche legate allo smaltimento illecito: «Vi operano ditte già presenti nella black list dell'antimafia». La proposta: pene meno dure a indagati che bonificano il territorio

Pene meno severe agli indagati per traffico di rifiuti pericolosi quando accettano di provvedere alla bonifica del territorio che hanno inquinato. La proposta è del procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, che l'ha avanzata innanzi alla Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta dal senatore dell'Ulivo Roberto Barbieri. Grasso, inoltre, ritiene necessaria una norma ad hoc che preveda l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti di competenza delle procure antimafia. Adesso, invece, sul traffico di rifiuti - sebbene spesso siano coinvolte imprese malavitose - indagano sia le dda che le procure ordinarie e non esiste una banca dati complessiva.

Grasso ha sottolineato che, adesso, nel business dei rifiuti «accanto a esponenti delle famiglie mafiose si registra la presenza di persone senza precedenti penali (tecnici, dipendenti delle pubbliche amministrazioni, imprenditori dei trasporti) inseriti nell'economia pulita, che però iniziano a voler guadagni facili senza le spese dello smaltimento lecito».

Il traffico dei rifiuti «é un grosso affare legato a un preciso orientamento del mondo produttivo locale e nazionale, desiderosi di aumentare i profitti e ridurre le spese». Capita sempre più spesso, ha spiegato Grasso, «che accanto alla grandi imprese aggiudicatarie di appalti per smaltire i rifiuti si affianchi una piccola impresa locale, vicina ai mafiosi, che prima si occupava di movimento terra: la manodopera è locale, così i fornitori».

Significativi alcuni dati relativi a inchieste della dda in Campania, la regione con più infrazioni sui rifiuti: su 377 società di smaltimento controllate (45 di smaltitori, 166 di riciclatori e 166 di trasportatori), quasi una trentina erano già inserite inserite nella “black list” della Dna. I soggetti controllati sono stati 2893. «I primi a difendere il territorio e l'ambiente - ha concluso Grasso - devono essere i cittadini: le forze di polizia non ce la possono fare senza il contributo di tutti noi, a partire dai giovani».

14 marzo 2007

(Tratti da: La nuova ecologia)

Etiopia, la Guantanamo africana

Etiopia - 09.4.2007

Etiopia, la Guantanamo africana
Addis Abeba accusata di ospitare prigioni per terroristi. Con la benedizione degli Usa

L'Etiopia è la nuova frontiera della lotta (illegale) al terrorismo? E' quanto avrebbe appurato un'inchiesta dell'Associated Press, secondo cui centinaia di “persone sospette” provenienti da 19 Paesi sarebbero detenute in tre carceri segrete etiopi, a disposizione delle autorità statunitensi alla caccia di presunti uomini di al-Qaeda. E mentre gli Usa ammettono di aver interrogato alcuni dei sospetti ma di non aver commesso alcuna azione illegale, l'Etiopia smentisce che i centri di detenzione esistano. E lo scandalo si allarga.
Prigioni. Secondo le dichiarazioni di associazioni per i diritti umani, avvocati e diplomatici sentiti durante l'inchiesta, buona parte degli arrestati proverrebbe da Somalia e Kenya. I primi sarebbero stati rastrellati durante e dopo l'offensiva etiope nei confronti delle Corti islamiche, cacciate dalla capitale somala Mogadiscio a fine dicembre. I secondi, anche questi originari prevalentemente dalla Somalia e in fuga dalla guerra, sarebbero stati espulsi dal Kenya e trasferiti nelle carceri etiopi, a disposizione degli inquirenti di Cia e Fbi che, secondo le stesse ammissioni di Washington, avrebbero interrogato alcuni dei prigionieri. Gli Stati Uniti però sottolineano di non aver partecipato all'arresto dei sospetti, i quali sarebbero stati messi a disposizione delle autorità locali e solo per il tempo degli interrogatori. Le autorità etiopi si sono invece trincerate dietro il silenzio, smentendo l'esistenza dei tre centri di detenzione in questione, situati secondo l'Ap nella capitale Addis Abeba, in una base militare a 60 km dalla città e presso il confine somalo.
Testimonianze. Tra gli arrestati, oltre a persone provenienti da Paesi occidentali (tra cui lo statunitense Amir Mohamed Meshal), vi sarebbero anche donne e bambini, cosa che ha suscitato le condanne delle associazioni per i diritti umani, e in particolare della statunitense Human Rights Watch. Finora, le uniche testimonianze dirette sono state fornite da Kamilya Mohammedi Tuweni,una donna 42enne proveniente dagli Emirati Arabi Uniti, arrestata in Kenya e poi trasferita in Etiopia. La donna ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna accusa formale durante i due mesi e mezzo di detenzione, mesi in cui nessuno si sarebbe preoccupato di informarla sulla sua sorte e sui motivi dell'arresto. Le parole che ha utilizzato per definire l'intera esperienza sono state “un incubo”. La Tuweni sarebbe l'unica persona liberata da questi centri di detenzione. Delle altre centinaia non si ha nessuna notizia.
Terrorismo. Da tempo gli Usa considerano il Corno d'Africa come una delle nuove frontiere nella lotta al terrorismo. Già durante la guerra tra Etiopia e Corti gli Stati Uniti erano intervenuti bombardando alcuni villaggi del sud della Somalia, cercando di colpire tre uomini di al-Qaeda ritenuti responsabili degli attentati del 1998 alle ambasciate Usa di Kenya e Tanzania. Non è un caso che questi centri di detenzione siano stati organizzati in Etiopia, uno dei maggiori alleati di Washington nella regione, e che il Kenya sia così “collaborativo”. Proprio sulle autorità di Nairobi, accusate di aver deportato illegalmente centinaia di persone, si concentrano le indagini delle organizzazioni dei diritti umani. Scontrandosi, finora, con il più assoluto silenzio.
Matteo Fagotto

L'Italia non difende Emergency

Emergency: noi con i terroristi? Prodi chieda spiegazioni a Karzai

Gino Strada

"Il governo italiano si sente estraneo a questo insieme di calunnie, minacce e accuse mosse dall'interno di un 'governo amico' a una Ong italiana riconosciuta dal ministero degli Affari esteri?". Emergency torna a rivolgersi al governo Prodi, dopo che il capo dei servizi segreti afghani ha accusato l'associazione umanitaria di essere "fiancheggiatore dei terroristi e persino degli uomini di al Qaeda in Afghanistan".
Operazione contro Emergency "Non ci sono proteste da muovere e chiarimenti da richiedere all'ambasciatore afgano in Italia? - prosegue Emergency rivolgendosi al governo italiano - E non si vede in questa aggressione la 'verità disvelata' della detenzione in atto di un cittadino afgano, collaboratore di Emergency, responsabile solo di aver dato seguito a indicazioni ricevute dal governo italiano?".Le parole del capo degli 007, dice Emergency, "costituiscono una conferma inquietante della nostra preoccupazione che fosse in atto, attraverso l'illegale sequestro di Rahmatullah Hanefi ad opera dei 'servizi' afgani, una operazione contro Emergency". Una "ritorsione - prosegue - su destinatari impropri per l'esito del sequestro Mastrogiacomo, che ha comportato la liberazione di cinque detenuti, concordata tra Hamid Karzai e Romano Prodi".
Emergency : non discriminiamo i pazienti L'associazione contesta anche la parte dell'intervista a Saleh nella quale lo 007 dice che "un talebano si denuncia alla polizia, non si cura per permettergli poi di riprendere le armi contro di noi, contro i nostri alleati, contro la Nato e contro gli italiani". "Nel decidere che cosa sia o no un' organizzazione umanitaria - sostiene l'Ong - Saleh stabilisce che i suoi nemici non si debbano curare, che si debbano lasciar morire. E' questa la cultura di un uomo influente e potente del 'governo democratico' di Karzai che l'Italia è impegnata a sostenere. Ed è questa l'idea di legalità di un sistema giudiziario che l'Italia è onerosamente impegnata a costruire in Afganistan". Da parte sua dunque l'associazione ribadisce che "non sarebbe pensabile un impegno che non sia, come è stato dal 1999 a oggi, rivolto a offrire assistenza sanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, solo in nome di questo bisogno, civili o combattenti, in totale indifferenza verso appartenenze o divise. Per Emergency un'assistenza sanitaria discriminata, è semplicemente assurda".
Futuro incerto L'intervista di Saleh peserà comunque sulla decisione di rimanere o meno in Afghanistan. "La sortita di un uomo importante del governo Karzai - si sottolinea - diventa un elemento di valutazione circa la presenza di Emergency in Afghanistan e circa la sicurezza del nostro personale internazionale".
Si continua a sparare Almeno quattro Talebani sono morti nella provincia di Helmand, nell'Afghanistan meridionale, in seguito a un nuovo bombardamento aereo americano su uno dei loro covi, situato nel distretto di Salgin: lo hanno riferito fonti delle autorità governative locali, secondo cui i guerriglieri non sono stati eliminati direttamente con il raid, ma intercettati e uccisi da truppe Usa e forze regolari afghane mentre cercavano di fuggire; la copertura dell'Aviazione era stata chiesta dopo americani e governativi erano stati attaccati a colpi di lancia-granate. Si tratta della medesima provincia dove il 4 marzo fu rapito il giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo insieme al suo autista e all'interpete, entrambi decapitati dai rapitori: l'uno mentre l'inviato di 'Repubblica' era ancora prigioniero, l'altro a Pasqua.


L'Afghanistan contro l'Italia

Dal governo Karzai infamanti accuse ad Emergency, Ong italiana. Da Roma, nessuna risposta
In risposta alle parole di Amrullah Saleh, riportate da Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera del 10 aprile, Emergency ha diffuso questo comunicato stampa:


«… Emergency non è in realtà una vera organizzazione umanitaria, bensì un fiancheggiatore dei terroristi e persino degli uomini di Al Qaeda in Afghanistan…. Un talebano si denuncia alla polizia, non si cura per permettergli poi di riprendere le armi contro di noi, contro i nostri alleati, contro la Nato, contro gli italiani».

Amrullah Saleh è il capo dei servizi di sicurezza afgani. L'uomo forte di Kabul. Più potente forse dello stesso governo Karzai. E ancora più del presidente, espressione di Washington. Era lui, infatti l'ufficiale di collegamento tra Washington e l'alleanza del Nord di Massud. Saleh era l'anello di una congiunzione mai avvenuta tra la Cia e il principale avversario dei Talebani allora al potere a Kabul.
A queste parole Emergency risponde con un duro comunicato: "Queste parole, per Emergency "costituiscono una conferma inquietante della nostra preoccupazione che fosse in atto, attraverso l’illegale sequestro di Rahmatullah Hanefi ad opera dei “servizi” afgani, una operazione contro Emergency. Una ritorsione su destinatari impropri per l’esito del sequestro Mastrogiacomo, che ha comportato la liberazione di cinque detenuti, concordata tra Hamid Karzai e Romano Prodi".
"Saleh - continua il comunicato di Emergency - nel decidere che cosa sia o no un’organizzazione umanitaria, stabilisce che i suoi nemici non si debbano curare, che si debbano lasciar morire. È questa la cultura di un uomo influente e potente del «governo democratico» di Karzai che l’Italia è impegnata a sostenere. È questa l’idea di legalità di un sistema giudiziario che l’Italia è onerosamente impegnata a costruire in Afganistan".
Per parte nostra, ribadiamo che non sarebbe pensabile un impegno di Emergency che non sia, come è stato dal 1999 a oggi, rivolto a offrire assistenza sanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, solo in nome di questo bisogno, civili o combattenti, in totale indifferenza verso appartenenze o divise.
Per Emergency – per chiunque, pensiamo, umanitario o no, ad eccezione di Amrullah Saleh un’assistenza sanitaria discriminata è semplicemente assurda.
Questa sortita di un uomo importante del governo Karzai diventa un elemento di valutazione circa la presenza di Emergency in Afganistan e circa la sicurezza del nostro personale internazionale.
Il Governo italiano si sente estraneo a questo insieme di calunnie, minacce e accuse mosse dall’interno di un «governo amico» a una ONG italiana riconosciuta dal Ministero degli affari esteri?
Non ci sono proteste da muovere e chiarimenti da richiedere all’ambasciatore afgano in Italia?
Non si vede in questa aggressione la «verità disvelata» della detenzione in atto di un cittadino afgano, collaboratore di Emergency, responsabile solo di aver dato seguito a indicazioni ricevute dal governo italiano?"

EMERGENCY

06/04/07

Sardone diario di uno scempio!!!

Sardone diario di uno scempio(parte 1)


Sardone diario di uno scempio(parte 2)

Signoraggio!!!

Divertentissimo spot sul signoraggio tratto dal blog degli Amici di Beppe Grillo Napoli!!!



Per saperne di più:
www.signoraggio.com
www.signoraggio.info
afimo
cronologia

Le guerre in corso!!!

A prlarne non se ne parla più!!! Ma il mondo è ancora in guerra... Ci sono venti guerre ancora in atto... Ed altre che sono lì lì per scoppiare!!! Ma nessuno sa niente... Nessuno sa quanti sono stati i morti in Iraq o in Afganistan, quanti morti nel Ciad... Ecco a voi il rapporto settimanale di peace reporter sulle guerre in atto e sulla situazione in Afganistan e Iraq, in più alcune schede dei conflitti...


Cessate il fuoco

Il bollettino settimanale delle guerre e dei conflitti in corso n.14 - 2007 dal 29/3 al 4/4
Israele-Palestina Almeno 105 morti dall’inizio dell’anno.
Il 29 marzo un palestinese di 16 anni è stato ucciso dalle forze militari israeliane in un villaggio a sud di Jenin, nel nord della Cisgiordania.
Il 30 un palestinese è stato ucciso da un esplosione avvenuta all'interno di un campo di addestramento di Hamas a Khan Younis, nel centro della striscia di Gaza.
Il 31 Mussa al-Manasra, un religioso palestinese è stato ucciso in un agguato mentre si accingeva a rientrare nella sua abitazione a Gaza.
Il 4 aprile, un militante palestinese della Jihad islamica è stato ucciso da soldati israeliani, mentre stava sistemando un ordigno esplosivo su una strada a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza.

Cecenia e Nord Caucaso (Russia) Almeno 165 morti dall’inizio dell’anno.
Il 29 marzo la guerriglia cecena sostiene di aver ucciso 7 soldati russi in un agguato nelle foreste di Senjen-Yurt.
Il 30 i ribelli dichiarano di aver ucciso 5 soldati russi in un’imboscata nel distretto di Itum-Kalè e altri 7 militari nel distretto di Shali.
Il 1° aprile al confine tra Cecenia e Daghestan sono stati trovati morti un funzionario del governo daghestano e un suo familiare rapiti in precedenza dalle milizie islamiche.
Il 2 nel distretto ceceno di Vedenò la guerriglia afferma di aver ucciso 4 soldati russi e 3 militari governativi ceceni.
Il 4 nel sud della Cecenia un comandante della guerriglia è stato ucciso in uno scontro a fuoco con le forze russe.

Waziristan e Nwfp (Pakistan) Almeno 444 morti dall’inizio dell’anno.
Il 29 marzo Nella Provincia della Frontiera di Nord-Ovest (Nwfp) 25 combattenti talebani e un militare pachistano sono morti nel corso di un combattimento a Tank.
In Punjab un kamikaze si è fatto esplodere davanti a una caserma uccidendo 2 soldati.
In Sud Waziristan 2combattenti stranieri di al Qaeda (uzbechi, ceceni, tagichi, arabi) e 2 miliziani waziri che li combattono con il sostegno dell’esercito governativo.
Il 30 sono morti 45 combattenti stranieri e 10 miliziani waziri che li combattono con il sostegno dell’esercito governativo.
Il 31 le milizie wazire hanno ucciso 15 miliziani stranieri.
Il 4 aprile almeno 50 miliziani stranieri e 10 miliziani waziri e un soldato pachistano sono morti in violenti combattimenti.

Balucistan (Pakistan) Almeno 54 morti dall’inizio dell’anno.
Il 30 marzo i ribelli baluci hanno ucciso un soldato nel distretto di Dera Bugti.
Il 3 aprile nel distretto di Bolan un civile è morto per l’esplosione di una mina piazzata dai ribelli.

Filippine-Npa Almeno 47 morti dall’inizio dell’anno.
Il 31 marzo un giovanissimo guerrigliero dell’Npa (11 anni) è stato ucciso dall’esercito nella provincia meridionale di Compostela Valley.
Il 3 aprile 3 poliziotti sono stati uccisi in un attacco dei ribelli dell’Npa nella provincia centrale di Masbate.

Thailandia del Sud Almeno 105 morti dall’inizio dell’anno.
Il 31 marzo nella provincia di Narathiwat i ribelli hanno ucciso un civile.
Il 1° aprile un altro civile è stato ucciso nella stessa provincia.
Il 3 nella provincia di Pattani 3 militari e 2 ribelli islamici sono morti in uno scontro a fuoco.

Sri Lanka Almeno 946 morti dall’inizio dell’anno
Il 29 marzo 12 guerriglieri Tamil sono stati uccisi in un attacco dell’esercito nel distretto di Mullaittivu e 10 civili sono morti in un bombardamento governativo nel distretto di Battcaloa.
Il 30 nel distretto di Vavuniya 5 soldati sono morti in un attacco dell’Ltte.
Il 31 nel distretto di Batticaloa 1 soldato è morto in un agguato dei ribelli.
Il 1° aprile nella stessa zona 6 civili cingalesi sono stati uccisi dalla guerriglia.
Il 2 nel distretto di Ampara 15 civili e un soldato sono morti in un attentato della guerriglia contro un autobus.
Il 3 nel distretto di Batticaloa 31 guerriglieri Tamil e un soldato sono morti nel corso di una battaglia.

India-Kashmir Almeno 125 morti dall’inizio dell’anno.
Il 29 marzo 2 guerriglieri kashmiri del Let sono morti in uno scontro a fuoco con i militari indiani nel distretto di Poonch.
Il 30 nel distretto di Rajouri 5 civili sono morti nel corso di uno scontro armato tra ribelli ed esercito.
Il 31 nello distretto di Doda un guerrigliero del Let è stato ucciso dai militari indiani.
Il 1° aprile nella stessa zona 2 guerriglieri, 2 civili e un militare sono morti in uno scontro a fuoco. Il 2 nel distretto di Anantang un guerrigliero dell’Hm è stato ucciso in una battaglia.
Il 3 nel distretto di Pulwama una civile è stata uccisa dai militari indiani.

India-Nordest Almeno 359 morti dall’inizio dell’anno.
Il 29 marzo nello stato del Nagaland un civile è stato ucciso dall’esplosione di una granata.
Il 30 nello stato dell’Arunachal Pradesh 2 guerriglieri dell’Ulfa sono stati uccisi dall’esercito.
Il 31 nello stato dell’Assam altri 2 ribelli dell’Ulfa sono morti in uno scontro a fuoco.
Il 1° aprile nello stato di Manipur l’esercito ha ucciso un presunto ribelle.
Il 2 nello stato di Assam i militari hanno ucciso 4 ribelli dell’Ulfa e nello stato del Manipur è stato ucciso un civile.

India-Naxaliti Almeno 81 morti dall’inizio dell’anno.
Il 29 marzo nello stato dell’Andra-Pradesh 2 guerriglieri comunisti Naxaliti sono morti in uno scontro a fuoco con la polizia.
Il 31 nello stato del Bihar un poliziotto è stato ucciso in un attacco della guerriglia.
Il 1° aprile nello stato di Chhattisgarh i ribelli hanno ucciso 2 civili.

Bangladesh-Comunisti Almeno 53 morti dall’inizio dell’anno
Il 1° aprile un presunto guerrigliero comunista del Pbcp è stato ucciso in carcere poche ore dopo il suo arresto.

Colombia Almeno 80 morti dall'inizio dell’anno.
Il 3 aprile, una bomba esplosa in una strada di Buenaventura, principale porto colombiano nel Pacifico, ha ucciso una persona. In un altro episodio, un gruppo di guerriglieri ha ucciso 2 poliziotti.

Somalia Almeno 640 morti dall’inizio dell’anno. Il 29 marzo sono scoppiati violenti scontri, durati quattro giorni, tra le forze del governo somalo, supportato dalle truppe etiopi, e le milizie claniche a Mogadiscio, che hanno causato la morte di almeno 381 persone.

Etiopia Almeno 42 morti dall’inizio dell’anno. Il 3 aprile soldati etiopi hanno ucciso 23 ribelli del Fronte Patriottico, gruppo di miliziani che l'Etiopia ritiene sia sostenuto dalla vicina Eritrea.
Ciad Almeno 163 morti dall’inizio dell’anno. Il 31 marzo le milizie Janjaweed hanno attaccato alcuni villaggi uccidendo 65 civili. L'esercito ciadiano sarebbe riuscito ad uccidere 35 degli assalitori.

Sudan Almeno 181 morti dall’inizio dell’anno. Il 1° aprile un attacco lanciato contro una tribù Torjam ha causato la morte di 60 persone in Darfur. Il 2, 5 soldati dell'Unione Africana sono stati uccisi in uno scontro a fuoco con uomini armati non identificati in Darfur.

Uganda Almeno 152 morti dall’inizio dell’anno. Il 30 marzo l'organizzazione Save the Children ha denunciato che, lo scorso 12 febbraio, un'operazione di disarmo condotta dall'esercito ugandese nella regione nord-orientale del Karamoja avrebbe portato alla morte di 66 bambini.

Nigeria Almeno 40 morti dall’inizio dell’anno. Il 29 marzo 4 persone sono morte a causa degli scontri tra sostenitori di partiti rivali nello stato di Bauchi, nel nordest del Paese.

Kenya Il 3 aprile un'associazione locale per i diritti delle donne ha riferito che, nelle ultime settimane, gli scontri tribali per il possesso della terra nell'ovest del Paese hanno provocato la morte di 145 persone.
(Tratto da Peace reporter)


War is over?
La settimana in Afghanistan e Iraq, dove la guerra non è mai finita...n.14 - 2007 dal 29/3 al 4/4
Afghanistan. Dall'inizio dell'anno sono morte almeno 831 persone (246 civili, 400 talebani o presunti tali, 155 militari afgani e 30 soldati Nato)

Il 29 marzo 8 presunti talebani e un soldato afgano sono morti in combattimento nella provincia di Uruzgan, 5 presunti talebani e 2 poliziotti afgani sono stati uccisi in provincia di Kandahar.
Nella provincia di Paktika un soldato Usa è stato ucciso in un agguato.

Il 31 nella provincia di Kandahar 7 poliziotti afgani e diversi talebani sono morti in un’imboscata dei talebani.

Il 1° aprile 4 bambini sono morti in un attentato suicida nella provincia di Laghman.
Nella provincia di Helmand 3 presunte spie governative sono state impiccate dai talebani.
Nella provincia di Zabul 7 presunti talebani sono stati uccisi in un bombardamento aereo della Nato.
Nella provincia di Kandahar 7 presunti talebani sono stati uccisi in uno scontro a fuoco con le forze afgane e Nato e 3 poliziotti afgani sono stati uccisi in un agguato talebano.

Il 2 nella provincia di Logar 12 contadini sono morti nel corso di violenti scontri, pare legati alla campagna di sradicamento delle piantagioni di oppio.
Nella provincia di Kandahar 2 talebani e un poliziotto afgano sono morti in uno scontro a fuoco.

Il 3 nella provincia di Helmand 10 presunti talebani sono stati uccisi dalle forze Nato.

Il 4 nelle province di Ghazni e Kandahar 2 polziotti afgani sono stati uccisi dai talebani.
Iraq, dove questa settimana sono morte 635 persone e, dall'inizio del 2007, sono 8670 le vittime
Il 29, 53 persone sono morte nella città di Khalis, nell'Iraq meridionale, a causa di un numero imprecisato di autobomba esplose in varie zone della città. Due attentatori suicidi si sono fatti esplodere assieme nell'affollato mercato di Shaab, nella capitale irachena, uccidendo 82 persone, quasi tutte donne e bambini. 10 persone sono morte a causa dell'esplosione di una mina nel distretto Bayaa di Baghdad. 3 persone sono morte a causa dell'esplosione di una bomba nei pressi di Amil. 3 persone sono morte a causa dell'esplosione di un'autobomba a Jamiya. 4 poliziotti e un civile sono rimasti uccisi dall'esplosione di un'auto sospetta durante una perquisizione. 2 agenti della polizia stradale sono morti in un attentato contro il loro comandante a Baghdad. Una guardia del corpo di Ahmed Chalabi è stata uccisa in un agguato a Baghdad. Un civile è morto in uno scontro a fuoco tra la polizia irachena e un gruppo di guerriglieri. 25 cadaveri decapitati sono stati ritrovati dalla polizia in varie zone della capitale. Un'unità dell'esercito Usa, durante una perquisizione a Mosul, ha ucciso un uomo e i suoi 3 figli nella loro casa. Un imam sciita è stato assassinato in un agguato a Mosul. 4 persone sono morte a causa dell'esplosione di un'autobomba a Mahmudiya. 2 persone sono morte a causa dell'esplosione di alcuni colpi di mortaio a Baghdad. Un medico è stato ucciso davanti al suo ambulatorio in un agguato. Un poliziotto è morto in un agguato a Diwaniya.
Il cadavere di una persona rapita una settimana fa è stato ritrovato a Baghdad. Unpoliziotto è morto in uno scontro a fuoco a Mosul. 5 persone sono morte in uno scontro a fuoco a Mosul.

Il 30, un'unità militare Usa ha fatto irruzione in un ufficio di al-Sadr a Baghdad, uccidendo un impiegato e suo figlio. 16 civili sono morti durante un bombardamento dell'aviazione Usa nel quartiere al-Sadr a Baghdad. Un civile è morto in uno scontro a fuoco tra miliziani del Mahdi e militari iracheni a Baghdad. 12 cadaveri decapitati sono stati ritrovati a Baghdad dalla polizia. 25 cadaveri sono stati rinvenuti a Mosul. 7 cadaveri sono stati rinvenuti a Baquba. 2 poliziotti sono morti in uno scontro a fuoco a Hilla. Una guardia privata di un negozio di Hilla è stata uccisa in uno scontro a fuoco. Un militare iracheno è morto a causa dell'esplosione di una mina a Khalis. Un civile è morto in uno scontro a fuoco a Missan. 2 miliziani sono morti in una battaglia tra militari iracheni e insorti.

Il 31, 5 civili sono morti a causa dell'esplosione di un'autobomba all'ingresso di un ospedale di Baghdad. Marines Usa, durante una perquisizione, hanno ucciso una donna e sua figlia a Baghdad. Un impiegato di Iraqya Tv è stato assassinato in un agguato nella capitale mentre usciva dal lavoro.
Un uomo è morto in uno scontro a fuoco nel sobborgo di Amil. 14 cadaveri sono stati ritrovati in varie zone della città. Un poliziotto è morto a Kirkuk a causa dell'esplosione di un'autobomba. 8 persone sono morte durante l'assalto di un gruppo d'insorti a un convoglio militare iracheno a Kirkuk. 4 persone sono morte in una sparatoria ad Hilla. Un attentatore suicida si è fatto esplodere a Tuz Khormato uccidendo 2 persone. 5 cadaveri sono stati ripescati nell'Eufrate nei pressi di Suwayra. Nella stessa città, 3 civili sono morti a causa dell'esplosione di una bomba in una stazione dei bus. 4 persone sono morte in uno scontro a fuoco a Tal Afar. 2 persone sono morte a causa dell'esplosione di 2 colpi di mortaio a Mahmudiya. Unpoliziotto è stato assassinato a Duluiya. 2 contractors sono stati assassinati a Diwaniya. Un ufficiale dell'esercito iracheno è stato ucciso da un cecchino a Falluja. 4 persone sono morte in uno scontro a fuoco a Botoama. 3 civili e 2 insorti sono morti in una sparatoria a Baquba. Un uomo è stato ucciso a Muqdadiyah.

Il 1, 6 militari Usa sono morti a Baghdad a causa dell'esplosione di una mina al passaggio del loro convoglio. 1 soldato Usa è morto nella provincia dell'al-Anbar. Un militare britannico è morto in uno scontro a fuoco a Bassora. 21 presunti miliziani di al-Qaeda sono morti, al confine con la Siria, in uno scontro a fuoco con una milizia popolare di autodifesa. Marines Usa hanno aperto il fuoco su un gruppo d'insorti, nei pressi di Tal Afar, uccidendone uno. La polizia irachena ha ucciso 3 sospetti nei pressi di Samarra. 16 corpi decapitati sono stati rinvenuti a Baghdad. 2 uomini sono rimasti uccisi dall'esplosione di due camion carichi di tritolo a Mosul. Nella stessa città, un civile e un poliziotto sono morti in uno scontro a fuoco. Una bomba è esplosa in un mercato di Tuz Khormato, uccidendo 2 persone. 2 cadaveri sono stati ritrovati a Suwayra. 4 cadaveri sono stati rinvenuti a Karbala. Un funzionario del partito di al-Sadr è stato ucciso in un agguato a Jibla. Un guardiano è stato ucciso davanti a una moschea sunnita nella stessa cittadina. Un ufficiale dell'esercito iracheno è stato assassinato in un agguato a Tikrit. Nella stessa città sono stati ritrovati 2 corpi decapitati. 6 militari iracheni sono stati uccisi in un agguato a Balad. 5 persone sono morte in uno scontro a fuoco nei pressi di al-Jabab.

Il 2, 13 civili e un marine Usa è morto a causa dell'esplosione di un camion carico di tritolo a Kirkuk. Un marine è morto durante una battaglia nella provincia di al-Anbar. L'esplosione di una mina a Fuhaylat ha ucciso un impiegato civile che lavorava con i militari Usa. Un militare britannico è morto in uno scontro a fuoco a Bassora. I cadaveri di 23 persone sono stati ritrovati a Baquba. 14 cadaveri decapitati sono stati rinvenuti a Baghdad. Un attentatore suicida ha ucciso 2 persone a Doura. Un'autobomba è esplosa davanti al tribunale di Bayaa uccidendo 4 civili. 2 guardie del corpo sono rimaste uccise da un'esplosione a Bab al Muathim. Un militare iracheno è stato ucciso da un cecchino a al-Ghadeer. Un militare iracheno è morto a causa di una sparatoria a un check-point a Yarmouk. 2 cadaveri sono stati ritrovati a Baghdad. 4 persone sono morte a causa di un attentatore suicida che si è fatto esplodere davanti a un ristorante a Khalis. I militari Usa, durante una perquisizione a Mosul, hanno ucciso 6 persone. Nella stessa città, sono stati ritrovati 3 cadaveri in varie zone della città. Un ufficiale di polizia è stato ucciso ad Amara. Un religioso sunnita è stato assassinato a Fallujah. Nella stessa città, sono stati recuperati 3 cadaveri. La polizia irachena, a Kerbala, durante una perquisizione, ha ucciso 2 sospetti.
Il 3, 10 cadaveri sono stati recuperati a Baghdad. 5 civili sono rimasti uccisi dall'esplosione di una mina nel quartiere Saidiya della capitale. Una mina è esplosa uccidendo una persona a Zaafaraniya. Un poliziotto è morto in un agguato a Adhamiyah. Il cadavere di un bambino è stato ritrovato a Sab al-Bor. I militari della Coalizione hanno ucciso 6 presunti insorti a Fallujah. 5 guerriglieri sono stati uccisi mentre preparavano un attacco a Khalis. Un negoziante è stato ucciso in un agguato a Khalis. 7 cadaveri sono stati ritrovati a Baquba. 5 cadaveri sono stati ritrovati a Ramadi. 5 cadaveri sono stati ritrovati a Hibhib. 4 presunti insorti sono stati uccisi dai militari iracheni a Tal Afar. 3 cadaveri sono stati ritrovati a Mosul. 2 poliziotti sono stati uccisi in un agguato a Latifiya. Una guardia di un oleodotto a Kut è stata assassinata in un attacco degli insorti. Nella stessa città, un poliziotto è morto in un agguato. Un poliziotto è stato ucciso a Kirkuk in un agguato. Una guardia del corpo del capo della polizia della provincia di Salah ad Dhin è morto in un agguato. L'esplosione di una mina ha ucciso una donna a Bassora. Un poliziotto è morto in un agguato a Tikrit. 2 civili sono morti in uno scontro a fuoco nei pressi di Fallujah.
Il 4, 2 militari Usa sono morti in una sparatoria a Baghdad. 12 civili sono morti in un bombardamento dell'aviazione Usa a Ramadi. 11 operai sono stati assassianti da un uomo che ha fermato il loro pulmino a Hawija. 2 uomini è morto a causa dell'esplosione di un'autobomba nel quartiere Sadr City della capitale. 9 corpi decapitati sono stati ritrovati in varie zone della capitale.
4 poliziotti, un civile e 6 guerriglieri sono morti in uno scontro a fuoco a Baquba. Un poliziotto e un civile sono morti in un attentato a Mosul. 2 militari iracheni sono morti a causa dell'esplosione di una mina a Kut. L'esplosione di un colpo di mortaio a Khalis ha causato la morte di una donna. 2 militari iracheni sono rimasti uccisi in un'imboscata a Fallujah. 2 cadaveri sono stati ripescati a Fallujah.
(Tratto da Peace reporter)

05/04/07

Amico fragile!!!

Grazie per tutto quello che hai fatto, detto, scritto, cantato... Scusaci se non ti abbiamo capito, se non abbiamo compreso la tua fragilità... Grazie amico fragile!!!



"E poi sospeso tra i vostri come stà?
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo come stai amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un ora al mese di te....

Pensavo è bello, che dove finiscono le mie dita,
debba in qualche modo incominciare una chitarra..."
(Frabrizio De Andrè- Amico fragile)

Camorra e rifiuti!!!

Mi secca dire l'avevo detto!!! Per chi ha ancora dubbi sulla collusione tra camorra e regione Campania, ecco a voi...

RIFIUTI/Arrestato il vice di Bertolaso

Scritto da Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno
mercoledì 04 aprile 2007


I casalesi spremevano denaro dai rifiuti, grazie a complicità eccellenti: tra quelli che glielo consentivano, secondo l'accusa, c'era Claudio De Biasio, ex direttore del Consorzio di bacino Caserta 4 e oggi subcommissario ai rifiuti con delega agli impianti. De Biasio è una delle otto persone arrestate ieri dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito ordinanze di custodia emesse su richiesta dei pm della Dda Raffaele Cantone e Alessandro Milita.
Come Giuseppe Valente, ex presidente del Consorzio Caserta 4, è accusato di truffa aggravata e ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. Il fatto che De Biasio sia stato nominato subcommissario ai rifiuti è stato criticato, durante una conferenza stampa, dal procuratore aggiunto Franco Roberti, coordinatore della Dda, che ha parlato di «commistione tra controllori e controllati».Le accuse principali contestate dai pm riguardano, oltre alla truffa ai danni dello Stato, l'aver agevolato interessi patrimoniali di due clan: oltre ai casalesi, i La Torre di Mondragone. Le indagini, portate a termine dalle tenenza della Guardia di Finanza di Mondragone, si sono avvalse della collaborazione di alcuni pentiti di camorra e hanno messo in luce in primo luogo gli accordi tra i fratelli Michele e Sergio Orsi (esponenti dei Ds, a loro volta arrestati) e i vertici del clan dei casalesi.Questi avrebbero ricevuto cospicue somme di denaro in proporzione all'ammontare dei profitti ricavati dall'attività della Eco 4, società controllata dai fratelli Orsi alla quale è affidato il servizio di raccolta dei rifiuti in 18 Comuni del Casertano. Nel corso di una telefonata intercettata dalla Guardia di Finanza, Michele Orsi parla con una persona che non è indagata di Claudio De Biasio: «È uno dei nostri — dice — stiamo facendo di tutto per farlo nominare». La nomina, più tardi, è arrivata.La truffa contestata agli indagati è stata realizzata in parte con false fatturazioni atte a creare fittizie situazioni debitorie del consorzio Caserta 4 a vantaggio della società dei fratelli Orsi, per un valore di 905.000 euro. Gli inquirenti hanno accertato inoltre l'esistenza di società fittizie, la vendita simulata di azioni, una serie di irregolarità per eludere l'eventuale rifiuto della certificazione antimafia, la stipula di plurime alienazioni di azioni per un corrispettivo di 9.100.000 euro. I magistrati hanno disposto anche il sequestro di immo bili e di quote societarie a carico di diversi indagati. Nell'inchiesta sono contestati anche due episodi corruttivi attribuiti a Michele Orsi: uno per l'ottenimento della certificazione antimafia, in cui è coinvolto un funzionario dell'ispettorato del lavoro di Caserta, componente del gruppo ispettivo antimafia istituito in prefettura, e l'altro relativo al rilascio del rinnovo del porto d'armi, ottenuto grazie a un ispettore di polizia in servizio alla questura di Caserta. Secondo l'accusa, inoltre, vi sarebbe stato un patto tra gli amministratori della Eco 4 e la criminalità organizzata di Mondragone, alla quale veniva versata una tangente periodica di 15.000 euro mensili per poter svolgere l'attività nel territorio controllato dal clan. Le ordinanze di custodia in carcere sono state emesse, oltre che nei confronti di Sergio e Michele Orsi, degli esponenti del clan dei Mondragonesi Augusto La Torre, Giuseppe Fragnoli, Giacomo Fragnoli, Vincenzo Filoso, Gennaro Sorrentino, Giuseppe Filoso, nonché di Giuseppe Diana e Gennaro Fiorentino, titolari di una impresa di commercializzazione del gas.Sulla vicenda è intervenuto il presidente regionale di Legambiente, Michele Buonomo: «Gli arresti di oggi rappresentano la faccia reale di quello che abbiamo iniziato a denunciare nel lontano 1994, l'ecomafia che nasce e prospera nella nostra regione sempre più trasformata in un vero e proprio laboratorio nazionale degli accordi corruttivo — collusivi e delle convivenze perverse tra politica, affari e criminalità. È un segmento di mercato denuncia Legambiente che muove oltre 600 milioni di euro ogni anno e che dal 2002 ha visto l'arresto di oltre 130 persone, circa 200 denunce e 90 aziende coinvolte. Sullo sfondo di quella che può essere definita una vera e propria holding criminale — prosegue Buonomo — c'è ancora una volta una pubblica amministrazione disattenta ed inefficiente nell'attività di controllo e prevenzione».

04/04/07

L'impatto camorristico e ambientale!!

Nessuno ci credeva... Tutti dicevano che eravamo troppo fissati con la camorra... La camorra non può comandare tutto... La camorra pensa solo alla droga... CIECHI!!!! Come avete fatto a non vedere... Come si fa a non guardarsi intorno e a non vedere il marcio che c'è... A non indignarsi per quel marcio... A non sentire un sentimento di repulsione dentro, che diventa rabbia, che ti fa venire la voglia di alzarti e togliere tutto di mezzo, di buttare tutto all'aria... Poi ti viene la voglia di agire, ti rimbocchi le maniche e lotti contro questo sistema schifoso, che, come una rete da pescatore, intrappola tutto e tutti... E' notizia di oggi dell'arresto di 7 persone colluse con la camorra, per la gestione dei rifiuti in campania... La questione rifiuti è di difficilissima soluzione, e non posso biasimare Bertolaso che deve, per forza, costruire la discarica a Serre perchè, solo lì può esercitare ancora il suo misero potere, di commissario ai rifiuti!!! Ma i controlli sono partiti, finalmente... Controlli che sono fatti anche dai cittadini, i quali stanno collaborando con le autorità, stanchi dei soprusi, stanchi di pagare anche con la salute... A vigliena è stata chiesta la valutazione dell'impatto ambientale della centrale!!! La centrale di Acerra è seguita ogni istante dai cittadina e, probabilmente, anche lì vi saranno controlli!!! Bisogna credere nella lotta... Bisogna avere il coraggio di denunciare... La volontà di voler cambiare le cose!!! Per saperne di più vai sul sito Napolionline.
Gustatevi lo spazzatour e riflettete!!!



CAMORRA/Camorra e rifiuti: la grande retata

Scritto da Angelo Carotenuto da la Repubblica Napoli
mercoledì 04 aprile 2007


L´architetto Claudio Di Biasio aveva un impegno urgente. Controllare a Caserta la discarica che attenuerà l´emergenza rifiuti in Campania. Lo ha arrestato la Finanza all´alba, nella prima retata che rivela il sistema dell´Affare Immondizia, con camorra, politica, consorzi, società miste. Al centro c´è una truffa allo Stato di 9,1 milioni di euro. Spiega in scala ridotta il fluviale spreco di denaro pubblico.
«Lo dico con orgoglio: è la prima operazione con arresti sulla raccolta dei rifiuti», Giandomenico Lepore apre così la conferenza stampa, il procuratore aveva poco prima insinuato: «Chi diceva che sui rifiuti eravamo fermi?» ed è facile capire che è solo l´inizio il blitz di ieri con sette arresti in carcere, due in casa per Claudio Di Biasio e Giuseppe Valente, irreperibile Giuseppe Diana, presente anche nelle indagini sul caso Chinaglia. Il sessantenne ex centravanti che voleva comprare la sua Lazio con 21 milioni di dollari presi in Ungheria. Stratagemma per riportarli in Italia, secondo la Procura di Napoli, maggio 2006.L´inchiesta dei pm Raffaele Cantone e Alessandro Milita tocca il vertice del Commissariato Rifiuti. Con Guido Bertolaso, c´è un terzetto da un mese: Marta De Gennaro che da tempo assiste il capo della Protezione civile è il vicario, sono arrivati poi Alberto Pierobon da Treviso dove fu salutato con qualche critica e Claudio Di Biasio, proposti al ministro dell´Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, il cui nome non ricorrere in nessun atto dell´inchiesta. A chi era legato Di Biasio? Lo dicono per telefono i dirigenti di Eco 4, braccio operativo di Caserta 4: «È uno dei nostri», raccomandano l´ex direttore della società mista Eco 4. Le accuse toccano solo quella fase della sua carriera. Cantone e Milita evidenziano le «pressioni per far transitare Di Biasio ai vertici del Commissariato». Ne avevano chiesto forse l´arresto in carcere. Il gip ha deciso per i domiciliari, con una interpretazione dell´articolo 7, aggravante per chi favorisce una organizzazione criminale. Né Valente né Di Biasio, secondo il gip, pensavano di trattare con clan. Ma il senatore Tommaso Sodano, presidente della Commissione Ambiente, chiede la «rimozione immediata» del subcommissario. «Bisogna fare luce piena, è inquietante: camorra in un organismo con tanti prefetti e funzionari», Sodano darà battaglia.«La camorra non è solo omicidi. Anzi quando non c´è emergenza vuol dire che prosperano i suoi affari, l´indagine ricostruisce i meccanismi finanziari», rileva Franco Roberti, capo del pool Antimafia. Indagine molto complessa che impegna ancora gli specialisti della Finanza, «in un piccolo comando come la tenenza di Mondragone che merita il nostro plauso», rimarcano i magistrati. E il generale Vito Bardi, presente, amplifica gli elogi ai finanzieri del tenente Luigi Scarpetta: «Puntiamo anche in sedi periferiche su lavoro e uomini di grande qualità». Ma qual era il meccanismo per distrarre danaro pubblico con i rifiuti? La società mista. Il pubblico che assume il 51 per cento, il privato il 49. Una sofisticata ingegneria finanziaria consente al privato di drenare gli utili con fatture false: le finte spese riportano i conti alla pari. Significativa una telefonata intercettata. Chiede un impiegato: «Abbiamo avuto 250 mila mila euro, che facciamo?» ma c´è chi lo tranquillizza: «Qui ci vuole subito una fatturella». E i soldi finiscono ai privati. Facile, se manca qualsiasi controllo da parte del socio pubblico e delle istituzioni. Nell´inchiesta sono già inciampati un viceprefetto, un funzionario del lavoro, un magistrato di Santa Maria Capua Vetere, in un groviglio di raccomandazioni per un porto d´armi e per evitare una interdittiva antimafia. Il convolgimento del pm casertano portò una tranche dell´inchiesta a Roma.La Eco 4 serviva 18 comuni da Sessa Aurunca a Castelvolturno passando per Mondragone, Cellole, Calvi, Cancello Arnone. «La camorra pagava alla camorra». Due i clan: i Mondragonesi e i Casalesi, ramo Bidognetti, che incassavano 15 mila euro al mese. C´erano poi i posti di lavoro ad amici dei clan e dei partiti. Il voto di scambio ricorre. La parte pubblica della gestione consentiva di aggirare le norme della contabilità di Stato, quella privata assorbiva il denaro sistemando i conti con fatture false per 910 mila euro. Ma spuntano anche società fittizie quando i protagonisti decidono di defilarsi consegnando una decotta Eco 4 al consorzio Caserta 4. Gonfiano i crediti a dismisura, con una perizia truccata. «Quello che valeva 1, risultava 1000» spiega un investigatore. «Hanno venduto il nulla, quindi». Il prezzo: 9.100.000 euro, 18 miliardi di vecchie lire per una scatola vuota.Una fortunata parabola per la Eco 4. La società mista fu creata attraverso una gara: prevalse l´Ati "Flora Ambiente", Flora come la figlia di Michele Orsi, il principale imputato con il fratello Sergio, più volte arrestati. Sconfitta "Eco Campania", ricondotta a Nicola Ferraro, consigliere regionale Udeur, segretario del partito casertano prima che fosse commissariato. I fratelli Orsi sono legati a Giuseppe Diana, irreperibile, considerato il punto di contatto tra clan dei Mondragonesi e Eco 4. Sua la Dianagas che rileva nel 2001 la Domizia Gas da Gennaro Sorrentino, arrestato nel 2004 per estorsione a due imprenditori. Un incidente giudiziario che tronca le sue aspirazioni politiche in una formazione di nuovi socialisti. All´interno di Domizia gas furono presi due latitanti, uno era Giuseppe Fragnoli, considerato il capo del clan vincente sui La Torre, quasi tutti pentiti. Nella retata di ieri figurano i fratelli Orsi, Gennaro Fiorentino, Giuseppe Fragnoli con il fratello Giacomo, oltre a Vincenzo Filoso e Augusto La Torre. C´era questo dietro il consorzio Caserta 4, ora si sa meglio come siano stati divorati i milioni dell´emergenza rifiuti. Lo Stato tenta con affanno il recupero: sequestrati ieri venti appartamenti, due palazzi, auto, quote societarie. Ma sono molti gli indagati, i libri contabili, le intercettazioni che si ignorano. È stato arrestato un subcommissario e lo scandalo sembra non sia ancora esploso.

L'abito non fa il monaco!!!

La trappola della droga non risparmia nessuno... Nemmeno chi sembra lontano anni luce da queste dipendenze... Eppure oggi si può assistere anche a questo... Carabinieri, increduli, che arrestano un vice parroco casertano... Tutto avviene a Scampia, dopo che questo aveva comprato delle dosi di crack... L'abito non fa il monaco!!!

Sacerdote acquista droga a Scampia

Scritto da Irene De Arcangelis da la Repubblica Napoli
martedì 03 aprile 2007


SI ERA vestito di grigio, senza neanche il colletto da sacerdote. Uno qualsiasi a bordo della sua auto, senza assicurazione, che dalla provincia di Caserta viene a Napoli, nel grande paradiso della droga che si chiama Scampìa. Per comprare cobrett e crack. Evidentemente non sa, il vice parroco di quarant´anni, dei mega controlli della polizia, delle piazze dello spaccio sorvegliate da qualche giorno ventiquattro ore su ventiquattro.
Non sa della guerra quotidiana alla centrale del traffico e delle faide di camorra. E se sa, non può fare a meno di tentare di comprare comunque. Ci finisce dentro, al centro della rete dei controlli, con la sua auto, una Peugeot senza assicurazione. Bloccato, controllato, interrogato e segnalato alla prefettura come consumatore di stupefacenti. Il suo nome tra quelli che ieri sono stati scoperti, dai poliziotti del vice questore Sergio Di Mauro, tra i mille personaggi controllati in una sola giornata. Gente di tutti i tipi, dall´avvocato al giardiniere con lavoro nella pubblica amministrazione. E tanti, tantissimi arrivati da altre province, altre regioni. Era per esempio di Pontecorvo il ragazzo di 24 anni che, proprio ieri pomeriggio, durante i controlli, è stato trovato dalla polizia morto per overdose, il corpo abbandonato sotto un viadotto di viale della Resistenza.Anche il sacerdote era arrivato da un´altra provincia. Ma la sua è storia diversa. Storia di una tardiva schiavitù, quella della droga. Cominciata a quarant´anni. Costretto ad arrivare a Napoli per comprare il peggio che offre il mercato: cobrett e crack, scarti di eroina e cocaina. Il crack che si può iniettare. A bordo della sua Peugeot arriva alle Vele di Scampia. Sa dove andare, come muoversi, spende all´incirca cinquanta euro, che consegna a un pusher in cambio delle dosi per uso personale. Quindi percorre via Labriola per lasciare Napoli. Pochi metri dopo c´è la pattuglia della polizia. Lui sembra uno qualsiasi, con il vestito grigio. Viene fermato come tutti gli altri e scoperto con le due dosi di droga a bordo di un´auto senza assicurazione. Portato in commissariato. Il controllo dei documenti, il verbale da inviare in prefettura: assuntore di stupefacenti. Un ufficio di polizia in cui forse non è mai entrato. «Sono disperato - ripete a testa bassa - Sto pensando di spogliarmi, lasciare la mia parrocchia». Storia amara, dolorosa, che imbarazza i poliziotti. Le domande ridotte al minimo necessario. Costretti anche a procedere al fermo dell´auto fuorilegge, che viene poi affidata al vice parroco in custodia giudiziale.

02/04/07

Giovani camorristi!!!

La camorra ha sempre cercato di accattivarsi i giovani, facendo presa con il loro fascino da gangster dei film americani, col fascino del potere finanziario, ma anche militare... Molti clan hanno ancora una successione padre-figlio che, data la caratteristica vita dei boss, porta a far assumenre a ragazzini di 18-20 anni la conduzione, manovrata dal boss dal carcere, dei clan sul territorio...

Di Lauro jr: «Gomorra? L'ho letto, non condivido»

Scritto da Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno
sabato 31 marzo 2007


«Il libro di Saviano? Sì, l'ho comprato. Ho letto la parte in cui si parla della mia famiglia. Ma ci sono scritte cose non vere, così non ho continuato». Le sette e mezzo di martedì mattina. In un ufficio al primo piano della caserma «Pastrengo», sede del comando provinciale dei carabinieri, Vincenzo Di Lauro, 31 anni, secondogenito di Ciruzzo ' o milionario arrestato un'ora prima, chiacchiera con un i militari che l'hanno stanato.
È una conversazione garbata, quasi piacevole, perché Vincenzo si esprime bene e racconta cose interessanti: « Ho preso il dilpoma di terza media, poi ho dovuto smettere di studiare. Mi sono trasferito a Torino per occuparmi delle imprese di mio padre: commerciamo in pellame e schede telefoniche internazionali » . Il lavoro, però, non ha impedito a Vincenzo di nutrire lo spirito: « Ho continuato a studiare da solo. Sono autodidatta. Leggo, certo: " Gomorra", quando è uscito, mi ha incuriosito molto » . Il caso editoriale dell'anno, dunque, ha colpito anche il figlio del boss. Che, in maniera pacata, ora fa ai carabinieri le sue osservazioni: « In quelle pagine non mi ci ritrovo. Io non vivo così e non sono così. Perciò ho deciso di non continuare nella lettura » . Imprenditore col pallino della finanza: è questa la definizione che Vincenzo Di Lauro dà di sè. « Mi sono occupato di piattaforme telefoniche. Importavo in Italia flussi di traffico internazionale, cioè schede prepagate. Era un lavoro interessante e appagante » . Il figlio del boss si sfoga: « Quello che i magistrati non hanno capito è che a me della droga e degli affari illeciti in genere non interessa nulla. Sono stato fermato qualche volta in compagnia di persone invischiate nei traffici: ora pago per questo » . I carabinieri con i quali chiacchiera sono quelli che un'ora prima hanno fatto irruzione nell'appartamento di Casalnuovo in cui Vincenzo si nascondeva: tra loro due giovani marescialli sempre in prima linea, che preferiscono non essere citati. Dai carabinieri, sportivamente, ora Vincenzo accetta i pasticcini comprati per festeggiare la sua cattura. I marescialli sono gli stessi che da tempo lavorano sul clan Di Lauro e che hanno indagato sulla morte di Gelsomina Verde, uccisa a 22 anni nel corso della terribile faida di Secondigliano: per quel delitto, Ugo De Lucia è stato condannato all'ergastolo come esecutore materiale, mentre Cosimo Di Lauro è imputato come mandante.Cosimo, fratello maggiore di Vincenzo, « Gomorra » non ha voluto leggerlo. Anche lui ne ha parlato con i carabinieri una decina di giorni fa, quando sono andati a incontrarlo nel carcere di Novara: « Non lo leggo perché, se lo facessi, si verrebbe a sapere e tutti penserebbero che sono un boss, com'è scritto nel libro.Diventerebbe un elemento da usare contro di me durante il processo » . Ne è convinto Cosimo, che per lo stesso motivo ha troncato i rapporti con la famiglia: non scrive nè telefona a genitori e fratelli. Bizzarrie di giovani criminali.


I «Faiano» reclutavano spacciatori già a dieci anni

Scritto da Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno
domenica 01 aprile 2007


Soldatini di camorra a dieci anni. I «Faiano» dei quartieri spagnoli reclutano tra i bambini i loro spacciatori e i loro futuri killer, anche perché prima dei quattordici anni non sono imputabili. Numerosi i casi di giovanissimi sorpresi a portare la droga o le armi, ma ora la conferma arriva dai pentiti. Rivelazioni agghiaccianti compaiono nell'ordine di fermo notificato giovedì scorso dalla squadra mobile a quindici esponenti del clan Di Biasi.
Il 14 giugno 2006 Pasquale Petrillo parla di Giuseppe Scala, uno dei fermati: « Ricordo che, già all'epoca dei Mariano, lui era un affiliato ai " Faiano". Non che avesse un particolare peso criminale, ma comunque era a disposizione della famiglia per tutto. In quegli anni Giuseppe aveva dieci o dodici anni e non si meravigli per la giovanissima età, perché i " Faiano" già da piccoli vengono impiegati per le attività illecite della famiglia. Salvatore Scala, detto Sasà, il più piccolo dei " Faiano", aveva appena quindici anni quando, nel tentativo di colpire il fidanzato della figlia di " Pallino" ( Raffaele Esposito, ndr), con il quale aveva litigato, sparò per errore alla ragazza, che guidava il motorino. A proposito di Salvatore Scala, perché vi rendiate conto del personaggio, racconto un episodio accaduto nel 1997, quando lui aveva appena tredici o quattordici anni. Noi, come clan Terracciano, gestivamo anche il lotto clandestino. Un giorno ci giunse notizia che Salvatore Scala si era presentato da solo nella nostra zona ed aveva affrontato Antonio Mazzanti, tenutario dei blocchetti necessari per la raccolta delle scommesse e della cassa. Scala entrò addirittura nel basso di Mazzanti per farsi consegnare bollette e soldi. Sopraggiungemmo quindi io e Michel il tunisino, nel frattempo informati di quanto stava accadendo, e ci impossessammo nuovamente del tutto. Ricordo che Michel voleva sparargli, ma io glie lo impedii, un poco perché era giovanissimo, un poco perché mi veniva quasi da sorridere a vedere che, così piccolo, avesse questa capacità criminale e tale coraggio » . Dai verbali emergono anche le tecniche degli affiliati al clan per non incappare nella rete delle forze di polizia.Per esempio, si spostavano con i mezzi pubblici: il 10 dicembre 2005 Sergio Parmiggiano va a Castello di Cisterna, dove abita Salvatore Di Biasi. È armato. In giro ci sono i carabinieri e Ciro Piccirillo lo mette in guardia: « Qua ci sono i giamaicani fermi. Non atterrare qua » . Parmiggiano decide di tornare a Napoli, ma lo fa con la Circumvesuviana. Da corso Garibaldi, poi, prende un taxi che lo porta ai quartieri spagnoli. Lui non sa che le telefonate fatte poco prima sono state intercettate e si stupisce quando una pattuglia del commissariato Montecalvario blocca il taxi in via Emanuele De Deo. Salta fuori un revolver Smith & Wesson calibro 38, il pregiudicato viene arrestato.L'udienza di convalida dei quindici fermi si è svolta ieri mattina, oggi sarà depositato il dispositivo.

01/04/07

Il conto di pulcinella!!!


E' questa l' informazione di oggi!!!

Fatta di odience, di sensazionalismo, di falsi sentimenti, di false lacrime, di fotografi ricattatori, di personaggi ricchi e famosi per il loro non saper far nulla....

Poi si tacciono le 28 guerre ancora in atto... i milioni di bambini che muoiono ogni anno...
Le malattie che colpiscono i paesi poveri e che non vengono curate perchè, le aziende farmaceutiche, vendono i farmaci, per quei paesi essenziali, a prezzi che non si possono permettere, senza permettergli di produrseli da soli...
Si parla di camorra e mafia solo quando ci sono gli omicidi, ma non si dice quello che succede ogni giorno, si tacciono i loro affari, le loro concussioni politiche, gli appalti pubblici che li vedono immischiati, i morti innocenti di mafia e camorra...

Beh!!! se questa deve essere l'informazione, allora preferisco essere ignorante, o mettermi su internet e cercarmi da solo quello che devo sapere, confrontando le fonti, senza sentire una campana sola, ma sentendone due tre, facendomi una mia opinione sulle cose e non quella che mi viene messa in bocca dagli altri.