FORCELLA/L'alba delle manette
Scritto da Irene De Arcangelis da la Repubblica Napoli
mercoledì 21 marzo 2007
I napoletani del centro storico, dei Decumani e del rettifilo, si svegliano di soprassalto alle 6 del mattino, gli occhi sbarrati. Non sono una, due pattuglie a sfrecciare a sirene spiegate nell´alba di freddo e pioggia. Sono invece auto e mezzi blindati con 1000 uomini delle forze dell´ordine che bloccano la città, lampeggianti accesi e frastuono. Tutti fermi, questa è una mega operazione antimafia. Duecento arresti in programma, 173 eseguiti.
L´indagine è partita nel gennaio 2003, la richiesta di ordinanza cautelare è stata firmata a luglio 2005 e poi integrata nell´aprile 2006, gli arresti sono arrivati 11 mesi dopo. Il procuratore Giandomenico Lepore spiega: «Purtroppo i gip sono gravati da un enorme carico di lavoro, è indispensabile rivedere le norme». Tra gli indagati anche Ciro Giuliano, detto ‘o barone, ucciso cinque giorni fa. Se le ordinanze fossero state eseguite in tempi più brevi ora sarebbe in carcere anche lui. Ci sono anche indagati per ricettazione: sono familiari di detenuti che venivano "stipendiati" dai clan mentre il parente era in carcere. Denaro sporco, dello spaccio.Attacco a Forcella, dunque. Camorra e droga, una lunga lista di cognomi noti, malaffare passato di padre in figlio, di madre in nipote. Ci sono ex boss e collaboratori di giustizia. Donne, tante donne. Ben trenta. Sono le signore della mala. Prima fra tutte l´erede del traffico di stupefacenti: Marianna Giuliano, figlia del boss pentito. E i clan: i Giuliano e i Mazzarella. L´affare cocaina. Il sessanta per cento degli arrestati che ha già avuto condanne per droga e ha sempre un parente libero per sostituirlo. Blitz dai grandi numeri nel cuore della città, ordinanza firmata dal gip Sergio Marotta su richiesta dei pm Alfonso D´Avino e Raffaele Marino. Storia dei rapporti tra clan dal 1990 a oggi. Sedici anni di spaccio di stupefacenti su venti piazze della droga, dai Tribunali al cuore di Forcella, da San Gaetano a porta San Gennaro. Inchiesta che è anche uno studio dei rapporti malavitosi all´ombra della cocaina. Istruttoria talmente vasta e ramificata da pretendere l´assegnazione di "lotti di indagine" tra Squadra mobile, reparto operativo dei carabinieri, Guardia di finanza. Per arrivare alla raffica di arresti, agli uomini in divisa che imbracciano le mitragliette davanti alla scuola intitolata alla quattordicenne Annalisa Durante. La voce si sparge, e poco dopo davanti alla questura e alla caserma dei carabinieri "Pastrengo" si radunano una folla di parenti e amici degli arrestati. Grida, urla, proteste e minacce, mani alzate a mo´ di cornetta telefonica come a dire verso gli arrestati: «Non ti preoccupare, avverto io». Ma chi? Avvocati? Amici? Caos e minacce verso le divise. Poi, dalla Pastrengo esce Marianna, la coda di cavallo bionda. E si alza un coro di saluti, per farle capire che la Forcella della mala e della droga è solidale, al suo fianco. Qualcuno tenta di tirare calci alle auto dell´Arma che però vanno via di corsa verso le carceri, ma in città il traffico va in tilt e devono cambiare percorso perché, tra l´altro, da piazza del Gesù scende un corteo di disoccupati.
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