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19/03/07

Anniversario della morte di Don Peppe Diana!!!

Oggi è l'anniversario della morte di una grande persona.... Una di quelle persone, come ce ne sono poche, che è stata capace di vincere la morte... Perchè don Peppe è ancora vivo in tutti noi... La sua forza, il suo coraggio, la sua voglia ostinare di fare, di cambiare, di denunciare, coinvolgono tutt'oggi chi lo ha conosciuto di persona, chi lo scopre solo ora e chi lo scoprirà in futuro... Per me è oggi un grande esempio di uomo che si mette al servizio della comunità in cui vive, per il bene della comunità, per la crescita della comunità.... Era scout come me, e credeva in quei valori scout, valori universali, di pace a tutti i costi, nonviolenza vista come movimento attivo, solidarietà mettendosi al servizio degli altri, legalità e denuncia delle illegalità... Il suo documento "Per amore del mio popolo non tacerò" è il più grande esempio di denuncia, un utilizzo della parola che diventa quasi violenta, uno schiaffo sulla faccia della camorra, una denuncia che mette a nudo i meccanismi e le sue atrocità, cercando di infondere una consapevolezza ed una ripugnanza verso la sua egemonia di sangue...
Grazie don Peppe per quello che hai fatto, speriamo di essere degni di portare avanti i tuoi progetti e di ripercorrere le tue speranze...... GRAZIE!!!!





"..."Chi è don Peppino?”

”Sono io”…

L’ultima risposta.

5 colpi che rimbombarono nelle navate, 2 pallottole lo colpirono al volto, le altre bucarono la testa, il collo e una mano. Avevano mirato alla faccia, i colpi l’avevano morso da vicino. 1 pallottola gli aveva falciato il mazzo di chiavi agganciato ai pantaloni.

Don Peppino si stava preparando a celebrare la messa. Aveva 36 anni..."

(R. Saviano, da "Gomorra")

Vi propongo una bellissima riflessione di Alex Zanotelli:

Riflessione di Alex Zanotelli:

Una realtà, quella della camorra, molto pesante: ha le mani sulla grande Napoli (oggi una metropoli con oltre 4 milioni di abitanti) e fa affari d’oro (non solo sulla droga, ma soprattutto sui rifiuti). Pochi hanno descritto così bene le mani della malavita sul territorio metropolitano come Saviano (che ho avuto la gioia di conoscere presentando il suo libro a S. Maria Capua Vetere) nel suo potente libro Gomorra. La realtà mafiosa è sempre più potente non solo a Napoli, ma in tutto il sud, in particolare in Sicilia (Cosa Nostra) e Calabria ,dove regna la ‘ndrangheta che è oggi la regina delle organizzazioni criminali.
Come celebrare il Natale in un clima così pesante, oppressivo…? Come celebrare il Natale in questa Napoli degradata (dalla Sanità a Scampia) davanti alla Napoli bene del Vomero e di Posillipo? “Nessuno può dirsi innocente” - ha detto recentemente il nuovo vescovo di Napoli il Card. Sepe che in un lungo colloquio mi aveva dato il suo benvenuto - “Alcuni, anche della cosiddetta Napoli bene, hanno pensato a salvare la pelle. O un posto. E lo spazio della città intesa come civile convivenza si è ritratto, assottigliato.” Il card. Sepe ha usato toni molto forti per descrivere questa città: “Il materialismo esasperato, le sacche di ferocia, l’omertà, la camorra e i poteri oscuri…Questa comunità è come un tossico che trova equilibrio nello stare curvo su se stesso”.
“Come parlare del Dio della vita nel “cantone” dei morti? Come annunciare l’amore di Dio in mezzo ad un così profondo disprezzo per la vita umana? Come proclamare la risurrezione del Signore lì dove regna la morte?” queste parole di Gustavo Gutierrez, teologo della liberazione del Perù, mi sono ritornate con forza alla mente mentre camminavo per le strade del rione.
Ma noi ci ostiniamo a credere che quel povero Cristo, crocifisso dall’Impero Romano, è vivo. Noi ci ostiniamo a far sbocciare segni di vita e di risurrezione. “Continuo a “pubblicare” utopia, impegno, trasparenza, vita – ha scritto nella sua ultima lettera il vescovo P.Casaldaliga. E ricordiamoci che l’utopia deve essere verificata nella prassi quotidiana, che la “speranza si giustifica in quelli che camminano” e che “ci è data per servire i disperati’. Per questo servizio, penso oggi, ci sia richiesto soprattutto una testimonianza coerente, una vicinanza samaritana, una presenza profetica”.
A voi tutti auguro un buon cammino,esortandovi con le parole di Turoldo,una di quelle splendide guide che oggi con gioia ricordiamo:“Anima mia canta e cammina. E anche tu fedele di chissà quale fede; oppure uomo di nessuna fede: camminiamo insieme. E l’arida terra si metterà a fiorire, Qualcuno – colui che tutti cerchiamo – ci camminerà accanto”.
(A. Zanotelli – tratto da :"lettera agli amici", Natale 2006)

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