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16/03/07

Napoli di piombo!!!

CAMORRA/E' guerra della droga all´Arenaccia ucciso Ciro Giuliano

Scritto da Irene De Arcangelis da la Repubblica Napoli
giovedì 15 marzo 2007

Tre omicidi in sei ore rompono una tregua durata quindici giorni. Guerre tra clan, regolamenti di conti da Scampia e Secondigliano a Forcella, protagoniste cosche (perdenti) della fama dei Giuliano e dei Di Lauro. C´è una vittima illustre: è Ciro Giuliano, cinquantenne cugino dell´ex boss oggi pentito Luigi, meglio noto come ‘o barone. Un nome pronunciato spesso durante il processo per l´omicidio della quattordicenne Annalisa Durante. Si scoprì - anche in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti - che ‘o barone stava tentando di far rinascere dalle sue ceneri il clan Giuliano un tempo potente e oggi annientato dai Mazzarella.
Per questo motivo aveva paura di venire ucciso, e si faceva proteggere proprio dal nipote Salvatore ‘o russo, poi condannato per aver ammazzato Annalisa. Ieri sera alle ore 20, in via Sant´Alfonso dei Liguori, nella zona dell´Arenaccia, Giuliano è stato colpito a morte dai sicari mentre sfrecciava in motorino.
È stata invece una caccia all´uomo, su un raggio di seicento metri, quella fatta dai killer di Secondigliano. Dopo aver colpito il primo bersaglio, hanno cercato lungo strade e vicoli nel territorio del clan Di Lauro la seconda vittima predestinata che era invece riuscita a fuggire. Incuranti del fatto che, intanto, la prima vittima della sparatoria era già stata trovata, attirando polizia e carabinieri in forze. Giuseppe Pica, 33 anni, sarebbe stato il principale bersaglio. Unico superstite, come capopiazza per lo spaccio della droga per i Di Lauro. Delle oltre venti piazze di Napoli Nord, infatti, proprio quella a ridosso del Rione dei Fiori, tra via Praga Magica e via Barbiere di Siviglia, era rimasta l´unico grosso punto di traffico controllato da Ciruzzo ‘o milionario. E affidato proprio a Pica.
Le indagini partono da questa certezza, e costringono polizia e carabinieri, coordinati dal pm dell´Antimafia Raffaele Marino, a tenere presenti due possibili moventi. Il primo: Pica si era fatto un nome tra i grossi spacciatori di Napoli, e aveva avuto un´offerta dai potenti Scissionisti. La proposta di cambiare clan di riferimento. Sul punto di accettare, sarebbe stato punito dai Di Lauro. Seconda possibilità: Pica era diventato troppo potente all´interno della cosca Di Lauro azzerata da omicidi e arresti. E aveva gestito il traffico fino a quando un nome più importante del suo non è uscito dal carcere. Gli inquirenti infatti collegano quanto accaduto ieri alla scarcerazione, avvenuta dieci giorni fa, di Lucio De Lucia, padre di Ugo, l´assassino di Gelsomina Verde. Il referente di Ciruzzo ‘o milionario lo avrebbe eliminato perché troppo pericoloso.
Ieri in tarda mattinata i sicari (quattro in sella a due moto) sparano contro Giuseppe Pica e il trentaseienne Franco Cardillo. Pica crolla a terra morto, lungo via Praga Magica. Cardillo invece sale in auto e scappa, lascia il Rione dei Fiori e si dirige verso via Dante. Lascia quindi la vettura, mentre scatta l´allarme e la zona si riempie di polizia e carabinieri per l´omicidio di Pica, Cardillo è ancora vivo e in fuga. La sua trappola è lo stretto vicolo Lungo del Ponte, dove i sicari lo raggiungono. Cardillo si difende, spara con il revolver che ha in pugno, ma viene colpito da almeno quindici proiettili. (Tratto da www.napoilionline.org)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Napoli deve avere la forza di risorgere!!! Ciao!!!