giovedì 15 marzo 2007
Tre omicidi in sei ore rompono una tregua durata quindici giorni. Guerre tra clan, regolamenti di conti da Scampia e Secondigliano a Forcella, protagoniste cosche (perdenti) della fama dei Giuliano e dei Di Lauro. C´è una vittima illustre: è Ciro Giuliano, cinquantenne cugino dell´ex boss oggi pentito Luigi, meglio noto come ‘o barone. Un nome pronunciato spesso durante il processo per l´omicidio della quattordicenne Annalisa Durante. Si scoprì - anche in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti - che ‘o barone stava tentando di far rinascere dalle sue ceneri il clan Giuliano un tempo potente e oggi annientato dai Mazzarella.
Per questo motivo aveva paura di venire ucciso, e si faceva proteggere proprio dal nipote Salvatore ‘o russo, poi condannato per aver ammazzato Annalisa. Ieri sera alle ore 20, in via Sant´Alfonso dei Liguori, nella zona dell´Arenaccia, Giuliano è stato colpito a morte dai sicari mentre sfrecciava in motorino.
È stata invece una caccia all´uomo, su un raggio di seicento metri, quella fatta dai killer di Secondigliano. Dopo aver colpito il primo bersaglio, hanno cercato lungo strade e vicoli nel territorio del clan Di Lauro la seconda vittima predestinata che era invece riuscita a fuggire. Incuranti del fatto che, intanto, la prima vittima della sparatoria era già stata trovata, attirando polizia e carabinieri in forze. Giuseppe Pica, 33 anni, sarebbe stato il principale bersaglio. Unico superstite, come capopiazza per lo spaccio della droga per i Di Lauro. Delle oltre venti piazze di Napoli Nord, infatti, proprio quella a ridosso del Rione dei Fiori, tra via Praga Magica e via Barbiere di Siviglia, era rimasta l´unico grosso punto di traffico controllato da Ciruzzo ‘o milionario. E affidato proprio a Pica.
Le indagini partono da questa certezza, e costringono polizia e carabinieri, coordinati dal pm dell´Antimafia Raffaele Marino, a tenere presenti due possibili moventi. Il primo: Pica si era fatto un nome tra i grossi spacciatori di Napoli, e aveva avuto un´offerta dai potenti Scissionisti. La proposta di cambiare clan di riferimento. Sul punto di accettare, sarebbe stato punito dai Di Lauro. Seconda possibilità: Pica era diventato troppo potente all´interno della cosca Di Lauro azzerata da omicidi e arresti. E aveva gestito il traffico fino a quando un nome più importante del suo non è uscito dal carcere. Gli inquirenti infatti collegano quanto accaduto ieri alla scarcerazione, avvenuta dieci giorni fa, di Lucio De Lucia, padre di Ugo, l´assassino di Gelsomina Verde. Il referente di Ciruzzo ‘o milionario lo avrebbe eliminato perché troppo pericoloso.
Ieri in tarda mattinata i sicari (quattro in sella a due moto) sparano contro Giuseppe Pica e il trentaseienne Franco Cardillo. Pica crolla a terra morto, lungo via Praga Magica. Cardillo invece sale in auto e scappa, lascia il Rione dei Fiori e si dirige verso via Dante. Lascia quindi la vettura, mentre scatta l´allarme e la zona si riempie di polizia e carabinieri per l´omicidio di Pica, Cardillo è ancora vivo e in fuga. La sua trappola è lo stretto vicolo Lungo del Ponte, dove i sicari lo raggiungono. Cardillo si difende, spara con il revolver che ha in pugno, ma viene colpito da almeno quindici proiettili. (Tratto da www.napoilionline.org)
1 commento:
Napoli deve avere la forza di risorgere!!! Ciao!!!
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