Ascolta la tua radio preferita!!!

10/04/07

L'Italia non difende Emergency

Emergency: noi con i terroristi? Prodi chieda spiegazioni a Karzai

Gino Strada

"Il governo italiano si sente estraneo a questo insieme di calunnie, minacce e accuse mosse dall'interno di un 'governo amico' a una Ong italiana riconosciuta dal ministero degli Affari esteri?". Emergency torna a rivolgersi al governo Prodi, dopo che il capo dei servizi segreti afghani ha accusato l'associazione umanitaria di essere "fiancheggiatore dei terroristi e persino degli uomini di al Qaeda in Afghanistan".
Operazione contro Emergency "Non ci sono proteste da muovere e chiarimenti da richiedere all'ambasciatore afgano in Italia? - prosegue Emergency rivolgendosi al governo italiano - E non si vede in questa aggressione la 'verità disvelata' della detenzione in atto di un cittadino afgano, collaboratore di Emergency, responsabile solo di aver dato seguito a indicazioni ricevute dal governo italiano?".Le parole del capo degli 007, dice Emergency, "costituiscono una conferma inquietante della nostra preoccupazione che fosse in atto, attraverso l'illegale sequestro di Rahmatullah Hanefi ad opera dei 'servizi' afgani, una operazione contro Emergency". Una "ritorsione - prosegue - su destinatari impropri per l'esito del sequestro Mastrogiacomo, che ha comportato la liberazione di cinque detenuti, concordata tra Hamid Karzai e Romano Prodi".
Emergency : non discriminiamo i pazienti L'associazione contesta anche la parte dell'intervista a Saleh nella quale lo 007 dice che "un talebano si denuncia alla polizia, non si cura per permettergli poi di riprendere le armi contro di noi, contro i nostri alleati, contro la Nato e contro gli italiani". "Nel decidere che cosa sia o no un' organizzazione umanitaria - sostiene l'Ong - Saleh stabilisce che i suoi nemici non si debbano curare, che si debbano lasciar morire. E' questa la cultura di un uomo influente e potente del 'governo democratico' di Karzai che l'Italia è impegnata a sostenere. Ed è questa l'idea di legalità di un sistema giudiziario che l'Italia è onerosamente impegnata a costruire in Afganistan". Da parte sua dunque l'associazione ribadisce che "non sarebbe pensabile un impegno che non sia, come è stato dal 1999 a oggi, rivolto a offrire assistenza sanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, solo in nome di questo bisogno, civili o combattenti, in totale indifferenza verso appartenenze o divise. Per Emergency un'assistenza sanitaria discriminata, è semplicemente assurda".
Futuro incerto L'intervista di Saleh peserà comunque sulla decisione di rimanere o meno in Afghanistan. "La sortita di un uomo importante del governo Karzai - si sottolinea - diventa un elemento di valutazione circa la presenza di Emergency in Afghanistan e circa la sicurezza del nostro personale internazionale".
Si continua a sparare Almeno quattro Talebani sono morti nella provincia di Helmand, nell'Afghanistan meridionale, in seguito a un nuovo bombardamento aereo americano su uno dei loro covi, situato nel distretto di Salgin: lo hanno riferito fonti delle autorità governative locali, secondo cui i guerriglieri non sono stati eliminati direttamente con il raid, ma intercettati e uccisi da truppe Usa e forze regolari afghane mentre cercavano di fuggire; la copertura dell'Aviazione era stata chiesta dopo americani e governativi erano stati attaccati a colpi di lancia-granate. Si tratta della medesima provincia dove il 4 marzo fu rapito il giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo insieme al suo autista e all'interpete, entrambi decapitati dai rapitori: l'uno mentre l'inviato di 'Repubblica' era ancora prigioniero, l'altro a Pasqua.


L'Afghanistan contro l'Italia

Dal governo Karzai infamanti accuse ad Emergency, Ong italiana. Da Roma, nessuna risposta
In risposta alle parole di Amrullah Saleh, riportate da Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera del 10 aprile, Emergency ha diffuso questo comunicato stampa:


«… Emergency non è in realtà una vera organizzazione umanitaria, bensì un fiancheggiatore dei terroristi e persino degli uomini di Al Qaeda in Afghanistan…. Un talebano si denuncia alla polizia, non si cura per permettergli poi di riprendere le armi contro di noi, contro i nostri alleati, contro la Nato, contro gli italiani».

Amrullah Saleh è il capo dei servizi di sicurezza afgani. L'uomo forte di Kabul. Più potente forse dello stesso governo Karzai. E ancora più del presidente, espressione di Washington. Era lui, infatti l'ufficiale di collegamento tra Washington e l'alleanza del Nord di Massud. Saleh era l'anello di una congiunzione mai avvenuta tra la Cia e il principale avversario dei Talebani allora al potere a Kabul.
A queste parole Emergency risponde con un duro comunicato: "Queste parole, per Emergency "costituiscono una conferma inquietante della nostra preoccupazione che fosse in atto, attraverso l’illegale sequestro di Rahmatullah Hanefi ad opera dei “servizi” afgani, una operazione contro Emergency. Una ritorsione su destinatari impropri per l’esito del sequestro Mastrogiacomo, che ha comportato la liberazione di cinque detenuti, concordata tra Hamid Karzai e Romano Prodi".
"Saleh - continua il comunicato di Emergency - nel decidere che cosa sia o no un’organizzazione umanitaria, stabilisce che i suoi nemici non si debbano curare, che si debbano lasciar morire. È questa la cultura di un uomo influente e potente del «governo democratico» di Karzai che l’Italia è impegnata a sostenere. È questa l’idea di legalità di un sistema giudiziario che l’Italia è onerosamente impegnata a costruire in Afganistan".
Per parte nostra, ribadiamo che non sarebbe pensabile un impegno di Emergency che non sia, come è stato dal 1999 a oggi, rivolto a offrire assistenza sanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, solo in nome di questo bisogno, civili o combattenti, in totale indifferenza verso appartenenze o divise.
Per Emergency – per chiunque, pensiamo, umanitario o no, ad eccezione di Amrullah Saleh un’assistenza sanitaria discriminata è semplicemente assurda.
Questa sortita di un uomo importante del governo Karzai diventa un elemento di valutazione circa la presenza di Emergency in Afganistan e circa la sicurezza del nostro personale internazionale.
Il Governo italiano si sente estraneo a questo insieme di calunnie, minacce e accuse mosse dall’interno di un «governo amico» a una ONG italiana riconosciuta dal Ministero degli affari esteri?
Non ci sono proteste da muovere e chiarimenti da richiedere all’ambasciatore afgano in Italia?
Non si vede in questa aggressione la «verità disvelata» della detenzione in atto di un cittadino afgano, collaboratore di Emergency, responsabile solo di aver dato seguito a indicazioni ricevute dal governo italiano?"

EMERGENCY

Nessun commento: