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10/04/07

Ecomafie ed ecoreati!!!

Quando la camorra e le amministrazioni locali hanno un affare comune, qualcosa non va!!!
Ecco due articoli tratti da La nuova ecologia, che fotografano il periodo difficile della vera emergenza rifiuti in campania... L'ecomafia!!!

ECOMAFIE
Sequestrate due cave

Contenevano almeno 2.000 tonnellate di rifiuti speciali in Campania a Quarto (Na) e nel Lazio a Bagnoreggio (Vt). Dieci persone indagate. Ultimo capitolo dell'indagine "Re Mida" che smascherò una banda ecocriminale operante in 4 regioni

Due cave utilizzate per lo smaltimento illecito di almeno 2.000 tonnellate rifiuti speciali, in Campania e nel Lazio, e 10 persone indagate. È il nuovo capitolo dell'indagine “Re Mida” avviata alla fine del 2003 e che consentì di smascherare una presunta organizzazione eco-criminale radicata in diverse regioni tra cui Lombardia, Toscana, Lazio e Campania. Questa mattina i militari del comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente hanno messo in atto il sequestro preventivo di due cave, l'una in Campania, a Quarto, in provincia di Napoli, l'altra nel Lazio, a Bagnoregio, in provincia di Viterbo.

Secondo il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Camillo Trapuzzano, le due cave sarebbero il terminale di un considerevole traffico illecito di rifiuti. Tra i rifiuti speciali smaltiti ci sono quelli provenienti dalla separazione meccanica dei rifiuti solidi urbani, ceneri di combustione e fanghi industriali. Gli indagati, secondo l'accusa, svolgevano l'attività illecita in modo 'imprenditoriale': le dieci persone coinvolte erano gestori di cave, intermediari, trasportatori chimici e direttori di impianti. I rifiuti - sostiene la Procura - non solo erano smaltiti illecitamente ma erano anche accompagnati da falsi documenti di trasporto e da false consulenze circa la natura e la provenienza dei rifiuti. Il giro d'affari del presunto traffico illecito è stato quantificato in circa 100 mila euro.

15 marzo 2007

ECOREATI
Grasso:«Business rifiuti attira le ecomafie»

Il procuratore nazionale Antimafia sulle attività economiche legate allo smaltimento illecito: «Vi operano ditte già presenti nella black list dell'antimafia». La proposta: pene meno dure a indagati che bonificano il territorio

Pene meno severe agli indagati per traffico di rifiuti pericolosi quando accettano di provvedere alla bonifica del territorio che hanno inquinato. La proposta è del procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, che l'ha avanzata innanzi alla Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta dal senatore dell'Ulivo Roberto Barbieri. Grasso, inoltre, ritiene necessaria una norma ad hoc che preveda l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti di competenza delle procure antimafia. Adesso, invece, sul traffico di rifiuti - sebbene spesso siano coinvolte imprese malavitose - indagano sia le dda che le procure ordinarie e non esiste una banca dati complessiva.

Grasso ha sottolineato che, adesso, nel business dei rifiuti «accanto a esponenti delle famiglie mafiose si registra la presenza di persone senza precedenti penali (tecnici, dipendenti delle pubbliche amministrazioni, imprenditori dei trasporti) inseriti nell'economia pulita, che però iniziano a voler guadagni facili senza le spese dello smaltimento lecito».

Il traffico dei rifiuti «é un grosso affare legato a un preciso orientamento del mondo produttivo locale e nazionale, desiderosi di aumentare i profitti e ridurre le spese». Capita sempre più spesso, ha spiegato Grasso, «che accanto alla grandi imprese aggiudicatarie di appalti per smaltire i rifiuti si affianchi una piccola impresa locale, vicina ai mafiosi, che prima si occupava di movimento terra: la manodopera è locale, così i fornitori».

Significativi alcuni dati relativi a inchieste della dda in Campania, la regione con più infrazioni sui rifiuti: su 377 società di smaltimento controllate (45 di smaltitori, 166 di riciclatori e 166 di trasportatori), quasi una trentina erano già inserite inserite nella “black list” della Dna. I soggetti controllati sono stati 2893. «I primi a difendere il territorio e l'ambiente - ha concluso Grasso - devono essere i cittadini: le forze di polizia non ce la possono fare senza il contributo di tutti noi, a partire dai giovani».

14 marzo 2007

(Tratti da: La nuova ecologia)

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